BALDASSARRE d'Este (Baldassarre Estense, Baldassarre da Reggio)
Figlio naturale di Niccolò III d'Este (cfr. A. Venturi, 1888), morto nel 1441, B. dovette nascere a Reggio pertanto anteriormente a quella data o, comunque, non dopo il 1442. Il primo documento che lo riguarda lo dà presente in Lombardia, per un salvacondotto rilasciatogli dal duca di Milano nel 1461. Nel 1469 eseguì nel castello di Pavia i ritratti di Galeazzo Maria Sforza e della moglie Bona di Savoia. Nello stesso anno B. partì per Ferrara, vivamente raccomandato dallo stesso Galeazzo Maria a Borso d'Este, ai cui servizi egli passò, a pari grado del Tura, come pittore di corte. Sono molto numerosi i ritratti che, negli anni dal 1469 al 1474, egli eseguì a Ferrara, tra i quali è memoria di uno di Borso d'Este in figura intera - che lo stesso B. portò nel 1471 a Milano, destinato a Galeazzo Maria Sforza - e di un altro di Borso a cavallo circondato dai suoi cortigiani, pure a cavallo, posteriore al 1473. Per questa sua attività ritrattistica B. fu famoso. Egli la continuò, al servizio della corte, anche sotto Ercole I. Del 1472 sono due medaglie (cfr. Hill) dedicate a Ercole e le pitture per una cappella di S. Domenico a Ferrara, con Storie di s.Ambrogio. Nello stesso anno ancora B. stimò pitture del Tura a Belriguardo. Nel 1493 era a Reggio Emilia come capitano di Porta Castello. Dal 1498 al 1500 era attivo nell'oratorio della Concezione a Ferrara, città in cui la sua presenza è documentata dal 1497 al 1504, anno della sua morte.
Le uniche opere sicure di B. sono anzitutto il ritratto di Tito V. Strozzi,già nella collezione Costabili a Ferrara (con data incerta) e ora di proprietà Cini a Venezia, le medaglie citate, più una terza non datata e le parti di un lacunosissimo affresco (firmato) con le Stimmate e una committente dall'oratono della Concezione (ora nella Pinacoteca nazionale di Ferrara). C. Gnudi e R. Longhi hanno giustamente indicato nel Marzo e nell'Aprile di Schifanoia, i ritratti che si possono ritenere "acconzati" (come dice un documento) da B.; la loro impronta puntualmente obbiettiva e vivamente caratterizzante si distingue in modo nettissimo se appena si considera il tono espressionistico (e pertanto scarsamente fisionomico) usato dal Cossa nei "sapienti" accanto al carro di Minerva. Anche di B. si deve ritenere il ritratto di Borso già nella collezione Trivulzio a Milano (ora nei musei civici al Castello Sforzesco di Milano).
Di pochi anni più giovane del Cossa, e nato un decennio dopo il Tura, B. partecipa ancora allo spirito severo di quella generazione, a quella densità e robustezza formale che andrà sciogliendosi nel sublime grafismo di Ercole de Roberti. Non è quindi possibile sostenere l'identità di B. con quell'anonimo maestro (stranamente chiamato da R. Longhi "Vicino da Ferrara"), che è effettivamente un seguace di Ercole. Il distacco tra le due generazioni trova, nelle opere, una netta convalida; e infatti, il contrasto tra le eleganti e un po' fragili strutture dell'anonimo seguace di Ercole e quelle dense e corpose di B. non potrebbe essere più deciso.
Questo carattere "arcaico" di B. è denunciato pienamente anche dalle tre medaglie che non sono mai state prese seriamente in considerazione dalla critica d'arte e, per quel che se ne può leggere, dall'affresco dell'oratorio della Concezione. Né - a tacere di altre opere del "Vicino" - il ritrattino del Museo Correr (con le lettere A. F. P.) può avvicinarsi a ritratti sicuri di B., per la maggior durezza, un po' spigolosa, del modellato. Altre ascrizioni a B. (avanzate soprattutto dal Cook) non sono più generalmente accettate dalla critica.
Bibl.: A. Venturi, Di chi fosse figlio il Pittore B. d'Este,in Arch. stor. dell'arte, I(1888), pp. 42 s.; Id., B. Estense,in U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, II, Leipzig 1908, pp. 387-389 (con la bibl. prec.); W. Gräff, Ein Familienbildniss des B. Estense in der alten Pinakothek,in Münchener Jahrbuch, VII (1912), pp. 207-224; J. Crowe-G. B. Cavalcaselle, A history of painting in North Italy, II, London 1912, pp. 235-238; F. Malaguzzi Valeri, B. da Reggio e il suo ritratto del duca Borso d'Este,in Rass. d'arte, XII (1912), pp. 101 ss.;A. Venturi, Storia dell'arte ital., VII, 3, Milano 1914, pp. 712-723; G. Biscaro, Note di storia dell'arte e della cultura a Milano dai libri mastri Borromeo,in Arch. stor. lombardo,XLI (1914), p. 91; H. Cook, Further light on B. d'Este,in The Burlington Magazine,XXVII (1915), pp. 98 ss.; G. Habich, Die Medaillen der italienischen Renaissance,Stuttgart-Berlin 1922, p. 49; P. Pecchiai, L'Ospedale Maggiore.... Milano 1927, p. 108; G. H. Hill, A Corpus of Ital. Medals of the Renaissance before Cellini,London 1930, pp. 28 s.; M. Dobroklonsky, ... B. d'Este, in Old Master Drawings, VII (1932), p. 41; Catal. della esposiz. della pittura ferrarese dei Rinascimento,Ferrara 1933, pp. 119 ss.; R. Maiocchi, Codice diplomatico artistico di Pavia,Pavia 1937, I, pp. M, 185; E. Tietze-Conrat, An unknown portrait of Pico della Mirandola,in Gazette des Beaux Arts, s. 6, XXVII (1945), p. 62; P. D'Ancona, Imesi di Schifanoia in Ferrara,Milano 1954, p. 103 (con notizia critica sul restauro di C. Gnudi); R. Longhi, Officina ferrarese [1934; 1940; 1940-45], Firenze 1956, v. Indice, sub voce Vicino da Ferrara; Id., Un Cristo doloroso di B. d'Este,in Paragone, IX (1958), n. 101, pp. 56-59; M. Calvesi, Nuovi affreschi ferraresi dell'oratorio della Concezione, in Bollett. d'arte,XLIII (1958), pp. 145 s., 155 s.; F. R. Shapley, B. d'Este and a Portrait of Francesco II Gonzaga, in Studies in the history of art dedicated to W. E. Suida...,London 1959, pp. 124-128; Encicl. Ital., V, p. 941 (sub voce B. Estense).