ADIMARI, Baldinaccio
Figlio di Bindo, apparteneva al ramo dei Cavicciuoli; fu cavaliere a Spron d'Oro. Legato alla politica dei Cerchi, prese parte, nel 1297, a un tumulto contro i Donati, per cui venne multato, parimenti a Guido Cavalcanti, di 1200 librae; tre anni dopo (1300), ancora con il Cavalcanti, venne confinato a Sarzana. Tornato in patria, il 26 marzo 1302, iniziò, con Baschiera della Tosa e Naldo Gherardini, trattative con Pierre Ferrand di Linguadoca per uccidere Carlo di Valois, promettendogli il dominio su Prato, due castelli nel Lucchese, una condotta da parte del Comune di Firenze e la sistemazione dei parenti.
La trama fu resa nota a Carlo, probabilmente dallo stesso Ferrand, e l'A., con altri Bianchi e Ghibellini, fu nuovamente bandito. Nel 1304 era ancora una volta a Firenze, come rappresentante dei fuorusciti alla pace del cardinale da Prato. Ma la sua appartenenza ai Bianchi gli costò ancora molti anni di esilio. Nel 1306 era podestà di Pistoia quando la città capitolò di fronte ai Fiorentini. Poco dopo era a Imola, con altri fuorusciti, presso il cardinale Napoleone Orsini. Alla venuta di Enrico VII in Italia, pare sia stato tra quelli che con i Palmieri e gli Altoviti s'affrettarono a rendergli omaggio; certo fu poi al suo seguito (1310) e nel settembre 1312 era con l'esercito dell'imperatore davanti a Firenze.
Nel 1315 provocò la ribellione di Cerreto Guidi e se ne impadronì per ricattare il Comune, impegnato con Uguccione della Faggiuola, affinché gli si permettesse il ritorno in patria (a questo episodio risalgono anche i possessi della famiglia in quella zona). Rientrò così a Firenze, con tutti gli onori.
Fonti e Bibl.: G. Villani, Cronica, Trieste 1857, pp. 184, 185, 187; Cronaca fiorentina di Marchionne di Coppo Stefani, in Rer. Italic. Script., 2 ediz., XXX, 1, a cura di N. Rodolico, pp. 83, 86, 118; D. Compagni, Cronica, ibid., 2 ediz., IX, 2, a cura di I. Del Lungo, pp. 64, 136, 141. 180; L. Bruni, Historiae Florentini populi, ibid., 2 ediz., XIX, 3, a cura di E. Santini e C. Di Pierro, pp. 90, 92; R. Davidsohn, Geschichte von Florenz, III, Berlin 1912, pp. 29, 101, 108, 205, 208, 234, 316, 328, 414, 489, 519, 600-601.