BAGNOREGIO (A. T., 24-25-26)
Piccola città della provincia di Viterbo nell'Italia centrale, già detta Bagnorea (la nuova denominazione, che resuscita la forma del latino medievale Balneum regis o regium, fu assunta con r. decreto 18 aprile 1922), situata sul versante orientale dei rilievi vulcanici che circondano il Lago di Bolsena. L'abitato è costruito a 485 m. di altezza, in posizione pittoresca, su un lungo dorso di tufo fra due torrentelli (Vallone di Bagnorea e Vallone di Lubriano), affluenti del Vajano (Rio Torbido, Tevere). Il tufo, proveniente dall'antico apparato vulcanico vulsinio, forma un banco spesso 60-80 m., che riposa sulle argille turchinicce del Pliocene e presenta, specialmente a sud, verso il Vallone di Bagnorea, margini ripidissimi o a picco. Il vallone, al pari dei contigui, s'è approfondito, con intenso lavorio d'erosione nelle sottostanti argille poco resistenti, che vengono facilmente dilavate e asportate, talché il banco di tufo sovrastante rimane privo di sostegno e si riduce a poco a poco per crolli successivi dei lembi marginali. Così il banco su cui è edificato Bagnoregio si prolungava un tempo a est formando un solo corpo con l'altura sulla quale sorge il borgo detto La Civita (che sembra indichi il sito d'un più antico centro); ma questa località è oggi rimasta interamente isolata su una ristretta platea tufacea sovrastante alle argille; i continui crolli ai margini della platea hanno danneggiato già ripetutamente le case più esterne. Alquanto più a sudest, un altro banco tufaceo, detto il Montione, è ridotto ormai dal progresso dei processi di demolizione, a un semplice pinnacolo. Nelle argille, messe interamente a nudo, della zona a est di Bagnoregio, le acque hanno scavato caratteristici burroni associati a ventaglio, detti cavoni; in attesa d'una sistemazione, le coltivazioni in questa zona sono limitate e la viabilità è disagevole.
Data la topografia del dorso su cui sorge, l'abitato di Bagnoregio consta essenzialmente di una sola strada che si svolge lungo l'asse del dorso stesso, da Porta Albarea fino all'opposta estremità di fronte a La Civita; al centro è la piazza del duomo con un gran monumento ai caduti.
Bagnoregio contava 1859 abitanti nel 1656, 1800 nel 1701, 1760 nel 1736, 2463 nel 1782, 2733 nel 1816, 3458 nel 1853. Lo sviluppo demografico appare dunque molto lento, specialmente prima del sec. XIX, il che è da porsi in relazione con la scarsezza del suolo coltivabile nel territorio, con i frequenti danni che i sopraccennati processi di erosione arrecano alle case e alle colture, danni accresciuti talora dai terremoti, non rari in questa zona ad oriente del Lago di Bolsena; particolarmente gravi furono quelli del 1695, del 1738 e l'ultimo del 1881.
Nel 1871, al momento della riunione del Lazio all'Italia, Bagnoregio aveva 3525 ab., cresciuti a 3884 nel 1881 e a 4500 nel 1901. Il censimento del 1921 registra una diminuzione, noverando in tutto 4093 ab., dei quali 1911 nel centro principale, 336 nella frazione Civita, 295 in quella di Vetriolo e 1551 sparsi in campagna. Il territorio comunale (kmq. 68), dove è suscettibile di coltura, produce cereali, olio, vino, frutta. Bagnoregio è collegata con servizio automobilistico tanto a Viterbo, da cui dista km. 27,5, quanto ad Orvieto.
Monumenti. - Il duomo, dedicato a S. Donato, è dominato dall'alto campanile. Nella sacrestia è conservata una Bibbia di S. Bonaventura. Nel cortile del seminario è un bel puteale di marmo. L'archivio comunale conserva alcuni interessanti statuti del sec. XIII. All'estremità del paese è un monumento in bronzo a San Bonaventura, dello scultore C. Aureli. L'elegante porta Albana è attribuita al Vignola. Il borgo di Civita ha alcune case medievali caratteristiche e preziosi oggetti nella sacrestia parrocchiale tra cui una scatoletta d'avorio d'intaglio siculo-arabo.
Storia. - Nulla si sa di Bagnoregio nell'epoca etrusca e romana. La sua diocesi è ricordata sino dal sec. VI e si estende verso il Tevere, dal contrafforte di Tordimonte, presso la confluenza del Paglia, al contrafforte di Bomarzo, presso Orte. Inclusa nelle donazioni ai pontefici e nel patrimonio di S. Pietro, era tributaria della Camera apostolica per i suoi beni comunali. Circa il 1000 spettò a una famiglia comitale, e a mezzo il sec. XII un conte Adenolfo cedeva al comune bagnorese alcuni castelli. Nel'200 fu soggetta al comune orvietano, per diventare poi (secoli XIV e XV) feudo dei Monaldeschi. Restò infine soggetta alla S. Sede, attraverso la circoscrizione dello stato d'Orvieto. Vi ebbero i natali S. Bonaventura (v.) e Francesco, vescovo di Orvieto (1279-1295) e poi di Firenze (1295-1303), iniziatore e fondatore del duomo orvietano e del duomo fiorentino.
Bibl.: G. Capocaccia e F. Macchioni, Statuto della città di Bagnoregio del 1373, Bagnoregio 1921.