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BAHAMA

di Herbert John FLEURE, Mario LONGHENA - Enciclopedia Italiana (1930)
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BAHAMA (A. T., 153-154)

Herbert John FLEURE
Mario LONGHENA

Vasto gruppo di isole, isolotti e scogli, che si trovano nell'Oceano Atlantico fra 20° e 27° lat. N. e si levano in massima parte sopra estesi banchi sottomarini situati sul lato orientale della penisola di Florida, dalla quale sono separati per il Canale di Florida, e sul lato settentrionale di Cuba, da cui li divide il canale detto Vecchio Canale di Bahama. Le isole constano essenzialmente di formazioni coralline, mescolate ad altri residui di organismi marini e ad accumuli di detriti di varia provenienza; la massima altezza è di 120 m. s. m. Le isole e anche i banchi su cui esse si levano hanno per lo più la forma di ovali incomplete. Vi è un gruppo settentrionale che comprende la Grande Bahama e la Grande e Piccola Abaco; il Canale Providence lo divide dal gruppo centrale, che riposa su un banco a forma di S: sul margine esterno (NE.) della S si trovano le isole Cat ed Eleuthera, al centro la piccola, ma importante isola di New Providence, sul margine interno la grande isola di Andros, suddivisa da numerosi angusti canali. Probabilmente la S risulta realmente da due ovali incomplete accoppiate, delle quali l'esterna è completata dalla Grande Exuma. Tra Andros e New Providence s'insinua un'appendice dell'Oceano relativamente assai profonda, e tra Cat ed Exuma vi è pure un'altra area di acque profonde, il cosiddetto Exuma Sound. Più a SE. si trovano Yuma o Long Island, e la linea curva formata dall'isola Acklin e dalle sue dipendenze (I. Crooked ecc.), la Grande e la Piccola Inagua e Mariguana. Geograficamente, ma non amministrativamente, appartenente alle Bahama è una serie di banchi che si spingono molto più a SE. (a N. di Haiti) e sui quali si levano le isole Caicos e Turks. Sul fronte oceanico dell'arcipelago, un po' più esterna alle altre, è Watling, che la maggior parte degli studiosi identifica con la S. Salvador di Colombo.

Tutto l'arcipelago, lungo oltre 1000 km., ha un'area di 11.405 kmq., senza contare i numerosissimi piccoli scogli e isolotti.

La roecia è per natura teneta, ma s'indurisce al contatto con l'aria e con l'umidità; il dilavamento vi produce forme fantastiche. La sabbia calcarea bianca è naturalmente una formazione caratteristica delle spiagge e di parte delle isole; la sua soluzione lascia come residuo la solita argilla rossastra. Alcune isole sono tuttora in parte ricoperte di alberi, altre lo furono nel passato; predominano i pini a New Providence, il mogano, l'albero della gomma ed altri legnami preziosi sulle isole più grandi, come Andros e Abaco; l'accumularsi delle foglie cadute rende fertile il terreno. Il clima è caldo: la temperatura estiva è in media di 31° e quella invernale non scende molto sotto la media di 19°. Per la loro situazione le isole sono ancora nel dominio dei venti di nord-est, i quali si alternano con altri come soffiano verso il continente americano. La precipitazione raggiunge a Nassau e a New Providence i 1600 mm. e presenta massimi estivi. Data la permeabilità della roccia, generalmente non vi sono corsi d'acqua, eccetto che in Andros, la cui superficie rappresenta più di 1/3 dell'area totale del gruppo, peraltro vi sono pozzi in tutte le isole abitate dell'arcipelago e sembra che in molti di essi l'acqua tenda ad alzarsi o ad abbassarsi a seconda della marea: questo fatto sarebbe dovuto alla permeabilità della roccia. Vi sono poi molte lagune ad acque salmastre o anche dolci.

Le isole Bahama furono scoperte da Colombo nel 1492, ma vi è incertezza nell'identificazione dell'isola a cui approdò e che fu chiamata Guanahani. Il Humboldt e l'Irwing credono che sia la Cat Island o Isola dei Gatti; poi l'onore fu dato a Watling (ed in ciò s'accordano il Becher, il Peschel, il Major ed altri): Navarrete identifica l'isola toccata da Colombo nella Great Turk. Varnhagen in Mariguana, ed infine G.V. Fox in Samaná o in Atwood Cay.

Con il permesso dato da Ferdinando il Cattolico, nel 1509, di trarre dalle isole Bahama tutti gli abitanti, il gruppo rimase spopolato. Sono di pochi anni dopo le esplorazioni di Ponce de León e di Pérez de Ortubia (1512 e seguenti) allo scopo di trovare la fonte restauratrice della gioventù: tali navigazioni valsero a far conoscere il labirinto delle Bahama.

Gl'Inglesi occuparono New Providence nel 1629, restandovi fino al 1641, anno in cui ne furono cacciati dagli Spagnoli. Nel 1646 colonizzarono poi Eleuthera, quindi, traendo i coloni dalle Bermude (1666), tornarono a stabilirsi a New Providence, dov'è il porto di Nassau, il solo importante di tutto il gruppo insulare: infatti esso raggiunge una profondità di più di 4 metri a marea bassa, e perciò è sempre accessibile anche alle navi piuttosto grandi.

Nel 1670 le Bahama furono concesse da Carlo II d'Inghilterra a un gruppo di lord proprietarî, ma i loro diritti furono contestati dagli Spagnoli e dai Bucanieri. Nel 1718 vi fu inviato un governatore della corona inglese ed alcuni coloni cominciarono a stabilirvisi e a coltivarvi alberi da frutta. Durante la guerra d'indipendenza americana, poi, vi presero dimora alcuni lealisti inglesi accompagnati generalmente dai loro schiavi; e l'agricoltura progredì, specialmente per quanto riguafia il cotone. Le isole caddero poi, per un breve periodo, in possesso degli Stati Uniti e quindi degli Spagnoli, ma furono tosto riconquistate dagl'Inglesi. In questa circostanza i diritti degli antichi loro proprietarî furono riscattati dal parlamento inglese e le Bahama divennero proprietà della corona. L'agricoltura non continuò a prosperare a lungo, perché un'epidemia distrusse le piante di cotone, sicché questa coltura alla fine del sec. XVIII era molto decaduta. La produzione del sale, molto notevole nelle isole Caicos e Turks, contribuì a mantenere un po' di traffico nell'arcipelago, ma nel 1848 quelle isole vennero separate amministrativamente dalle altre. L'abolizione della tratta degli schiavi nel 1834 rappresentò un altro grave colpo per le isole Bahama, le cui vicende continuarono a subire gli effetti dei movimenti politici degli Stati Uniti d'America. Infatti durante la guerra civile americana le isole divennero luogo di rifugio dei violatori del blocco e il commercio si elevò a cifre enormi, per l'esportazione e l'importazione, che raggiunsero entrambe circa 5.000.000 di sterline nei momenti di maggiore attività. Questo commercio però decadde dopo la fine della guerra, e le tempeste, la siccità ed altre disgrazie danneggiarono gravemente le isole. Più tardi l'aumento della richiesta di frutta e ortaggi, di spugne, ecc., da parte della popolazione industriale degli Stati Uniti, incoraggiò nuovamente alcune coltivazioni (attualmente il pomodoro viene esportato in quantità) e la pesca; vi cresce anche l'agave sisalana, che è lavorata ed esportata.

Oggi l'applicazione di procedimenti scientifici ha fatto della pesca delle spugne la principale risorsa dell'arcipelago; anche l'industria del legname vi è notevole. In questi ultimi anni, peraltro, la politica degli Stati Uniti ha determinato un nuovo profondo cambiamento nella vita economica di queste isole: esse albergano ora quantità immense di vini e di alcool, una parte dei quali trova illecito sbocco negli Stati Uniti, mentre l'altra parte viene consumata da turisti che, specialmente d'inverno, si trasleriscono dagli Stati Uniti nelle Bahama. Furono migliorati i porti ed anche altre opere pubbliche hanno avuto incremento.

La popolazione era di 43.521 ab. nel 1881, di 53.735 nel 1901 e raggiungeva i 53.031 ab. nel 1921; secondo una valutazione del gennaio 1925 la popolazione era di 55.423 ab. Circa 12.000 individui sono di origine europea, gli altri per la maggior parte sono gente di colore, discendenti da unioni tra bianchi e neri. Le isole sono rette da un governatore designato dalla corona inglese e coadiuvato da un consiglio esecutivo di nove membri, alcuni dei quali nominati dalla corona. Vi è poi un'assemblea elettiva: nelle elezioni votano i proprietarî delle terre e gli occupanti. Al disopra dell'assemblea esiste un consiglio legislativo di revisione, composto di nove membri nominati dalla corona.

Nassau è l'unico porto e la sola città di qualche importanza; è rinomata per la bellezza della vegetazione e lo sviluppo della vita marinara; l'isola di New Providence aveva, ncl 1921, 12.975 ab. residenti appunto in gran parte a Nassau.

Vedi anche
New Providence Isola dell’Atlantico (147 km2), la più importante (non la più grande) delle Bahamas (con ca. il 50% della popolazione); capoluogo Nassau. Scoperta da C. Colombo nel 1492, colonizzata dagli Inglesi nel 1627, fu conquistata dagli Spagnoli nel 1629 ma tornò di nuovo inglese nel 1783. Turks e Caicos Territorio britannico d’oltremare dell’America Centrale (430 km2 con 35.000 ab. nel 2007), nell’Oceano Atlantico, a SE delle Bahama. È costituito dai gruppi insulari T. e C., con capoluogo Cockburn Town, nell’isola di Grand Turk, nel primo dei due arcipelaghi. L’economia locale si basa sulle attività ... Malesia Secondo un’ampia accezione, il grande spazio peninsulare e insulare dell’estrema Asia sud-orientale abitato da genti malesi, grosso modo corrispondente alla Penisola di Malacca e alla maggior parte delle isole indonesiane. Secondo un’accezione più restrittiva, invece, si riferisce alla sola Malaysia ... Arawak (o Arowak, Aruachi o Aravaco) Popolazione indigena dell’America Meridionale, da cui prende nome una delle più importanti e diffuse famiglie linguistiche sudamericane, insediata per lo più nel Venezuela occidentale, nella Colombia orientale e nel Brasile nord-occidentale.
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