BALDASSARRE Estense, detto anche da Reggio
Pittore e medaglista ferrarese. Figlio naturale di Niccolò III d'Este, nato a Reggio circa il 1443, fu educato in Milano dove stette al servizio di Francesco e di Galeazzo Maria Sforza fino al 1469, lavorando anche alla decorazione del castello di Pavia. Nel 1469 andò a Ferrara, al servizio di Borso d'Este che lo assunse come pittore di corte, e vi dipinse specialmente ritratti. Nel 1471 fu richiamato per breve tempo dal duca di Milano; ma prima di finire il ritratto che di sé il duca gli aveva commesso tornò di nuovo a Ferrara dove dipinse (1472) fatti della vita di Sant'Ambrogio in una cappella in San Domenico per conto di Simone Ruffini e fece (1473) un ritratto equestre del duca Borso fra i suoi cavalieri di corte. Prese parte allora anche alla decorazione del palazzo di Schifanoia e per Ercole I fece altri ritratti e due medaglie di lui. Poco dopo (1476) andò a Reggio dove fu fatto capitano di Porta Castello. Nel 1497 tornò a Ferrara: vi fu fatto capitano di Castel Tedaldo e vi rimase fino alla morte, avvenuta probabilmente nel 1504. Della sua opera pittorica, che pure dovette essere abbondante, assai poco ci rimane.
Un ritratto del 1499, che si credette rappresentasse il poeta ferrarese Tito Strozzi, già a Ferrara nella galleria Costabili, è ora proprietà del Cook a Esher in Inghilterra. Del 1502 è la tavola d'altare con la morte di Maria e i dodici apostoli, fatta per le monache di Mortara ricoveratesi in Ferrara, passata in Santa Maria delle Grazie, e ritrovata da Adolfo Venturi nella collezione Massari. È assai dubbia l'identificazione fatta dal Malaguzzi del ritratto di Borso d'Este donato a Galeazzo Maria Sforza nel 1471 in un ritratto della collezione Trivulzio a Milano, ritratto da cui derivano le medaglie del Lixignolo e del Petrecini. Il Cook ha cercato di rintracciare altre opere del pittore in dipinti finora attribuiti ad altri ferraresi (ritratto della famiglia Sacrati, a Monaco, il Violinista della Galleria di Dublino, il Concerto della National Gallery dato a Ercole de' Roberti, il Guidobaldo d'Este di Hampton Court, il ritratto d'ignoto del Museo Correr dato a Ansuino da Forlì, l'altro della collezione Abdy dato a Cosmè Tura, e i due di Giovanni Bentivoglio e della moglie, della collezione Dreyfus, oltre a quelli di due coniugi genuflessi del Kestner Museum di Hannover). A. Venturi gli attribuisce un ritrattino del Museo André a Parigi.
Come medaglista non fu dei migliori, sebbene sia chiara l'ispirazione attinta a buoni modelli anche pisanelleschi. La maggior fama la dovette alle sue pitture, in cui egli fu seguace soprattutto di Ercole de' Roberti.
Bibl.: A. Venturi, Storia dell'arte italiana, VII, iii, Milano 1914; E. G. Gardner, Painters of the School of Ferrara, Londra 1911, p. 46 segg.; H. Cook, B. d'Este, in The Burlington Mag., XIX (1911), pp. 228-33, ristampato in Reviews and Appreciations, Londra 1912, pp. 106-19; id., Un altro ritratto di B. d'Este, in Rass. d'arte, XII (1912), p. 164; id., Further Light on B. d'Este, in The Burlington Mag., XXVII (1915), pp. 98-104; W. Gräff, Ein Familienbildnis des B. E. in der alten Pinakothek, in Münchner Jahrb., VII (1912), pp. 207-224; F. Malaguzzi Valeri, B. da Reggio e il suo ritratto del duca Borso d'Este, in Rass. d'arte, XII (1912), pp. 101-03; G. F. Hill, Medals of the Renaissance, Oxford 1920; G. Habich, Die Medaillen d. italienischen Renaissance, Stoccarda-Berlino s. a.