bàiulo
. Il sostantivo è usato in Pd VI 73 Di quel che fé col baiulo seguente, / Bruto con Cassio ne l'inferno latra, con significato controverso. Si tratta di un latinismo, che vale " portatore ", e più esattamente " portatore di pesi ", " facchino "; i commentatori antichi non ebbero dubbi che esso fosse usato in senso etimologico, per indicare Ottaviano come " portatore del ‛ segno ' dell'impero ". Così l'Anonimo: " Baiulo, tanto è come portatore "; e l'Ottimo: " E chiamalo baiulo, da baiulo, baiulas, che sta per ‛ portare ': e così sono chiamati in Francia li officiali del re, ed in certi altri luoghi, che sono detti baiuoli o balii, in ciò che portano li pesi del signore ". Poiché però già negli antichi testi appaiono correnti le forme ‛ bailo ', ‛ ballo ', collegate a b., nel senso di " reggitore ", " governatore ", Si è supposto che con questo significato fosse usato da D. anche b., nel senso quindi di " l'imperatore seguente " (cfr. Vandelli, Sapegno, ecc.): e l'interpretazione sembra confermata da un luogo del Convivio (IV V 11) in cui i sette re di Roma sono chiamati quasi baiuli e tutori della sua [di Roma] puerizia, evidentemente nel senso di " reggitori ". Anche nelle Epistole (VI 25) Arrigo VII è definito Romane rei baiulus.