BALTHUS
Pseudonimo del pittore Balthasar Klossowski, nato a Parigi nel 1903. La sua attività pittorica si è sempre svolta autonoma e indipendente da movimenti artistici o da gruppi di tendenza, sia a Parigi che a Roma dove ha risieduto e diretto fino al 1976 la Villa Medici. La sua prima personale è del 1934, a Parigi alla Galleria Pierre (importante centro d'irradiazione della cultura surrealista di quegli anni); la sua pittura destò un immediato interesse a livello internazionale. Gli vennero infatti consacrate numerose personali nei più importanti musei d'Europa e d'America: a New York nel 1956, a Torino nel 1961, a Cambridge (Mass.) e a Chicago nel 1964, a Parigi (Musée des Arts Décoratifs) nel 1966, a Londra (Tate Gallery) nel 1968. Tra le mostre più recenti, quella organizzata nel 1971 alla Galleria Claude Bernard a Parigi.
L'opera di B. è un singolare esempio di percorso personale e solitario, che trova tuttavia una profonda corrispondenza nella cultura artistica attuale. La sua pittura muove da una sintassi formale derivata dalla più rigorosa tradizione: da Piero della Francesca fino ad Ingres. Più che uno sviluppo stilistico vi si può ritrovare una costante ricerca di corrispondenze tra un severo studio formale e le possibilità evocative di una realtà quotidiana e, insieme, inquietante ed emblematica (per es. ne La Chambre, 1952-54, o nel Passage du Commerce Saint-André dello stesso periodo).
Vedi tav. f. t.
Bibl.: J. T. Soby, Balthus, Catalogo dell'esposizione al Museo d'Arte Moderna, New York 1956; J. Cassou, Balthus, Parigi 1964; G. Coste, Balthus, un pas de plus vers la consécration (testi di P. Waldberg, J. Cassou, M. L. de Noailles, F. Labisse), in Connaissance des Arts, ivi 1966.