BALATON (ungh. Balaton-tó; ted. Platten-See; il nome è derivato probabilmente dallo slavo blato "palude" A. T., 59-60)
È il più grande lago dell'Europa centrale (superficie media kmq. 596,660 con le vicine paludi del Piccolo Balaton; un poco più grande del Lago di Ginevra, kmq. 578), il mare degli Ungheresi, residuo d'un lago molto più vasto, è costituito secondo Cholnoky da una fossa tettonica in gran parte colmata. Posto a 106 m. sul mare, alle pendici meridionali della Selva Baconia, lungo 75 km., largo da 13 a 4, ha una profondità media di appena 3 m. e una profondità massima di 11,5 di fronte alla penisoletta basaltica di Tihany. Pur costituendo un volume d'acqua, data la scarsa profondità, non troppo ingente, va soggetto a burrasche. Sono state riscontrate sesse uninodali con un periodo di 10-12 ore, periodo molto più lungo di quello degli altri laghi finora studiati. Il vento costruisce lungo le rive più basse dei cordoni di sabbia e dei caratteristici promontorî triangolari (ungh. pandallo). La trasparenza del lago non è troppo grande; il colore è ora azzurro, ora plumbeo, ora verdastro a seconda del colore del cielo. Immissario del Balaton è il piccolo fiume Zala, emissario il Sió (affluente del Kapos che è a sua volta affluente del Danubio). Il Sió, che un tempo serviva solo nel caso d'inondazione, è stato, a partire dal 1825, artificialmente abbassato e fornito di chiuse in modo da poter regolare il livello del lago che è alquanto variabile; il fiume è però troppo piccolo per poter smaltire, dopo lunghe piogge, tutta l'acqua superflua. Le rive sono alte a nord ovest e a est; qui la pianura è improvvisamente interrotta e nel ripido pendio è possibile vedere una piattaforma d'erosione lacustre, una piattaforma d'erosione eolica, una piattaforma del mare pannonico, sopra le quali si osserva ancora un penepiano.
I dintorni sono frequentati d'estate come località di villeggiatura (specialmente per i bagni nel lago); nelle colline vulcaniche dei dintorni alligna la vite e si hanno belle coltivazioni di alberi da frutto. Fra i centri più importanti posti sul lago, oltre il già ricordato Tihany (sede di un'antica abbazia e meta d'un famoso pellegrinaggio) e la stazione estiva Balatonfüred, è notevole Keszthely. Interessante nel vicino lago termale di Héviz (36°) la coltura di piante di loto.
Bibl.: Sul Balaton esiste una grande opera in 3 volumi a cura di molti autori intitolata Resultate der wissenschaftlichen Erforschung des Balatonsees e pubblicata (prima a Vienna, poi a Budapest), a partire dal 1897 dalla commissione per il Balaton della Società geografica ungherese. Il vol. I è dedicato alla geografia fisica, il II alla geografia biologica, il III alla geografia sociale e antropica. Si veda specialmente: Cholnoky, Limnologie, I, iii, 1897 e Hydrographie, I, ii, 1920; Loczy, Die geolog. Formationen der Balatongegend und ihre regionale Tektonik, I, i, 1916; O. von Bogdánfy, Niederschlagsverhältnisse, I, iv, 1899; J. Sáringer, Temperaturverhältnisse, I, V, 1901; Ilosvay, Chemische Verhältnisse, I, vi, 1898; Janko-Semayer, Ethnographie der Umwohner, III, ii, 1906. Nell'opera vedi anche una bibl. (III, v), completa fino al 1906.
Flora e Fauna. - La costituzione chimica dell'acqua che ricorda quella delle acque minerali alcaline diluite, ricche di solfati e di carbonati, spiega la presenza di taluni protisti come Orbulinella smaragdea, Glenodinium apiculatum, Actinomonas mirabilis che sono proprî degli stagni salati. Le rive sono per lo più rivestite da piante coltivate: vigneti sui colli, campi di grano con viali di pioppi, prati nelle bassure e poi una cintura più o meno ampia di canneti, solo qua e là interrotta da lembi di spiaggia sabbiosa, o da scirpeti palustri. In mezzo alla densa vegetazione fra i canneti di Phragmites, a cui si associano Typha e Scirpus, prosperano alghe abbondantissime (schizoficee, bacillariee, cloroficee) e vive una ricchissima fauna costiera. Il canneto offre rifugio a gran numero di uccelli acquatici, di cui vennero annoverate ben 74 specie. Il Piccolo Balaton può considerarsi come una palude vergine, nei cui immensi canneti vivono sedentarie colonie di aironi bianchi. Data la poca profondità generale delle acque, il Balaton somiglia assai più a un immenso stagno di pianura, che non ai grandi laghi marginali delle Alpi: manca una regione abissale e le società litorali si continuano insensibilmente con quelle d'alto lago e di fondo. Questo è ricchissimo di diatomee; circa 190 specie ne furono osservate nella fanghiglia. Comunissime sono le idre. Undici specie di turbellarî, tra i quali il Mesostomum balatonicum, e oltre 40 specie di nematodi furono trovati nel limo. Arricchiscono la fauna litorale 20 specie di rotiferi; 8 di briozoi, una ventina di specie di anellidi, 40 di piccoli crostacei, 16 di idracnidi, 46 di molluschi, tra i quali il Lithogliphus Renonfi e l'Anodonta complanata var. balatonica, che hanno forme singolari, attribuite all'influenza dello specialissimo ambiente. Sono pure notevoli alcune specie proprie dei laghi alpini o nordici. Se non è possibile distinguere nettamente nel Balaton le società neritiche dalle bentoniche, bisogna tuttavia notare che taluni crostacei sono esclusivi abitatori del fondo, mentre altri si raccolgono tanto nel fondo centro lago quanto alla riva. La Sida cristallinia si accumula in grandi masse sulle isole sommerse di potamogetoni e di miriofilli vegetanti in mezzo al lago.
Al largo, nelle acque libere, fluttua una flora planctonica ricchissima, con circa 160 specie di alghe, tra le quali la piccolissima Cyclotella balatonis. Le cianoficee e le peridinee compaiono in quantità enormi in primavera e costituiscono la massa principale della flora natante, mentre diatomee e Dinobryon sono relativamente scarsi. I cerazî rivelano un ciclo stagionale degno d'attenzione: i primi che compaiono in marzo sono assai piccoli; le generazioni successive diventano sempre più grosse, fino alla metà di giugno, poi impiccoliscono di nuovo; in autunno diventano sempre più rari e verso l'inverno formano zigospore. Tra le peridinee si ricorda la Gony aulax, Glenodinium apiculatum, specie propria del Mar Caspio e del Lago d'Aral (ma trovata anche nel Lemano).
Molte sono le specie di protisti, di rotiferi e di crostacei eupelagici del plancton del Balaton. I crostacei, fra essi, si ritirano sul fondo quando il lago è agitato e quando il sole illumina le acque. ll Balaton è ricco di pesci: circa 40 specie; frequente è la Lucioperca sandra che può raggiungere 10 kg. di peso. Alcuni pesci quali Gobius marmoratus, Belecus cultratus, e qualche crostaceo come Astacus leptodactylus vivono anche nel Mar Nero e hanno fatto pensare che il Balaton ospiti una fauna relegata d'origine marina; ma nel lago sono recentemente immigrati dal Danubio per il canale del Sid altri pescl come Acipenser ruthenus, Lucioperca volgensis, Anguilla vulgaris, e questa immigrazione ci indica la via percorsa dai più antichi abitatori. Pertanto il lago non si può considerare come un relitto marino, ma si deve anzi intendere come un bacino d'origine geologica recente, che si è popolato in parte con elementi della fauna pontica, attivamente o passivamente immigrati. Una stazione biologica è stata fondata a Revfülöp per lo studio del lago Balaton.