BALATA
. Con questo nome s'indica il prodotto della coagulazione del lattice ricavato da alcune specie di alberi della famiglia delle Sapotacee, principalmente dal Mimusops balata (o M. globoso). È questo un albero che si sviluppa lentamente raggiungendo un'altezza massima di 40 metri; ha un'ampia chioma, e un tronco che può raggiungere i 20 metri con un diametro di m. 1,50 circa. Perviene alla maturità in 30-40 anni, ma esistono tuttavia alberi che vivono oltre i cento anni. Il legno è duro, pesa circa kg. 1,400 per dm3. Questa specie si trova principalmente nella Guiana, a Trinidad, nella Giamaica, nel Venezuela e nel Brasile; ma cresce anche sulle coste dell'Africa equatoriale (Abissinia, Angola, Madagascar), nella Nuova Zelanda e in qualche zona dell'Australia. La più grande parte della balata si ottiene da piante spontanee, benché vi sia anche qualche piccola piantagione.
Il lattice si coagula spontaneamente molto più presto di quello di caucciù e, a differenza di questo, non si coagula per aggiunta di acidi. L'aggiunta di alcali determina una colorazione rossastra che per riscaldamento si accentua.
Il lattice è bianco o lievemente colorato in rosa, ha la consistenza della panna, ha carattere acido (PH = 6.4). Il residuo dell'evaporazione è circa il 50% in peso del lattice originario, di cui il 30% è in genere formato dall'idrocarburo, che per la balata come per il caucciù e per la guttaperca, è un polimero dell'isoprene (C5 H8).
Nel lattice oltre a impurità varie vi sono notevoli quantità di resine. tra cui - come per la guttaperca - predominano l'Albana e la Fluavile che si coagulano con l'idrocarburo suddetto. La densità della balata è 1 ÷ 1,05.
L'estrazione del lattice è fatta ancora irrazionalmente, essendo in genere affidata ad operai non sorvegliati, che sono pagati in ragione della quantità di balata estratta. L'operaio pratica degl'intagli sulla scorza lungo mezza circonferenza dell'albero, e, quando ha coperta d'intagli una delle facce dell'albero, passa all'altra. Il lattice scola lungo un canaletto che lo conduce in un sacco di tela o in altro recipiente. In un'ora si riesce a intagliare tutto un albero, la produzione del quale oscilla da 2 a 12 litri di lattice; ma, così operando, la pianta si dissecca e muore. Procedimenti più razionali che non uccidono la pianta, consistono nel praticare gl'intagli ad una certa distanza l'uno dall'altro (35 ÷ 40 m.) su un'altezza di 3 ÷ 4 metri, occupando ⅓ della circonferenza dell'albero.
Il lattice è messo in grandi recipienti in cui può esser conservato per parecchio tempo. La coagulazione si ottiene facendo disseccare spontaneamente il lattice in larghi tini scoperti e rimovendo la crosta che si forma quando questa ha raggiunto lo spessore di un centimetro o più. Quanto alle trasformazioni che si producono in questo periodo se ne sa poco: nei primi giorni si determina qualche cosa di assimilabile ad una fermentazione, accompagnata da sviluppo di gas e di particolari odori.
Si vende sotto forma di blocchi (che nei varî paesi vengono chiamati: balata-bocks, gutta del Surinam), o di foglie (balata sheet, balata rouge), o di piastre di 1 a 2 cm. di spessore. I primi sono grigi, le seconde rosse o rosso-brune. È solubile in benzina, in solfuro di carbonio; parzialmente solubile in terebentina, olio d'oliva, olio di scisti. A temperatura ordinaria è una sostanza cornea molto tenace, ma già a 50° rammollisce, diviene plastica e può essere stampata. Resiste all'azione degli alcali; l'acido solforico la carbonizza; l'acido nitrico l'attacca con formazione di acido cianidrico e di acido formico; il cloro l'attacca con formazione di un prodotto bianco proposto da Edison per l'isolamento dei fili elettrici. Se scaldata, si raffredda con grande lentezza; proprietà questa che impartisce anche ai prodotti che la contengono. A differenza della guttaperca reagisce a caldo con lo zolfo, però lo fa molto meno energicamente della gomma. Si riesce tuttavia a combinare con la balata, per vulcanizzazioni spinte, quantità di zolfo eguali alle massime combinabili con il caucciù (31÷ 33%). La vulcanizzazione interesserebbe, secondo Hauser, lo strato vischioso contenuto nei globuli, e progredirebbe dall'esterno all'interno dei globuli stessi. La resistenza a trazione della balata greggia è caratterizzata da una curva ad andamento continuo. Per la balata vulcanizzata invece si ha un primo tratto di proporzionalità fra sforzi e deformazioni; poi si nota una diminuzione (da A a B in figura) di sforzo, seguita da un intervallo (B C) di deformazione crescente a sforzo costante; infine, dopo C, sforzi e deformazioni ricrescono quasi proporzionali. Si suole spiegare questo comportamento riferendosi alla struttura della balata.
Si usa da sola qualche volta nella confezione di cinghie, ma soprattutto la si usa mescolata alla guttaperca o in sostituzione di questa nei cavi sottomarini, e alla gomma. Gl'impieghi della balata sono determinati oltre che dalle proprietà meccaniche, dalla sua insensibilità all'umido. Nei luoghi di produzione da qualcuno si usa il lattice diluito con acqua come colorante. I principali mercati di vendita sono Londra e Amburgo. La produzione annuale mondiale è limitata a poche migliaia di tonnellate. Oltre al lattice, è utile il legno per lavori di ebanisteria.
Bibl.: F. Clouth, Gummi, Guttapercha und Balata, Lipsia 1899; Hauser, Latex, 1927; id., in India Rubber Journal, 1924, pp. 55 e 725 e in Gummi Zeitung, 1925, p. 1165; van Rossem, in Journ. of Soc. of Chem. Ind., 1925; Park, in Journ. of Ind. and Eng. Chemistry, 1925, p. 152; G. L. Clark, in Journal of Ind. and Eng. Chem., novembre 1926; Tillinac, in Revue Générale du Caoutchouc, luglio-agosto 1927; Luttringer, in Le caoutchouc et la guttapercha, giugno-ottobre 1928.
Vedi anche gomma elastica; guttaperca.