BALDRICO di Bourgueil (Baudri de B. )
Nato nel 1046 a Meung-sur-Loire, monaco poi abate (1089) di S. Pietro di Bourgueil, infine (1107) arcivescovo di Dol, morto nel 1130. Uomo di pura e semplice vita, ebbe care le lettere. Scrisse in prosa e in versi con elegante facilità. In prosa, oltre ad alcune vite di santi, ci lasciò una ben costrutta Historia hierosolimitana, ch'è tra le più antiche, se non tra le più autorevoli relazioni della prima crociata. Ma i suoi versi, non molto numerosi, benché non tutti forse giunti sino a noi, destano maggiore interesse. Sono per lo più componimenti molto brevi. Un centinaio di elogi funebri, fatti per lapidi tombali o per quei rotoli mortuarî ch'erano allora in gran voga, "titoli", epigrammi, enimmi, qualche inno, moltissime epistole. Di queste alcune hanno contenuto morale, altre contenuto letterario, altre infine sono libere effusioni del cuore. Baldrico vi esprime con semplice eleganza idee e gusti di monaco umanista, amante della solitudine studiosa e delle elette amicizie. Notevoli le epistole a signore ed a monache, ove il linguaggio ha accenti di platonica galanteria, che le ha fatte accostare da qualche critico, e non a torto, alla lirica trovadorica contemporanea. A una donna, alla colta e gentile contessa Adele di Blois, è anche consacrato il maggior poema di Baldrico, uno dei rari componimenti ov'egli tenta di levarsi a concezioni più vaste. È la descrizione d'una fantastica sala, con arazzi che espongono i fatti principali della storia antica e moderna, pitture che rappresentano il cielo e la terra, sculture raffiguranti le scienze e le arti; tutto ciò offre a Baldrico l'occasione di comporre una specie di enciclopedia poetica, preziosa anche per la storia della cultura contemporanea.
Ediz.: Le prose in Patrologia Latino, CLXVI, p. 1057 segg.; i versi a cura dell'Abrahams, Les œuvres poḫtiques de Baudri de Bourgueil, Parigi 1926.