Baḥrein
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(V, p. 876; App. III, i, p. 200; IV, i, p. 221; V, i, p. 305)
Geografia umana ed economica
di Anna Bordoni
Popolazione
La dinamica demografica è caratterizzata da un elevato tasso di accrescimento annuo (33‰ nel periodo 1991-96) con conseguenti problemi economici e organizzativi. A una stima del 1998 la popolazione è risultata pari a 595.000 abitanti. Etnicamente eterogenea, ma con una prevalenza di arabi, essa è concentrata per oltre i quattro quinti nelle città e gode di un alto livello di servizi sociali (istruzione e assistenza sanitaria sono gratuite). Dal 1986 l'isola di B. è collegata all'Arabia Saudita da un ponte lungo 30 km. La capitale, al-Manāma, che accoglie più di un quarto della popolazione complessiva, ha conservato il suo aspetto antico e richiama un consistente flusso turistico. Altra città di rilievo è al-Muḥarraq (74.200 ab. nel 1991), dotata di un grande aeroporto.
Condizioni economiche
Primo paese arabo del Golfo a produrre petrolio (fin dal 1932), lo Stato di B. dispone oggi di riserve modeste, destinate a esaurirsi in un prossimo futuro. Nel quadro di una politica di conservazione di questa risorsa, già a partire dagli anni Ottanta l'attività di estrazione è stata progressivamente ridotta, mentre, nell'ambito di una diversificazione dell'economia, è stato dato maggiore impulso ad altri settori produttivi, in particolare all'industria e alle attività finanziarie. Queste ultime, stimolate nel 1975 dalla decisione di permetterne lo svolgimento in regime off-shore, hanno consentito all'emirato di divenire uno dei maggiori canali per l'investimento dei petrodollari arabi nel mercato internazionale, anche se, in seguito alla guerra del Golfo, la piazza finanziaria di al-Manāma ha perso importanza.
L'agricoltura è irrilevante e contribuisce alla formazione del PIL in una percentuale pari a circa l'1% (gli unici prodotti di un certo rilievo sono datteri, pomodori e meloni), e la bilancia agricola è nettamente deficitaria. Una larga disponibilità di energia elettrica a buon mercato, prodotta con gas naturale (5250 milioni di m³ estratti nel 1995 e riserve sufficienti a mantenere fino al 2050 una produzione giornaliera di 25,9 milioni di m³), ha favorito lo sviluppo delle attività industriali, dominate da poche grandi imprese ad alta intensità di capitale: i rami più attivi sono quello chimico, petrolchimico, metallurgico e cantieristico. Nel complesso le condizioni economiche dell'emirato sono buone e il reddito medio pro capite (7820 dollari nel 1997), anche se inferiore a quello di altri paesi produttori di petrolio dell'area, è comunque vicino al livello di molti paesi industrializzati.
bibliografia
H. ibn Ī. al-Khalīfah, First light. Modern Bahrain and its heritage, London-New York 1994; The Middle East and North Africa 1999, London 1998.
Storia
di Luisa Azzolini
L'assenza di ogni forma di vita democratica continuò a caratterizzare l'emirato del B., la cui stabilità interna era affidata sempre più a una politica repressiva e all'appoggio politico e militare dell'Arabia Saudita alla dinastia regnante. Come in tutti i paesi della Penisola Arabica, la guerra del Golfo del 1990-91 segnò uno spartiacque nella storia recente del Baḥrein. All'indomani del conflitto, cui il governo partecipò concedendo basi militari alle forze armate britanniche e all'aviazione statunitense, si sviluppò un movimento d'opposizione al regime che chiedeva il ripristino dell'Assemblea legislativa soppressa nel 1975, la libertà di organizzare partiti e sindacati, e l'accesso delle donne alla vita pubblica. Le istanze riformiste furono tuttavia respinte: l'emiro ‚Īsā Bin Sulmān al-Halīfa si limitò infatti a istituire, nel dicembre 1992, un Consiglio consultivo di 30 membri da lui nominato per quattro anni (nel settembre 1996 tale organismo venne rinnovato e portato a 40 componenti), che non scalfiva il suo potere assoluto.
L'atteggiamento di chiusura del governo contribuì alla radicalizzazione delle tensioni fra la dinastia sunnita e la maggioranza sciita della popolazione, che contestava, insieme con la mancanza di democrazia, anche la progressiva emarginazione dal mondo del lavoro in favore della manodopera asiatica, la cui immigrazione veniva incentivata dalla famiglia regnante. A partire dal 1994, anche a causa della crescente disoccupazione, le manifestazioni popolari si tramutarono in scontri aperti fra dimostranti e forze di polizia che procedettero ad arresti di massa ed esiliarono gli esponenti religiosi sciiti che avevano guidato la protesta. Per restaurare l'ordine pubblico, il governo ottenne l'invio di 4000 soldati della guardia nazionale da parte dell'Arabia Saudita, che condivideva con l'emirato la preoccupazione di una sollevazione della popolazione sciita fiancheggiata dall'Iran. Tentativi negoziali fallirono nel corso del 1995, mentre una nuova petizione, firmata da più di 20.000 individui, che chiedeva il ripristino dell'Assemblea nazionale e delle libertà democratiche, venne ignorata in favore di un semplice rimpasto dell'esecutivo (giugno 1995).
A causa del persistente stato di disordine (nel marzo 1996 un attentato contro immigrati del Bangla Desh venne attribuito dalle autorità a gruppi terroristici sciiti) vennero intensificati gli arresti, le detenzioni illegali e l'uso della tortura da parte di un regime che suppliva all'assenza di consenso interno con un ampio sostegno internazionale. Oltre all'Arabia Saudita, infatti, che continuò a offrire il proprio aiuto economico e militare per il ripristino dell'ordine e il mantenimento dello status quo in B., l'emiro ricevette l'appoggio di Pakistan, Egitto, Siria e Giordania, nonché di Gran Bretagna e Stati Uniti, suoi tradizionali alleati in funzione antiraniana. Le relazioni diplomatiche con l'Iran, dopo un lungo periodo di tensioni, andarono migliorando tra la fine del 1997 e l'inizio del 1998, e la visita in B. dell'ex presidente iraniano Rafsanǧānī (4 marzo 1998) contribuì a riavvicinare i due paesi.
bibliografia
Amnesty International, Bahrain. Violations of human rights, Washington 1991; Report of the delegation to the Middle East. Legal challenges facing Saudi Arabia, Bahrain and Kuwait, ed. D.E. Sheil, Chicago-Washington 1991; C. Buhler, Stand und Perspectiven der wirtschaftlichen Entwicklung Bahrains, Frankfurt am Main-New York 1994.