BALCONE (maenianum)
L'uso di terrazze e logge è già introdotto nei palazzi reali dell'antico Oriente: in Persia (pal. di Serse, a Persepoli) ed in Egitto (pal. di Ramesses III, a Medīnet Habu), dove la ubicazione della loggia al centro della facciata ne indica una particolare funzione nelle cerimonie di corte. Nella Grecia classica l'uso si estende anche alle case private; ad Atene nell'età dei Pisistratidi viene introdotta una tassa speciale sui balconi (Aristot., Oecon., II, 2, p. 1347 a, 4) mentre nel IV sec. a. C. una legge di Ificrate ne disciplina la costruzione (Polyaen., III, 9, 30). Anche in talune urne etrusche che riproducono la casa si notano balconi e logge. A Roma la tradizione attribuiva a G. Menio, censore nel 318 a. C., la prima costruzione di un loggiato ligneo (maenianum) sopra i colonnati del Foro per comodità del popolo che assisteva agli spettacoli (Festo, 134 b, 22); da allora si diffuse l'uso dei balconi anche nelle case private, per le quali era stato dapprima vietato. A Pompei e ad Ercolano se ne conservano esempî di vario tipo: a terrazzo scoperto aggettante, oppure con loggiato coperto, parzialmente o totalmente chiuso da muratura (veranda con finestre). Talvolta i loggiati poggiano su colonne che coprono con un portichetto il sottostante marciapiede (Ercolano, casa a graticcio); la loro varietà e la diffusione raggiunta all'inizio dell'età imperiale è documentata anche nella pittura pompeiana. Nelle costruzioni urbane di maggior mole, a Roma e ad Ostia, è frequente in età imperiale il tipo di loggiato a finestre, sospeso su mensole ed archetti in muratura e limitatamente aggettante dalla fronte. Frequenti dovettero essere gli abusi: nel 368 d. C. il prefetto Pretestato fece demolire tutti i meniani, e nel Codice Giustinianeo se ne fissarono i limiti e le proporzioni.
Bibl.: F. Ebert, in Pauly-Wissowa, XIV, 1928, s. v. Maemanum; G. Q. Giglioli, Arte etrusca, 1935, t. CCCXXXVI; R. Paribeni, Archit. dell'Oriente ant., 1937, XIII, p. 91; V. Spinazzola, Scavi via dell'Abbond., 1953, I, cap. IV, pp. 83 ss.; II, cap. XXIV, p. 823 ss.