BALUE, Jean, cardinale d'Angers
Nacque verso il 1421 da modesti genitori, probabilmente nel borgo di Angle-Luçon nel Poitou (altri lo dichiararono originario di Verdun); conseguì il dottorato in legge ad Angers nel 1457, e divenne famigliare prima del card. Giovenale Orsini, vescovo di Poitiers, poi di Giovanni di Beauvais, vescovo di Angers, ch'egli seguì nell'ambasceria inviata da Luigi XI a papa Pio II nel 1462 per la Prammatica Sanzione. Nel 1464 diviene elemosiniere del re, nel 1465 vescovo di Loreux, e tre anni dopo prende il posto del vescovo di Angers, di cui con i suoi intrighi aveva affrettata la rovina. Infine, nel novembre 1468, si guadagna il cappello cardinalizio, per aver combattuto la Prammatica sanzione.
Durante gli anni 1465-1469 egli diventa quasi l'arbitro di tutte le questioni che si agitano per la guerra del "bene pubblico". Insieme con Carlo di Melun e, più tardi, con Gioacchino Ronault, il B. fu l'anima della difesa organizzata in favore del re: si deve a lui se Parigi restò dalla parte del re. Ma la sua fortuna politica venne bruscamente interrotta: ché al tradimento del B., corrotto dall'oro di Carlo il Temerario, si attribuì l'onta del convegno di Péronne, che egli dapprima aveva pur combattuto. Non valsero al B. i precedenti servigi resi al re per salvarsi: i nemici che aveva dappertutto non gli potevano perdonare tra l'altro il suo atteggiamento contro la Prammatica Sanzione; e il B. affrettò la sua rovina, cercando appoggi da quei baroni che erano sempre pronti alla rivolta. D'accordo con il vescovo di Verdun, Guglielmo d'Harancourt, inizia trattative con Carlo il Temerario, e una lettera intercettata fornisce la prova del tradimento. I due prelati messi in prigione ebbero salva, solo per la loro dignità, la vita: ma dall'anno 1469, quando avvenne l'arresto, fino al 1480, quando, per opera del cardinale Giuliano della Rovere, Sisto IV poté ottenerne la liberazione, passarono 11 anni di tormenti. Il B. fu tenuto infatti prigioniero in quel terribile strumento di tortura che fu la piccola e stretta gabbia di ferro, di cui secondo alcuni (ma a torto) sarebbe stato inventore egli stesso.
Dopo la liberazione, il suo processo fu affidato a una commissione cardinalizia, ma non ebbe mai una sentenza definitiva. Dal giorno del suo ingresso a Roma (3 febbraio 1482), il B. riconquista rapidamente la sua posizione preponderante. Eletto vescovo di Albano, l'anno stesso, 1483, è incaricato d'una legazione pontificia presso la reggenza del nuovo re Carlo VIII, supera le difficoltà che il suo ritorno in Francia doveva sollevare, rientra solennemente ad Angers, esplica la sua azione efficace a Parigi, dove riesce a rimanere anche dopo la morte del suo protettore Sisto IV. Sua missione principale doveva essere la pace con la Santa Sede, facendo cessare i moti antipapali che si accennavano in Francia con nuovi tentativi di ripristinare la Prammatica Sanzione. Costretto a partire dalla Francia per ordine perentorio d'Innocenzo VIII, viene a Roma come ambasciatore del re di Francia presso la Santa Sede e protettore degli affari della sua nazione in Italia. Già fin nel 1484 preparava la calata di Carlo VIII nella penisola, lusingando le aspirazioni del re sul ducato di Milano. Negli anni seguenti, il B. accresce le sue dignità ecclesiastiche ottenendo, fra l'altro, la legazione delle Marche, s'immischia in innumerevoli intrighi, aizzando a intervalli Massimiliano d'Austria e il re di Francia ora contro Napoli ora contro Milano, traendo alle sue mire Innocenzo VIII. Una sommossa degli abitanti di Offida obbligò il cardinale a partire per la sua legazione di Romagna nel 1490; vi ristabilì l'ordine alla testa delle truppe pontificie, ma fu l'ultimo suo successo. Morì infatti a Ripatransone il 5 ottobre 1491.
Ambizioso, crudele, moralmente assai dubbio, il B. fu, secondo il giudizio dei contemporanei, "asino mitraton", ma fu anche uomo di grande attività e di meriti pratici non contestabili.
Bibl.: H. Forgeot, Jean Balue Cardinal d'Angers (1421-1491), in Bibliothèque de l'École des Hautes Études, Parigi 1895, fasc. 106. Una fonte italiana contemporanea, trascurata da quasi tutti i biografi del Balue, ma esatta e precisa per i particolari pur non ampiamente trattati, è il Diario Romano di Iacopo Gherardi da Volterra, ed. nella ristampa del Muratori, Rer. ital. script., XXIV, parte 3ª, Città di Castello 1904.