Vedi Bahamas dell'anno: 2012 - 2013 - 2014 - 2015 - 2016
Le Bahamas sono un arcipelago di 700 isole nel Mar dei Caraibi, indipendenti dal Regno Unito dal 1973. L’architettura istituzionale prevede una Camera alta, una bassa e un gabinetto di almeno otto ministri nominati dal premier. La carica di capo dello stato è detenuta dalla regina Elisabetta II, rappresentata da un governatore generale che ne fa le veci (attualmente Marguerite Pindling, vedova dell’ex premier Lynden Pindling).
All’epoca dell’indipendenza, la guida politica del paese era nelle mani di Lynden Pindling, leader del Progressive Liberal Party (Plp) che ancora oggi, in un sistema multipartitico ma di fatto bipolare, gode di un ampio sostegno. Alle ultime elezioni del maggio 2012 si è imposto il Plp che ha conquistato 29 seggi su 38 seggi, mentre solo i restanti 9 sono andati al Free National Movement (Fnm), guidato da Hubert Ingraham, il premier uscente. Il leader del Plp, Perry Christie, già premier tra 2002 e 2007, è tornato all’incarico di primo ministro. Le Bahamas hanno raggiunto buoni rapporti economici con Usa, Canada e Unione Europea, tramite la stipula del Patto di partnership commerciale, del Trattamento delle tariffe per i paesi caraibici del Commonwealth e dell’Accordo di Cotonou. Il paese non fa parte dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) e, a livello regionale, non partecipa alle attività commerciali comuni, nonostante sia membro della Comunità Caraibica che comprende 13 paesi del Commonwealth caraibico.
Le Bahamas fronteggiano un flusso importante d’immigrazione clandestina proveniente da Haiti e, in misura minore, da Cuba, tanto che il suo controllo risulta una stringente priorità dell’agenda governativa. Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, l’isola ospiterebbe di 20.000 ai 50.000 clandestini haitiani, tra il 5 e il 14% della popolazione totale delle Bahamas. L’alta percentuale giustifica le preoccupazioni del governo, che ha recentemente chiesto il sostegno degli Usa per risolvere il problema degli sbarchi illegali e ha iniziato il rimpatrio forzato degli immigrati irregolari. La rigida legislazione in materia lavorativa e il selettivo sistema legale per la concessione del diritto di cittadinanza nell’isola non permettono d’altra parte alla comunità haitiana clandestina di ottenere i diritti di cui godono gli abitanti delle Bahamas, rendendo ancora più difficile la convivenza sull’isola.
Altro annoso problema del paese è il traffico internazionale di stupefacenti. Si stima che nel corridoio tra Giamaica, Cuba e Bahamas ogni anno transitino 20 tonnellate di cocaina. Rispetto agli anni Ottanta, tuttavia, la quantità di marijuana e cocaina smerciata nella regione è nettamente diminuita, grazie anche agli accordi internazionali per il controllo strategico del narcotraffico stipulati tra la Forza di difesa delle Bahamas e la Guardia costiera statunitense, e tra i servizi di sicurezza locale e le autorità britanniche delle isole Turks e Caicos.
Tra i paesi caraibici l’economia bahamense è la più prospera. Il traino economico è costituito dai servizi finanziari – interni e off-shore – e dal turismo, che da solo produce circa un terzo del pil. Qualora il governo riuscisse a sconfiggere i problemi legati alla criminalità organizzata e al narcotraffico locale, migliorando le condizioni di sicurezza per gli stranieri (l’80% dei quali proviene dagli Usa), i proventi del turismo potrebbero aumentare ulteriormente. Il tasso di disoccupazione, cresciuto notevolmente negli ultimi anni sino a raggiungere il 15,5% nel 2014, rimane un problema per la crescita.