BAḤREIN (V, p. 876)
REIN Dopo il ritrovamento del petrolio (1932) B. ha visto aumentare notevolmente la sua popolazione, che nel 1959 era di 143.213 ab. (di cui 800 bianchi, in gran parte ingegneri e tecnici delle compagnie petrolifere). La capitale, Manāmah, che si allunga per quasi 2,5 km presso la costa settentr. ed è sede d'un'importante raffineria, ne conta 61.837.
Il petrolio (1.596.000 tonn. nel 1957) viene estratto dalla Bahrein Petroleum Company, formata in prevalenza da capitali canadesi, che è consociata alle società statunitensi Standard Oil of California e Texas oil Co. La raffineria di Manāmah è in grado di raffinare circa 10 milioni di tonn. di grezzo all'anno, per l'85% provenienti (mediante oleodotto sottomarino) dall'Arabia Saudita. Il petrolio raffinato viene poi spedito sia ad az-Zahrān (adh-Dhahrān), dove ha inizio il lungo oleodotto transarabico, sia al largo, dove ci sono fondali profondi, mediante un oleodotto (5 km).
Le acque territoriali coll'Arabia Saudita vennero delimitate mediante un accordo diretto nel marzo 1958. A NE di B., collegata con un viadotto, si trova su un'isoletta la città di al-Muharraq (30.000 ab.), sede d'uno dei più importanti aeroporti del Vicino Oriente. Esso è presidiato da una guarnigione inglese, che sorveglia pure la base inglese e statunitense di Khor Khaliya. Dal 1926 al 1956 il sultano locale si è molto giovato dei consigli di Sir Charles Dalrymple Belgrave.
Storia. - Nonostante il fatto che successivi accordi (1880, 1892) abbiano confermato quello del 1861, col quale le isole venivano poste sotto protettorato britannico, la Persia non ha mai cessato di rivendicare la sovranità sulle isole B. per antico possesso, sostenendo: che l'insubordinazione del 1783 del sultano di B. verso il governo centrale persiano non poteva essere considerata come atto capace di dare l'indipendenza al Sultanato (il quale ha, d'altronde, riconfermato il suo lealismo al governo iraniano nel 1786, nel 1817 e nel 1860); che il sopracitato accordo del 1861 è nullo, dato che né la Compagnia delle Indie Orientali potrebbe essere considerata soggetto di diritto internazionale né il sultano organo dell'Iran. La rivendicazione iraniana si svolge mediante tentativi di negoziati con la Gran Bretagna in maniera tale però da non compromettere i rapporti con l'Inghilterra. Nel 1953 e 1954 vi sono stati nell'arcipelago incidenti e manifestazioni di piazza a favore dell'Iran, contro gli interventi stranieri, contro il sultano e contro il governatore inglese. Lo scià, il governo e l'opinione pubblica iraniana hanno assecondato questi movimenti nazionalistici, e nel novembre 1957 il governo persiano notificò al governo inglese che esso intendeva riconoscere il Bahrein come quattordicesima regione della Persia. Il 1° dicembre 1957 il sultano respinse ufficialmente le rivendicazioni iraniane. Un portavoce del ministero degli Esteri inglese ha dichiarato ufficialmente, nel novembre 1957 e nuovamente il 24 novembre 1958, che l'Inghilterra non può riconoscere le pretese iraniane su Bahrein, paese indipendente sotto protettorato britannico. Anche la Lega Araba ha respinto con una dichiarazione del 15 novembre 1957 le pretese iraniane, e il 30 dello stesso mese il govemo dell'Arabia Saudita si è pronunciato per l'indipendenza di B., sostenendo che esso è geograficamente e culturalmente un paese arabo indipendente. L' Irāq si è associato a questa presa di posizione dei paesi arabi.
Bibl.: M. Esmaili, Le Golfe Persique et les Îles de Bahrein, Parigi 1936; A. Faroughy, The Bahrein Islands (750-1951), New York 1951; F. Adamiyat, Bahrein Islands, A legal and diplomatic study of the British-Iranian controversy, New York 1955; J.B. Kelly, The Persian claim to Bahrein, in International Affairs, gennaio 1957, pp. 51-70; P. Minganti, A proposito delle rivendicazioni persiane sul Bahrein, in Oriente Moderno, 1958, pp. 1-18; M. Khadduri, Iran's claims to the sovereignty of Bahrein, in American Journal of International Law, XLV, pp. 631-42.