BALDO
Nessuna notizia ci è pervenuta sulla sua vita. In base a qualche indizio (menzione del Ticino in una delle sue favole, peculiarità linguistiche, ecc.) si è portati a ritenerlo italiano e vissuto nel sec. XII. Di questo avviso è G. Paris, che si serve di argomentazioni alquanto, convincenti per respingere l'opinione di L. Hervieux favorevole a una datazione posteriore (fine sec. XIII). La sua opera, una raccolta di favole in esametri leonini (in tutto 1242), è conservata in due soli manoscritti, di cui il più antico, il cod. 112 di Heiligenkreuz (inizio sec. XIV), rinvenuto dallo Hilka, presenta rispetto all'altro, il Vindob. 303,una redazione più completa (8 favole in più, l'ultima forse non di B.) e attribuisce al poeta il nome "Balbo", probabilmente dovuto a svista dell'amanuense. L'opera risale in parte (23 favole su 35) al Kalīla wa Dimna attraverso una fonte latina indipendente dal Directorium humanae vitae di Giovanni da Capua, ed è quindi molto importante per la storia della emigrazione e della diffusione in Occidente del Pañcatantra. Scarso è il valore poetico delle singole favole spesso oscuro il linguaggio, anche nelle parti che, non avendo riscontro nella tradizione favolistica medievale, potrebbero esser dovute alla fantasia di Baldo. Non rare sono le reminiscenze scolastiche oraziane e virgiliane.
L'opera di B. godette molta fortuna, come è attestato fra l'altro dalle menzioni di Geremia da Montagnone, Raimondo di Béziers e Giovanni de Grapanis.
Bibl.: Edizioni: E. Du Méril, Poésies inédites du Moyen Age,Paris 1854, pp. 213-259; L. Hervieux, Les Fabulistes latins. V: Jeande Capoue et ses dérivés,Paris 1899, pp. 32-38, 339-378 (recensito da G.Paris, in Journal des Savants,aprile 1899, pp. 207-226; per B. si vedano le pp. 212-217); A. Hilka, Beiträge zur lateinischen Erzählungsliteratur des Mittelalters.... in Abhandlungen d. Gesellschaft d. Wissensch. zu Göttingen,Philol-Histor. Klasse, n. s., XXI, 3 (1928), pp. 1-58. Ciascuna edizione è accompagnata da notizie introduttive. Si veda inoltre: M. Manitius, Gesch. der latein. Literatur des Mittelalters, III,München 1931, pp. 776 s.