FIENO, Bagni di
Questa denominazione viene data a una pratica terapeutica che è in uso da tempi remoti in varie località dell'Alto Adige e del Trentino, dove tuttora gode di largo favore. Secondo la tecnica più comune, il fieno tagliato di fresco e in piena fermentazione viene ammassato, a strati di un metro a un metro e mezzo, su tutta la superficie del pavimento di vaste camere, dove - per effetto della fermentazione stessa - acquista alte temperature che nel centro della massa possono raggiungere anche i 60°. Vi si praticano degl'incavi abbastanza profondi, delle dimensioni di una persona, nei quali si adagiano, ravvolti in un lenzuolo, i pazienti che poi vengono ricoperti di fieno in modo da lasciare emergere solamente il capo. Ivi essi rimangono per un tempo variabile da mezz'ora a un'ora, durante il quale vanno soggetti a una profusa sudazione generale; all'operazione si fa seguire un bagno o una doccia di lavaggio calda e quindi un periodo di riposo in letto sino a che la sudazione ancora in atto si esaurisca.
Nell'opinione dei medici fautori dei bagni di fieno, le malattie che traggono maggior beneficio da questa cura sono, in primo luogo, le forme reumatiche. Se ne afferma egualmente l'utilità nelle turbe dovute ad affievolito ricambio e in varie forme di esaurimento. Vengono infine trattate con essi le manifestazioni gottose, l'obesità, alcune affezioni epatiche e delle nefriti croniche.
Le zone più rinomate per i bagni di fieno sono quelle del Monte Sciliàr e quella del Monte Rocca, a nord di Cavalese e della valle di Fiemme. Secondo J. Clara, l'azione dei bagni di fieno non è solamente dovuta al calore sprigionato dalla fermentazione, ma anche alla formazione di sostanze curative dovuta agli stessi processi fermentativi. Questo fattore medicinale che s'assomma al fattore termico, sarebbe legato alla natura del fieno impiegato cioè alla speciale flora delle due zone indicate, poiché il fieno di altre regioni non dà risultati egualmente favorevoli.
I bagni di fieno si fanno a Fié (m. 908), ai piedi dello Sciliàr ove esiste uno stabilimento appositamente attrezzato, al Passo degli Oclini (m. 1989), ampia sella erbosa fra il Corno Bianco e il Corno Nero, a Carano (m. 1080) e Daiano (m. 1170) in val di Fiemme, dove pure esistono piccoli stabilimenti, e in qualche altra località della regione.