ALTIERI, Baldassarre (Baldisara, Baltisara in sue lettere; Baldissera Alchieri in documenti inglesi)
Nacque all'Aquila, non si sa in che data. Nel 1536 era segretario del conte C. Rangoni di Modena (m. 1537) per raccomandazione di Pietro Aretino. Lo si ritrova nel 1540 nella segreteria del residente inglese a Venezia, Sir E. Harwel. Nel 1542 riferì a Lutero e a V. Dietrich sullo stato delle comunità protestanti nel Veneto.
Chiedeva che Lutero provocasse un intervento della Lega di Smalcalda presso il Senato veneziano, e chiarimenti sulla disputa sacramentaria, nella quale in Italia si inserivano anabattisti e antitrinitari; l'A. firmò a nome delle comunità di Venezia, Vicenza e Treviso (26 novembre). Il 6 dicembre scrisse in senso analogo alla Chiesa di Ginevra. Lutero rispose (13 giugno 1543) incoraggiando, promettendo libri e preghiere e ammonendo contro gli Svizzeri. La intercessione degli Smalcaldici fu limitata al caso di B. Lupetino, e rimase vana, provocando nuove insistenze dell'A. presso Lutero (Lutero all'A., 12 nov. 1544); l'A. si rivolse (febbr. 1544) anche direttamente agli Smalcaldici riuniti a Spira, raccontando d'essere in contatto con un condottiero milanese disposto a guidare seimila uomini contro il papa. Chiedeva di essere accreditato presso il Senato veneziano come rappresentante della Lega smalcaldica; ed ottenne la nomina a residente veneziano del langravio d'Assia e dell'elettore di Sassonia, accettata formalmente dal Senato nonostante la protesta della Santa Sede, essendo ormai riconosciuto il luteranesimo dell'Altieri. Ma, con lo scioglimento della Lega di Smalcalda, che provocò gran spavento a Venezia, l'ufficio, e l'immunità che esso concedeva, venne a cadere, e fu anche difficile mantenere il posto all'ambasciata inglese dopo la morte dell'Harwel. L'A. si rivolse allora al Bullinger per ottenere incarico analogo dai Cantoni riformati; ma ricevette commendatizie personali e non credenziali ufficiali, nonostante avesse intrapreso appositamente un viaggio in Svizzera (via Grigioni; estate 1549). Al ritorno dovette lasciar subito Venezia, e si rifugiò in casa di G. A. degli Ugoni, nei pressi di Bergamo. Di li, con commendatizie del Bullinger (ottenute dopo essersi dovuto discolpare presso questi di accuse di bigamia e di infedeltà allo Harwel, raccogliendo le testimonianze contro la calunnia anche in Venezia), si recò a Firenze, dove L. Sozzini gli aveva prospettato l'aiuto di un amico, e dove Cosimo I l'accolse benevolmente, ma non poté permettergli di fare pubblica dichiarazione di luteranesimo; e poi a Ferrara, dove trovò accoglienza identica.
Mori, probabilmente a Bergamo, nell'agosto del 1550. Era stato in relazione anche con A. Mainardi e C. S. Curione.
Bibl.: K. Benrath, Geschichte der Reformation in Venedig,HaIle 1887, p. 22 ss.; E. Comba, I nostri protestanti, II, Firenze 1897, pp. 183-218; F. Meyer, Die evangelische Gemeinde in Locarno,Zürich 1836, II, appendice;T. Schiess, Bullinger: Korrespondenz mit den Graubùndnern (Quellen s'ur Schweizer Geschichte,XXIII), I, p. 472-476.