BALBURA (Βάλβουρα)
Antica città della Licia, i cui resti giacciono nei pressi della strada che da Fethiye (ant. Telmessos) porta a Burdur, su una piccola altura (Asar Tepe) immediatamente a S del passo di Dirmil.
B. fu probabilmente fondata agli inizi del II sec. a.C., da abitanti della Pisidia e della Licia. Appartenne, insieme alle vicine Oinoanda e Bubon, a una tetrapoli, a capo della quale era il centro maggiore di Kibyra, più a N. Nell'84 a.C. il generale romano Murena sciolse la tetrapoli e le tre città minori vennero assegnate alla Licia, alla quale continuarono ad appartenere per tutta l'età romana imperiale. Il territorio di B. si estendeva a E per circa 30 km lungo le diramazioni orientale e occidentale del corso superiore del fiume Xanthos, sino al bacino del Söğüt Gölü (lago Kabalitis), dove, in età severiana, un gruppo di cinque villaggi capitanati da Tyriaiòn (Kozağaci) apparteneva alla città. È probabile che la stretta e scoscesa vallata che si trova subito al di là del passo di Dirmil segni invece il suo confine nord-occidentale, mentre la pianura molto più bassa del Dirmil apparteneva a Bubon. Il periodo di maggiore fioritura di B. va dall'età flavia a quella severiana, anche se essa sopravvisse sino al periodo bizantino. È documentata la presenza di vescovi nell'anno 451 d.C. e nell'879, ma lo stato attuale della documentazione sembra indicare che l'insediamento stabile nella città e nel territorio cessarono a partire dall'VIII sec. d.C.
B. ellenistica occupava il pendio meridionale dell'Asar Tepe, circondata da un circuito difensivo in opera poligonale, con un recinto più interno sulla sommità del colle. Accanto all'angolo sud-orientale della cinta si trova il teatro superiore, molto piccolo e probabilmente non terminato (anche se l'affioramento della roccia nella cavea è stato concepito intenzionalmente). La scena era sostenuta da uno splendido muro di contenimento in opera poligonale rustica con contrafforti in opera quadrata; le strutture interne, in opera cementizia, suggeriscono però una datazione nella prima età romana. Accanto vi sono altri terrazzamenti in bella muratura.
In età romana i più importanti edifici pubblici erano disposti su di un basso sperone a SE del colle. Il primo stadio di tale espansione - dovuto probabilmente all'esigenza di approvvigionamento dell'acqua, proveniente da una sorgente situata a pochi chilometri a S della città - doveva arrivare sino a una fontana costruita immediatamente al di sopra del nuovo centro urbano (in seguito sostituita da un ninfeo più complesso) e a un piccolo edificio termale. L'acqua attraversava la vallata a S dell'Asar Tepe su un acquedotto a tre arcate in opera poligonale, contrassegnato da un'iscrizione monumentale in onore di Vespasiano, ripetuta accanto al doccione della fontana.
Un'ampia strada lastricata che ha inizio davanti alle terme si dirige a E e presenta un incrocio a metà del suo tratto. A NE dell'incrocio si trovano tre piccoli edifici di età antonina: un'esedra realizzata da un ricco abitante della città, Meleagros, il quale fondò un festival quadriennale di musica e di atletica; accanto a essa un piccolo tempio di Nemesi e un'altra esedra più piccola, entrambi eretti dallo «schiavo civico» (δημόσιος) Onesimos. A Ν di questi edifici, ma con un orientamento diverso, si trova l'agorà lastricata, cui si accedeva attraverso un arco triplo posto a settentrione. Quest'ultimo è dedicato a Settimio Severo, alla cui epoca probabilmente appartenevano anche i porticati dell'agorà. Circa 400 m più in là, oltre al letto del torrente e a una zona intermedia di probabili edifici d'abitazione, si trovano i resti di un secondo teatro, più grande, di età romana. Sono ancora visibili le sostruzioni a volta della scaenae frons e del proscenio, così come alcuni sedili della cavea, ma, come il teatro superiore, anche questo non sembrerebbe essere stato mai completato.
Oltre a quello di Nemesi, sono attestati altri culti, ma non si sono trovati altri templi. Inoltre restano alcuni rilievi rupestri con i Dioscuri (sotto al teatro superiore), con raffigurazioni dei loro copricapi a cono (a O del teatro) e con una triade (più in alto e ancora più a occidente), tutti tipi molto comuni nel territorio di Balbura.
Le più importanti necropoli sono disposte a Ο, Ν ed E della città. I sarcofagi sono lisci oppure del tipo a ghirlande; molti coperchi a doppio spiovente sono decorati con una figura di leone sdraiato, assai comune nelle zone di B. e di Oenoanda. Resti di un solo sarcofago a klìne si possono vedere tra le rovine di una tomba a volta, ubicata di fronte alla città a E, mentre una seconda tomba si conserva a S di essa. Alcune sepolture alla cappuccina sono state individuale lungo la strada odierna a E.
La città fu nuovamente fortificata forse nel V sec. d.C.; una cinta muraria circonda la sommità dell'Asar Tepe, mentre dal suo angolo occidentale un circuito più basso scende a proteggere gli edifici del centro civico romano. All'interno di quest'ultimo, immediatamente a E dell'adora, si trova una chiesa basilicale (la cattedrale?); altre tre chiese sono visibili nella necropoli di settentrione, a E del teatro inferiore e sulla cima dell'Asar Tepe. Tutte e quattro sono databili al V sec. d.C.
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