PAOLI, Baldassarre
– Nacque a Firenze il 16 dicembre 1811 da Antonio, artigiano, e da Angiola Bianchi, in una famiglia di umili origini.
Studiò all’Università di Pisa e ottenne la laurea in giurisprudenza il 14 giugno 1833. Dopo aver esercitato la professione legale, nel 1838 entrò in magistratura dove, pur con diversi ruoli, rimase fino alla sua giubilazione. Fu dapprima regio procuratore del Tribunale di prima istanza di San Miniato e poi, dal 1843, di quello di Pisa. Per problemi di salute nel 1848 passò alle funzioni di giudice aggregato alla corte regia di Firenze ma, ristabilitosi, già alla fine del 1849 divenne regio procuratore del Tribunale di prima istanza di Firenze.
Profondamente cattolico, anche se di orientamento liberale e tollerante, Paoli sposò Antonietta Bruchi, dalla quale ebbe nove figli: il primogenito Cesare, nato nel 1840, fu un rinomato archivista e professore di paleografia e diplomatica.
Molto legato all’influente procuratore generale Antonio Bicchierai, negli anni Cinquanta Paoli fu inserito in varie commissioni che si occuparono sia della revisione di normative vigenti (tra cui quella che reintroduceva la censura preventiva sulla stampa), sia di riforme organiche della legislazione, in particolare in materia di procedura criminale (per cui collaborò alla stesura di una bozza di codice mai promulgato), e di riorganizzazione della polizia. Nel 1855, su sollecitazione di Francesco Antonio Mori, Paoli prese parte anche ai lavori per una revisione del codice penale toscano, che l’anno seguente ne mitigò alcune disposizioni.
In quegli anni, peraltro, egli si fece notare per alcune opere, come la Guida del nuovo codice penale pel Granducato di Toscana (Firenze 1853), un agile repertorio alfabetico di tutti i titoli di reato contenuti nel codice, condito da una schematica serie di indicazioni utili all’operatore del diritto (articolo e paragrafo contemplanti il delitto, specie e grado della pena previsti, tribunale competente a giudicarlo). Significativi furono anche il Manuale per l’imperiale e reale gendarmeria (Firenze 1852), un commento al decreto del maggio 1851 sulle attribuzioni dei gendarmi con funzioni di polizia giudiziaria sapientemente arricchito con elementi di diritto e procedura penale, nonché le Nozioni elementari di diritto penale militare (Firenze 1856), chiara esposizione di quella branca del diritto secondo il nuovo codice penale militare toscano, tesa a diminuirne il più possibile i caratteri di eccezionalità.
Fin da questi due scritti, in cui erano molto accentuati i riferimenti giurisprudenziali, si intravidero sia la vena pragmatica che da sempre aveva contraddistinto il diritto e la scienza giuridica toscana, sia la vocazione primaria di Paoli per la divulgazione e la diffusione dello studio del diritto, in particolare in quei settori sensibili dell’ordinamento in cui operavano soggetti privi di formazione giuridica. Sul primo tema Paoli tornò pubblicando una scelta di scritti del giurista Francesco Forti (Raccolta di conclusioni criminali, Firenze 1864), in cui si esaltava – non senza alcune forzature – il ruolo della giurisprudenza nell’interpretazione e mitigazione delle disposizioni legislative. Al tempo stesso Paoli esortava a non accantonare lo studio del diritto romano, fonte «perenne di ragione e di pratica sapienza civile» (Colao, 2008, p. 822).
Sulla formazione di Paoli notevole peso ebbe il magistero di Giovanni Carmignani, di cui si dichiarò sempre discepolo e di cui riprese molte dottrine, come quella, basilare, per cui il criterio d’imputabilità non risiede nella malvagità intrinseca dell’azione, ma nel danno da questa arrecato alla sicurezza pubblica e privata. Ciononostante, non esitò a distaccarsi da alcune opinioni troppo rigorose del maestro pisano, come in tema di 'desistenza nel tentativo'. In generale, fu ben presto annoverato come esponente di spicco della ‘scuola classica’: di orientamento liberale e molto vicino a Francesco Carrara, sostenne l’introduzione della liberazione condizionale per i reati di minor entità, la restrizione dei casi di carcerazione preventiva e l’allargamento di quelli di libertà provvisoria.
Dopo l’annessione della Toscana al Regno di Sardegna (1860), Paoli, già consigliere di Cassazione a Firenze, rifiutò la nomina, voluta dal ministro di Grazia e Giustizia Giovanni Battista Cassinis, in una delle altre corti di Cassazione dell’Italia settentrionale, adducendo problemi di carattere economico legati all'ampiezza della sua famiglia. Fu avvocato generale presso la Cassazione fiorentina dal novembre del 1876, per essere infine promosso primo presidente della Corte d’appello di Firenze, dove rimase fino al collocamento a riposo, avvenuto nel dicembre del 1886 per motivi anagrafici e con l’attribuzione del titolo onorifico di presidente onorario della Cassazione, dopo che nel 1883 era diventato socio corrispondente nazionale dell'Accademia dei Lincei.
In quegli anni grande impegno fu da lui profuso a fianco del progetto di Bernardo Cassini, fondatore del periodico Il giornale delle leggi, attivo tra il 1870 e il 1882, sul quale pubblicò una lunga serie di lavori di diversa natura: note a sentenza, trascrizioni di conclusioni presentate in singole cause, studi su singoli istituti. Paoli diede un contributo rimarchevole alla collana della Biblioteca didattico-legale di Cassini, sorta per diffondere la conoscenza del diritto, sul presupposto dell’importanza di quelle nozioni per la vita civile e politica dei semplici cittadini. In tale collana vennero raccolti diversi volumi di Paoli già usciti in articoli su quel periodico.
Si tratta di manuali elementari, in stile piano e lucido, ricchi di esempi sotto forma di casi, che non rinunciavano tuttavia a esporre alcuni problemi di carattere dottrinale, né la ratio fondante della legge. Il primo, le Nozioni elementari di diritto penale, vide la luce a Genova nel 1871 e fu destinato ai membri delle giurie penali, non certo viste con favore da Paoli, ma di sicuro bisognose di essere istruite su alcuni istituti chiave, necessari anche per il giudizio sul fatto, come l’imputazione. Paoli si volse ben presto anche al diritto privato: nel 1875, sempre a Genova, iniziò la pubblicazione delle Nozioni elementari di diritto civile, che si protrasse fino al 1881 con diversi volumi su successioni, dote, figli di famiglia, tutela. Suo intento fu quello offrire ai privati cittadini un sussidio attraverso il quale essi potessero agevolmente conoscere le norme giuridiche senza dover consultare il codice e le leggi.
A livello sociale, molto sentito da Paoli fu il problema della salvaguardia degli orfani, argomento a cui dedicò vari suoi discorsi inaugurali degli anni giudiziari, nonché il proprio concreto supporto, prestato come 'operaio' del conservatorio delle Giovacchine di Firenze. Scrisse molto su periodici di primo piano, come la Rivista penale e gli Annali della giurisprudenza italiana. Fra gli altri, spicca il saggio sulle principali discordanze delle quattro Corti di cassazione edito in due puntate sugli Annali fra 1868 (II, 3, pp. 34-54) e 1869 (III, 3, pp. 129-131), in cui affermò la necessità dell’istituzione di una sola Corte di cassazione per il Regno d’Italia per appianare le discrasie fra la giurisprudenza delle Cassazioni di Firenze, Torino, Napoli e Palermo.
Fu molto forte altresì il suo impegno nel nuovo Stato italiano, anche nelle istituzioni politiche, dove operò sempre nei panni di giurista tout court, distante dalla lotta politica. Fu consigliere comunale (1874-1885, 1887-1889) e provinciale a Firenze, ma soprattutto senatore del Regno dal maggio del 1876. Fin dal 1866 Paoli fu membro della commissione incaricata di redigere il nuovo codice penale unitario e fu parte di tutte le successive commissioni, tanto da essere non a torto definito come uno dei progenitori, con Pasquale Stanislao Mancini e Carrara, del codice Zanardelli del 1889.
In tale contesto va menzionato l’impegno profuso – spesso invano – da Paoli per il travaso nel codice unitario del modello toscano su molti aspetti cruciali, tra cui la classificazione bipartita dei reati, l’abolizione della pena di morte, i criteri di imputazione del delitto, il reato mancato, la correttezza del linguaggio giuridico. Oltre a far apparire un volume sul progetto elaborato dal ministro di Grazia e Giustizia Paolo Onorato Vigliani (Sul progetto del libro secondo del nuovo codice penale italiano. Prime osservazioni, Firenze 1867), Paoli fu anche il primo storico della genesi del codice, che illustrò nel Saggio di una storia scientifica del decennio di preparazione del codice penale italiano (Firenze 1878) e rielaborò ulteriormente nell’Esposizione storica e scientifica dei lavori di preparazione del codice penale italiano dal 1866 al 1884 (I-II, Firenze1884-85). Tali opere furono concepite non tanto in chiave erudita, quanto come un primo commento al codice che, attraverso la ricostruzione della genesi delle norme e dei contributi della scienza giuridica, ne avrebbe chiarito lo spirito genuino. La principale differenza fra i due scritti sta nell’estromissione, nel secondo, del punto di vista personale dell'autore sugli aspetti controversi trattati.
Morì a Firenze il 20 gennaio 1889.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Firenze, Consulta, Serie II, 563; Ministero di giustizia e grazia, 1113; Segreteria di gabinetto, 593, ins. 565; gran parte del carteggio di Paoli è conservato a Livorno, Biblioteca Labronica, Autografoteca Bastogi; altre lettere sono in diversi fondi manoscritti della Biblioteca nazionale di Firenze (Carteggi vari, 178, 262, 488) e nelle'Archivio di Stato di Firenze, Carte Bonaini, 6; Cesare Paoli, 2, ins. 25.
F. Mele, Un codice unico per un’Italia nuova: il progetto di codice penale di Pasquale Stanislao Mancini, Roma 2002, ad ind.; F. Colao, Francesco Forti. Un civilista ‘pubblico ministero’ nella Toscana del primo Ottocento, in Scritti in onore di Marco Comporti, a cura di S. Pagliantini - E. Quadri - D. Sinesio, Milano 2008, pp. 799-823; A. Santangelo Cordani, Le retoriche dei penalisti a cavallo dell’unità nazionale, Milano 2011, ad ind.; D. Edigati, Il codice mancato. Tentativi di codificazione della procedura e riforma della giustizia criminale nella Toscana ottocentesca, Roma 2013, ad ind.; T. Sarti, Il Parlamento subalpino e nazionale. Profili e cenni biografici di tutti i deputati e senatori eletti e creati dal 1848 al 1890, Roma 1896, pp. 725 s.; Repertorio biografico dei senatori dell’Italia liberale 1861-1922, a cura di F. Grassi Orsini - E. Campochiaro, VII, Napoli 2009, sub voce.