BALZO (lat. medievale balzum, bugulus, trochus; fr. bourrelet, bourlet, bourlée, boisseau; sp. rodete; ted. Wulsthut, Wulsthaar; ingl. pad)
Acconciatura da testa di forma simile al turbante, usata dalle donne della fine del Trecento e specialmente della prima metà del Quattrocento.
I capelli, pettinati all'indietro, venivano legati per mezzo di nastri o fili di seta o d'oro sopra un'armatura di metallo imbottita, formante una specie di cuscino (il balzo) allargantesi alla sommità in modo da dar l'illusione d'una chioma immensa. I capelli così disposti erano ora lasciati visibili, ma adornati in mille guise, ora invece coperti con grosse trecce di seta bianche o gialle, con le più ricche stoffe, con ornamenti floreali, e, infine, con penne di fagiano, di airone o di pavone.
Era portato dalle donne di buona famiglia e proibito invece a quelle di costumi leggieri. Il balzo fu usato specialmente in Italia, e precisamente in Lombardia e nel Veneto, ma fece la sua comparsa anche a Firenze. Veniva di solito portato con vesti a larghe maniche, a vita alta e stretta, a gonne amplissime e a lunghi strascichi, le quali deformavano la persona per ottenerne maestosità. Anche gli uomini della prima metà del sec. XV ricoprirono spesso la testa con berretti imbottiti a forma di turbante, dello stesso nome e aspetto, benché meno ricchi di quelli usati dalle loro eleganti compagne.
Il Vecellio (Habiti antichi et moderni, ecc., Venezia 1590, pp. 40, 41, 71, 73, 156) usa la parola balzo, o sbalzo, per indicare, oltre la forma su citata, anche una specie di cercine imbottito, portato da uomini e da donne intorno al capo, sia nei mazzocchi, sia sopra cuffie o elmi. Piccoli turbanti, derivanti appunto dall'antico balzo, seguitarono ad aver voga fino all'estremo Cinquecento. Pitture e sculture del sec. XV ci dànno frequentissimi esempî di questo tipo di acconciature. (V. Tavv. I e II).
Bibl.: E. Viollet-le-Duc, Dictionnaire raisonné du mobilier français, III, Parigi 1869, pp. 65, 178 segg.; IV, pp. 37-38, 295 e 454-60; H. Weiss, Kostümkunde, IV, Stoccarda 1872, pp. 307 e 323; Gay, Glossaire archéologique du Moyen-Âge et de la Renaissance, I, Parigi 1887, pp. 82 e 195; A. von Heyden, Trachtenkunde, Lipsia 1889, pp. 108 e 111; C. Enlart, Manuel d'archéologie française, III, Parigi 1916, p. 185 segg.; H. Floerke, Die Moden der italienischen Renaissance, in Der Mensch der Renaiss. u. seine Kleidung, I, Monaco 1917, p. 67; E. Polidori-Calamandrei, le vesti delle donne fiorentine nel Quattrocento, Firenze 1924, p. 82.