BALILLA
. Nome tradizionale del fanciullo che, col suo gesto di ribellione, accese la prima scintilla dell'insurrezione che scacciò gli Austriaci da Genova, nel 1746. Il governo repubblicano della città, durante la guerra di successione austriaca, era stato sorpreso dagli avvenimenti: gli Austriaci, occupata la città, avanzavano pretese sempre più onerose; e procedevano alla requisizione delle artiglierie, quando scoppiò il tumulto del 5 dicembre 1746. Un drappello di soldati austriaci accompagnava per le strettissime vie della città un grosso mortaio. Per il tempo piovoso il mortaio affondò in una via del quartiere popolare di Portoria. Il sergente, che comandava il drappello, richiese arrogantemente ai popolani affollati di aiutare i soldati nel lavoro. Volò qualche frase ironica e il sergente replicò menando bastonate. Allora da un gruppo di giovani uscì un ragazzo, il quale si rivolse ai compagni con la frase: Che l'inse? "Che la cominci a rompere?" e scagliò un sasso. L'atto fu seguito da una fitta sassaiola che costrinse i soldati a fuggire. Questo gesto di audacia fu il segnale della sommossa generale, che in cinque giorni riuscì a cacciare gli austriaci da Genova e dalla Liguria.
Nessuna cronaca o documento dell'epoca dice il nome dell'ardito monello di Portoria. Verso il 1845 si diffuse per le stampe la notizia che quel ragazzo avesse nome G. B. Perasso detto Balilla e fosse nato a Montoggio, nella frazione Pratolongo, l'8 aprile 1729 e ciò sulla fede del rev. G. B. Miraglia di Montoggio, il quale affermava che il Perasso medesimo s'era spesso vantato con lui d'essere proprio quegli che aveva scagliato il primo sasso nella sera del 5 dicembre 1746. La notizia fu presto diffusa in Genova e il Mameli immortalò il nomignolo di Balilla nel suo Inno famoso. Ma nel 1881 il curato di S. Stefano in Portoria presentò una fede di nascita attestante che un G. B. Perasso era nato in quella parrocchia il 26 ottobre 1735. Una commissione, invitata dal municipio, concluse che il Balilla era da identificarsi nel G. B. Perasso nato a Genova. La questione sembrò riaprirsi nel 1904 quando l'avvocato genovese Edoardo Cabella consegnò al comune un foglio conservato da certa Nicoletta Perasso, nel quale un Peraso deto Balila dichiarava che il 5 dicembre 1746 aveva incominciato a tirare un sassu. La Perasso affermava che il documento era un autografo dell'avo suo e come tale custodito sempre dalla sua famiglia. Ma l'autenticità e il valore di questo nuovo documento sono stati da molti autori vivacemente contestati e la questione è ancora sub iudice.
L'esistenza di un Balilla che diede prove di coraggio negli avvenimenti genovesi del 1746-47 è testimoniata da un cenno di G. Agostino Gastaldi in una sua versione in genovese della Gerusalemme Liberata (Genova 1755), ma non è detto che quel Balilla fosse per l'appunto il ragazzo della sassata. Nuovi, ma divergenti elementi, furono portati, nel 1926, da Umberto Villa, il quale pubblicò un poemetto, di grafia della seconda metà del '700, in latino maccheronico, intitolato Bellum Genuense (donato nel 1927 al comune), che tratta appunto della famosa cacciata. L'autore, ignoto, ma presumibilmente un sacerdote contemporaneo e compartecipe agli avvenimenti, chiama diversamente il ragazzo, che lanciò la prima pietra. Sebbene questo documento sia, sino ad oggi, l'unico sincrono che nomini il fanciullo di Portoria, la tradizione - e in questo caso è quella che più conta - è ormai tenacemente attaccata al nome di Balilla e, anche se non avvalorata da documenti, ha consacrato e simboleggiato con questo nome gli ardimenti della gioventù della patria, dall'Inno di Mameli ai nostri giorni.
Bibl.: Cuneo, Cenni biografici sulla vita e morte del Balilla, Genova 1848; G. Olivieri, Dizionario Genovese, 2ª ed., s. v. Insà; Cenni Storici sul Balilla estratti per ordine del municipio dai libri parrocchiali di S. Stefano in Genova, Genova 1883; F. Donaver, La leggenda di Balilla, in Uomini e libri, Genova 1888; A. Neri, A proposito della sollevazione di Genova nel 1746, in Riv. Lig. di scienze lett. ed arti, Genova 1910; U. Villa, Guerra di Genova contro i Tedeschi, Genova 1926. Sulla tradizione del Balilla a Genova verso il 1848, v. A. Colombo nel vol. miscellaneo Goffredo Mameli e i suoi tempi, Venezia 1928.
L'Opera Nazionale Balilla.
L'Opera Nazionale Balilla, per l'assistenza e l'educazione fisica e morale della gioventù - istituzione del fascismo, che trae le sue origini dalle prime organizzazioni giovanili del periodo rivoluzionario, di cui si ricordano martiri adolescenti - è un ente morale, istituito con legge 3 aprile 1926, n. 2247, sottoposta all'alta vigilanza del Capo del governo e (r. decr. 14 settembre 1929) alle dipendenze del ministero dell'Educazione nazionale. L'ente ha sede in Roma e realizza le sue finalità per mezzo delle istituzioni dei Balilla, degli Avanguardisti e delle Piccole e Giovani Italiane.
L'istituzione degli avanguardisti cura specialmente l'addestramento e la preparazione dei giovani alla vita militare. Appartengono ai balilla i fanciulli dagli 8 ai 14 anni; agli avanguardisti i giovani dai 14 anni compiuti ai 18.
L'Opera provvede al conseguimento dei proprî scopi: 1. con le contribuzioni dei soci; 2. con le somme provenienti da lasciti, donazioni, oblazioni e sovvenzioni disposte a suo favore; 3. con i contributi stanziati annualmente sui bilanci dei ministeri dell'Interno, dell'Educazione nazionale, delle Corporazioni.
L'Opera è amministrata da un consiglio centrale composto da un presidente, da un vice-presidente e da ventiquattro consiglieri, nominati con decreto reale, su proposta del Capo del governo, primo ministro. Con r. decreto-legge 10 agosto 1927, n. 1554, tutte le attribuzioni del consiglio centrale sono state delegate al presidente dell'Opera.
Sono soci dell'Opera coloro che con elargizioni o con contributi periodici concorrono al conseguimento dei fini dell'ente. I soci si distinguono in benemeriti, perpetui e temporanei.
L'Opera assegna diplomi e medaglie di benemerenza ai soci che se ne rendano particolarmente meritevoli e a coloro che abbiano procurato un numero rilevante di nuovi soci, o che in altro modo abbiano svolto notevole e proficua attività per i fini dell'Opera stessa.
In ogni provincia esiste un comitato provinciale composto del presidente e di dieci consiglieri. Esso provvede all'esecuzione delle disposizioni impartite dall'Opera Nazionale e al normale svolgimento dei servizî d'assistenza e d'educazione della gioventù nella provincia; segnala all'Opera Nazionale le istituzioni pubbliche e private della provincia e le persone che si rendono benemerite delle opere d'assistenza e d'educazione della gioventù, riferisce periodicamente sull'andamento dei servizî, propone i provvedimenti ritenuti necessarî per migliorarli e dà parere sulle domande di sovvenzione presentate dalle dette istituzioni e sulle domande di costituzione di nuove istituzioni.
In ogni comune funziona un comitato comunale composto d'un presidente e d'un numero di consiglieri stabilito, per ogni comune, secondo la rispettiva popolazione, dal comitato provinciale.
La legge organica dell'Opera è stata integrata con i regi decreti 9 gennaio, n. 5 e 9 aprile 1928, n. 696, ordinanti lo scioglimento e l'assorbimento nelle file dell'Opera Nazionale Balilla di tutte le organizzazioni e formazioni giovanili non facenti capo all'Opera stessa.
I regolamenti amministrativi e tecnico-disciplinari per l'esecuzione della legge 3 aprile 1926 sono stati approvati con r. decreto 9 gennaio 1927, n. 6, data che coincide con l'effettivo inizio dell'attività dell'Opera.
A meno di tre anni di distanza dal suo atto di nascita l'Opera Nazionale Balilla ha posto in essere tutte le condizioni per lo svolgimento del suo vastissimo programma. Al 10 febbraio 1930, l'Opera contava oltre 1.974.822 iscritti - di cui 903.324 balilla e 365.044 avanguardisti, inquadrati in 592 legioni sotto il comando di 5588 ufficiali della Milizia. A tutto il 1929 oltre 19.500 istruttori insegnanti erano addetti ai reparti giovanili, presso cui prestavano anche servizio 767 cappellani e 1237 medici.
Particolare importanza hanno i reparti marinai, ciclisti e sciatori, e specialmente quelli addetti alla difesa aerea territoriale, ai quali s'impartisce un'adeguata istruzione tecnica; reparti che inquadrano ben diecimila avanguardisti.
I comandanti degli avanguardisti sono ufficiali della Milizia, scelti tra coloro che dànno maggiore affidamento per attitudini educative, per carattere e per cultura; i comandanti dei balilla sono prevalentemente insegnanti nelle scuole primarie, anche essi appartenenti alla Milizia.
Il problema dell'educazione fisica è stato risolto dall'ente nei suoi due aspetti principali: dal lato pratico e dal lato teorico. Dal lato pratico con l'assumersi la cura dell'insegnamento che una volta dipendeva dall'Ente nazionale per l'educazione fisica, incorporato nell'Opera con r. decr. 20 novembre 1927, n. 2341; dal lato teorico col creare l'Accademia fascista di educazione fisica.
Così, mentre da una parte la presidenza dell'Opera Nazionale Balilla vigila, per mezzo dei suoi comitati provinciali, allo sviluppo razionale degli esercizî ginnici, dall'altro prepara insegnanti moderni, colti, disciplinati, fascisti.
L'insegnamento ginnico-sportivo, impartito negl'istituti primarî e medî secondo i programmi statali, si allarga e si completa nelle sedi dell'Opera, dove i balilla e gli avanguardisti vengono avviati a esercizî militari e alla pratica di ogni altra disciplina sportiva: dalla scherma al ciclismo, dal podismo al calcio, dall'atletica leggiera al nuoto, dall'equitazione al canottaggio. Tutte le attività e tutte le attitudini dei singoli sono controllate, incoraggiate e messe poi in valore dalle gare ginniche.
Le gare promosse dalla presidenza dell'Opera Nazionale hanno luogo negli stadî comunali e provinciali, in occasione di ricorrenze patriottiche ecc. e concorrono a preparare i campionati regionali, attraverso i quali vengono scelti i campioni per il Gran Premio del Littorio: la maggior gara per gli avanguardisti. Questo viene organizzato generalmente in occasione dell'anniversario della Marcia su Roma.
A queste gare l'Accademia fascista per la preparazione degli insegnanti di educazione fisica dà grande incremento. Inaugurata il 5 febbraio 1928, essa, dopo due anni di corso con internato obbligatorio, immette nelle palestre insegnanti di educazione fisica preparati a esplicare il vasto programma ginnico-sportivo dell'Opera. All'Accademia possono accedere solamente i giovani muniti di diploma di scuole medie superiori. Le materie d'insegnamento sono le seguenti: anatomia umana normale, fisiologia, psicologia, igiene, traumatologia, cinematica, antropometria, terapia fisica, patologia dello sport, filosofia, pedagogia, francese, inglese, scherma, canottaggio, tiro a segno, specializzazioni sportive, educazione fisica pratica e teorica, storia dell'educazione fisica, legislazione fascista, tirocinio, arte applicata, canto, tecnica militare.
Tra luglio e ottobre 1928 l'Accademia ha licenziato i primi 150 allievi, subito assorbiti nelle file dell'organizzazione, o come professori di educazione fisica, o con incarichi direttivi e ispettivi.
Lo statuto dell'Accademia, approvato dal Consiglio superiore dell'educazione nazionale nell'ottobre 1929, prevede l'istituzione di un corso biennale superiore, riservato ai diplomati del primo biennio e laureati in medicina che volessero specializzarsi nelle discipline sportive. Questo secondo biennio conferisce il titolo di dottore in scienze applicate all'educazione fisica.
Le materie di studio del secondo biennio sono le seguenti: nozioni generali di embriogenesi ed organogenia-morfologia delle costituzioni umane; fisiologia del fanciullo e della crescenza; patologia della crescenza; chimica e fisico-chimica biologica; psicologia applicata alla pedagogia e al lavoro; legislazione e statistica demografica; corsi pratici di educazione fisica della crescenza; igiene della crescenza, igiene scolastica, puericoltura; fisico-chimica biologica e controllo degli allenamenti; biometria e biotipologia umana; medicina sociale; eugenetica; radiologia applicata; specializzazioni sportive.
L'Accademia conta attualmente oltre 150 allievi, che sono ospitati provvisoriamente nei locali della Scuola centrale militare di educazione fisica alla Farnesina (Roma); gli edifici in cui l'accademia avrà la sua sede definitiva fanno parte integrale di quel grandioso complesso di costruzioni sportive denominate Foro Mussolini che l'Opera Nazionale sta facendo costruire in Roma, presso il ponte Milvio, su di un'area di 350.000 mq.
La sede dell'Accademia comprenderà vasti dormitorî, aule per le sale di studio, la biblioteca, il museo, l'aula magna, i gabinetti scientifici, ampie sale di convegno per gli allievi e per i docenti, e infine tutti i servizî distribuiti razionalmente secondo i criteri della tecnica più moderna. Nel fabbricato dell'Accademia troveranno anche posto una palestra di 600 mq. con ampie tribune, una palestra più piccola, e le sale per la scherma, il pugilato, la lotta greco-romana.
Annesso all'Accademia sorgerà un grande stadio monumentale di marmo, delle dimensioni prescritte per le partite internazionali e capace di 20 mila persone.
Nel Foro troveranno anche posto uno stadio capace di 100 mila persone, diversi campi per il gioco del calcio e del rugby, piste per corse, salti e lanci, campi di tennis e palla al cesto, teatro all'aperto, due piscine: una scoperta con spiaggia artificiale, e una coperta, un galoppatoio con annessa scuderia, un campo di tiro a volo e infine un grande autoparco. Questi varî elementi saranno opportunamente separati fra di loro da giardini e parchi ombrosi, solcati da grandi viali. Di fronte all'ingresso principale del Foro, sulla riva destra del Tevere, saranno erette costruzioni per la custodia dei canotti e un'ampia banchina d'approdo. Nel centro dell'area sarà rizzato l'obelisco dedicato al Duce, un monolito di marmo bianco di Carrara, largo m. 2,50 e alto m. 18. L'enorme blocco, che misura 112 metri cubici e pesa 320 tonnellate, sarà collocato sopra un basamento alto 15 metri formato da massi di bardiglio. L'altezza totale sarà quindi di 33 m. circa, pari a quella dei maggiori obelischi di Roma (v. anche roma).
Connessa strettamente all'educazione fisica è l'assistenza agl'iscritti all'Opera Nazionale. Quest'assistenza è principalmente sanitaria: preventiva, terapeutica e pratica. L'assistenza preventiva è svolta negli ambulatorî delle legioni e dei comitati dove medici di riconosciuto valore studiano individualmente i balilla sottoposti al loro esame e ne seguono lo sviluppo somatico, distribuendo medicinali gratuitamente, prescrivendo cure o provvedendo al ricovero in appositi convalescenziarî di coloro che ne hanno maggior bisogno. L'assistenza terapeutica è profferta a tutti gli iscritti in qualunque caso di malattia e ad ogni richiesta delle famiglie, sia prestando le cure necessarie nei singoli casi clinici, sia facendo accogliere nelle case di cura cittadine, a cura dell'Opera, gli ammalati che non possono trovare in famiglia cure valide e mezzi adatti alla loro guarigione. L'assistenza pratica consiste nell'istituzione dei solarî, delle colonie marine, delle colonie montane e dei campeggi. L'Opera ha costituito, per svolgere questo programma assistenziale, un saldissimo organismo. Oltre centomila iscritti vengono annualmente ospitati nelle colonie, e perché le cure montane abbiano continuità ed efficacia, l'Opera ne ha istituite di permanenti nelle regioni in cui il clima si presia meglio a eccitare benefiche reazioni negli organismi più deboli e più predisposti a contrarre affezioni morbose.
La presidenza dell'Opera, sviluppando uno degli aspetti del suo programma assistenziale, ha assicurato, con regolare contratto, contro gli infortunî tutti gli organizzati a decorrere dal 1° gennaio 1929. L'assicurazione si acquista di diritto col semplice possesso della tessera e garantisce l'iscritto per qualsiasi infortunio, comunque e dovunque avvenga. Il premio è di L. 30.000 in caso d'invalidità totale permanente, un'indennità giornaliera di L. 10, per un massimo di 70 giorni, in caso d'invalidità temporanea, e di L. 10.000 alla famiglia in caso di morte dell'assicurato.
Alla formazione della coscienza e del pensiero dei giovani ai quali incomberà più tardi la direzione della cosa pubblica l'Opera provvede integrando opportunamente i programmi scolastici, e attraverso opere assidue di propaganda, istituendo scuole sussidiarie, doposcuola, sale di lettura, biblioteche circolanti, organizzando frequenti adunate per visite a musei e pubblici monumenti. Il programma in questo campo va dalle passeggiate istruttive alle conferenze, dai giuochi collettivi alle gare scolastiche, dal teatro educativo con repertorio scritto appositamente per i balilla al cinematografo divulgativo con proiezioni storiche, patriottiche e scientifiche. Ed è proposito dell'Opera Nazionale Balilla che in nessun comune italiano debbano mancare una sala cinematografica e un teatro.
Particolare rilievo meritano i corsi di cultura fascista, in cui, sulla base di schemi e d'istruzioni impartite direttamente dalla presidenza, abili conferenzieri espongono ai giovani le origini e lo sviluppo del Fascismo. Questi corsi, svolti anche nei più piccoli paesi, contribuiscono potentemente alla formazione della coscienza politica delle nuove generazioni, e portano notevole incremento alla propaganda fascista tra le masse, poiché assai spesso le famiglie degli organizzati assistono alle lezioni.
Notevoli, poi, le gare di "linguaggio grafico" bandite ogni anno tra tutti i balilla che frequentano le scuole d'Italia, che contribuiscono assai a sviluppare le facoltà artistiche dei fanciulli, notevoli del pari i viaggi d'istruzione organizzati con sistematica frequenza sia per i balilla, sia per gli avanguardisti. Le crociere, che raccolgono a bordo di navi italiane migliaia di camicie nere ogni anno, aprono ai giovani avanguardisti più vasti orizzonti.
Frequenti concorsi per borse di studio e di operosità, iscrizioni gratuite in accademie di belle arti, in conservatorî musicali e in istituti di cultura superiore, sussidî e incoraggiamenti personali, menzioni onorevoli e altre forme di pubblico encomio concorrono a mantenere continui e saldi i legami d'interessamento e di provvidenza fra l'Opera e i suoi organizzati. Gli atti di valore, le prove di fortezza d'animo e gli esempî di volontà tenace sono titoli di benemerenze per i quali i giovani trovano appoggio e protezione da parte dell'Opera.
Né è meno curata l'assistenza religiosa, la quale, affidata ai cappellani delle singole legioni, non si limita all'insegnamento della dottrina cristiana e ai riti religiosi, ma è propaganda di fede e d'integrità d'anima, e concorre all'elevazione della coscienza giovanile, associando la fede in Dio con quella nella Patria e nei suoi destini.
L'educazione professionale è uno dei compiti più ponderosi dell'Opera Nazionale Balilla e richiede assiduità di assistenza, organicità di programmi e criterî pedagogici moderni.
I comitati provinciali hanno istituito scuole di avviamento professionale, con annesse officine di lavorazioni, scuole di arti e mestieri, classi serali d'insegnamento tecnico.
Dove queste istituzioni non sono emanazione diretta dei comitati, i giovani iscritti all'Opera sono preferiti nell'ammissione a godere facilitazioni speciali e agevolazioni di ogni genere. L'Opera Nazionale Balilla li considera come parte integrante del suo organismo, e ne incita con ogni forma di incoraggiamento le laboriose attività, nelle officine come nelle scuole, nelle scuole come nei campi. Ben 205 corsi teorico-pratici di agricoltura sono stati istituiti nel Veneto e nel Mezzogiorno d'Italia. Di particolare interesse risulta, attraverso tali corsi, la partecipazione degli avanguardisti alla battaglia del grano - partecipazione che ha dato risultati oltremodo lusinghieri.
Il 27 luglio 1928, poi, il Ministero della pubblica istruzione affidava all'Opera la gestione delle scuole non classificate e di quelle per adulti della Calabria e della Sicilia, e il 20 settembre il mandato di gestire quelle della Sardegna. Esse sono chiamate attualmente "scuole rurali dell'Opera Nazionale Balilla" sono circa 1550, con una popolazione scolastica di circa 55 mila alunni.
L'assistenza politica e culturale fornita dagl'insegnanti alle scolaresche è integrata dal prestito di oltre 100 mila volumi delle biblioteche scolastiche.
La preparazione marinara e aviatoria dei giovani è affidata all'Opera Nazionale Balilla e viene svolta con un programma, del quale sono fissate le linee generali e gettate le basi con larghezza pari alla vastità dei propositi. Costituite le centurie dei marinari in tutte le città dov'è possibile la pratica delle discipline nautiche, si è provveduto a istituire biblioteche e scuole di cultura marinara e di artigianato per i mestieri attinenti alle industrie del mare, e si è dato sollecito impulso alla pratica marinara in tutte le sue forme, con speciale riguardo agli esercizî fisici e tecnici, come il nuoto, il canottaggio, l'uso della vela, la costruzione dei ponti, i riferimenti di navigazione e la conoscenza scientifica degli strumenti nautici moderni. Ad Anzio sorgerà la Casa dei marinai balilla, capace di ospitare 2500 giovani, e riunirà in un solo e grande edificio i marinaretti che ora sono sparsi tra Venezia e Bari, tra Napoli e Cagliari, nelle vecchie navi-scuola che il tempo e la pratica hanno giudicato inadatte a svolgere rigidamente un programma di cultura tecnica per il quale i marinaretti fascisti dovranno un giorno diventare meccanici, elettricisti, motoristi, semaforisti, radiotelegrafisti e assolvere con profonda consapevolezza il mandato che il Fascismo affida alla marina italiana.
L'aviazione ha già negli avanguardisti proseliti numerosi, che con ardimento giovanile s'iscrivono nelle centurie avieri e dànno prove di volontà e di tenacia. L'Opera Nazionale, mentre prepara scuole, edifici e campi adatti a insegnamenti e ad esercitazioni pratiche, ha già al suo attivo i corsi di volo a vela ai quali partecipano annualmente centinaia di avanguardisti. Molti comitati provinciali hanno aperto e fanno funzionare scuole pre-aviatorie per motoristi e radiotelegrafisti, e corsi speciali per l'addestramento al tiro antiaereo.
L'Opera, per poter concentrare tutte le attività giovanili e procurare, ai suoi iscritti non soltanto luoghi di piacevoli ricreazioni ma centri di sviluppo educativo e di sensibile benessere morale, va costruendo Case del balilla in ogni città d'Italia. E poiché all'Opera è stata affidata l'educazione fisica nelle scuole, il problema delle palestre è stato affrontato col promuovere la costituzione di palestre modello, attrezzate con criterî moderni di comodità e di larghezza. L'Opera ha curato l'edizione di un volume tecnico, nel quale non solo sono contenuti i progetti relativi alla costruzione di Case dei balilla e di palestre modello, ma vengono date le norme per tutte le attività sportive e per tutte le iniziative dei comitati provinciali.
Con la cerimonia della leva fascista, i giovani giunti al 18° anno d'età entrano a far parte della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale; la cerimonia ha luogo in tutta l'Italia nella ricorrenza dell'annuale della fondazione dei fasci di combattimento. Alla prima "leva fascista" (1927) hanno preso parte 50.000 giovani, alla seconda (1928) 80.000; nella terza, celebratasi in tutta Italia cor grande solennità nella ricorrenza del natale di Roma del 1929 oltre 90.000 avanguardisti perfettamente preparati hanno riaffermato con solenne giuramento la loro fedeltà al Duce e al regime
Le Piccole e Giovani Italiane. - L'istituzione delle Piccole e Giovani Italiane, passate dai Fasci femminili all'Opera Nazionale Balilla alla fine del 1929, mira a formare le future madri delle nuove generazioni fasciste. Le Piccole Italiane erano, al 1° febbraio 1930, 565.869; le Giovani Italiane 86.540. Dipendono inoltre dall'O. N. B., agli effetti dell'educazione fisica, circa 54.105 alunne. Possono far parte delle Piccole Italiane le bimbe sino all'età di 13 anni; delle Giovani Italiane le fanciulle dai 13 ai 18 anni.
Sotto la guida delle loro delegate, le Giovani e le Piccole Italiane apprendono elementi d'igiene attraverso conversazioni; imparano ad amare l'ordine, la nettezza della persona e della casa, i sani esercizî all'aria aperta. Gare ginnastiche, di canto, di recitazione le occupano e le ricreano.
L'educazione fisica è oggetto di particolare cura, e comprende la ginnastica medica ritmica, il giuoco ordinato e il giuoco libero, la preparazione ai concorsi ginnastici regionali e nazionali. Le Giovani Italiane praticano anche l'escursionismo e l'atletica leggiera.
Ambulatorî, colonie sanitarie, visite domiciliari compiute dalle infermiere famigliari fasciste completano l'organizzazione dal punto di vista sanitario. Conversazioni, visioni cinematografiche, visite a musei e a monumenti, gite collettive, integrano la preparazione morale e culturale delle organizzate. Nelle biblioteche fasciste le giovinette vengono guidate a sane letture; l'istruzione religiosa è del pari adeguatamente curata. In giorni determinati della settimana le Piccole e le Giovani Italiane si occupano di cucito e di altri utili lavori, a scopo generalmente benefico. L'organizzazione delle Giovani Italiane comprende anche uno speciale Gruppo operaio.
Nel primo concorso ginnico-atletico femminile, tenutosi a Roma nel 1928, e a cui parteciparono Piccole e Giovani Italiane di ogni provincia, si è rivelato l'alto grado di preparazione fisica e morale da esse raggiunto in pochi anni. Il passaggio di queste organizzazioni all'Opera Nazionale Balilla coordina oggi in una sola armoniosa compagine tutte le energie giovanili d'Italia.