Vedi BAIA dell'anno: 1958 - 1973 - 1994
BAIA (v. vol. i, p. 960 ss.)
Lo scavo della area archeologica si è allargato nel settore nordorientale, ove si sono trovati vasti ambienti a vòlta in laterizio che si dispongono almeno su due piani e che recano tracce di pitture parietali del tardo quarto stile: tra i reperti si distingue una testa del tipo Apollo dell'Omphalos.
Il complesso archeologico è noto con il nome di Terme di Baia, ma esistono seri motivi per ritenere che esso debba essere invece identificato con il Palatium imperiale. Gli autori antichi, infatti, non parlano di un vero e proprio edificio termale a B., né il complesso che conosciamo possiede il tipico aspetto di terme, ché invero, anche quando queste assumono un aspetto grandioso e dimensioni colossali (Terme di Caracalla, Diocleziano, ecc.), posseggono sempre loro caratteristiche planimetriche ed ambientali inconfondibili. Invece abbiamo testimonianze letterarie di un Palatium a B., ove si svolsero vari avvenimenti della vita degli imperatori, e che è ricordato almeno fino al tempo di Alessandro Severo, quando subì radicali opere di ricostruzione. Inoltre nei due vasetti vitrei, da Borgiano e Piombino, sono rappresentate grandi costruzioni a cupola che ricordano molto da vicino quelle di B., ed anzi nel vaso di Piombino esse sono indicate con la leggenda Palatium. La pianta e la distribuzione degli ambienti sono articolate in funzione dell'andamento del terreno nonchè dell'esposizione e della vista sul mare, in modo non più complesso di altri organismi palaziali quali il Palatino, la Villa Adriana, la Villa Iovis di Capri. L'alta qualità delle decorazioni e delle sculture si addice anch'essa ad una dimora imperiale: basta pensare alle due repliche della Sosandra e dell'Apollo calamidei, recentemente trovate, ed ai ritratti imperiali che sono frutto di vecchi scavi. Anche capitelli, pilastri, architravi scolpiti mostrano eccellente fattura ed analogia con le sculture architettoniche del Palatino. Naturalmente allo stesso Palatium appartengono le strutture e le opere d'arte che restano sommerse nel mare antistante per effetto del bradisismo, e dal mare si recuperarono anni addietro altre notevoli opere, quali l'Atena prassitelica tipo Arezzo ed una testa di Amazzone tipo Policleto. Di questo enorme complesso le più antiche strutture risalgono ad età ellenistica, ed edifici minori dovettero essere incorporati nel corso del tempo, mentre ampliamenti e rifacimenti da Augusto in poi sono chiaramente documentati. È ovvio che, data la presenza di acque termominerali nel sottosuolo, il Palatium possedesse ampî apprestamenti termali, accanto ai veri e propri quartieri di rappresentanza, agli alloggi per la famiglia imperiale e per il suo seguito, a portici, peristili, ambulationes, ecc.
Altro argomento, sebbene ex silentio è che, se si dovessero considerare queste come terme di B., non sapremmo dove ubicare nello stesso territorio baiano il Palatium che, come si è detto, esisteva e non doveva essere di poco conto.
Bibl.: Fasti Arch., XVII-XVIII-XX, s. v.; P. Mingazzini, Due statue ercolanesi rivendicate a Baia, in Scritti in onore di G. Libertini, Firenze 1958, p. 111 ss.; A. Maiuri, Le terme di Baia ed il loro problema geofisico, in Atti Accad. Pontaniana, VII, 1957-58, p. 267 ss.; N. Lamboglia, Forma maris antiqui, in Riv. Studi Liguri, XXV, 1959, p. 285 ss.; F. Rakob, Litus beatae Veneris aureum, in Röm. Mitt., LXVIII, 1961, p. 114 ss.; P. E. Auberson, Etudes sur les Thermes de Vénus à Baies, in Rendic. Accad. Arch. Lett. e B.A. di Napoli, XXXIX, 1964, p. 167 ss.; A. de Franciscis, Scavi e scoperte nelle province di Napoli e Caserta, in Atti V Convegno Magna Grecia, Taranto 1965, p. 174 ss.; id., Underwater discoveries around the Bay of Naples, in Archaeology, XX, 1967, p. 209 ss.