Vedi BAMIYAN dell'anno: 1958 - 1994
BĀMIYĀN
N La fertile vallata di B., che si stende a 2500 m d'altezza ai piedi del HinduKush, sembrava destinata, dalla sua posizione geografica, a sostenere una parte di rilievo nel gioco delle diverse influenze. Vi passavano difatti, e vi sostavano, le carovane che da Samarcanda procedevano verso l'India passando da Bactra e da Peshawar. E inoltre la vallata, tramite Bactra, era in relazione, da una parte, con la Siria e dall'altra con l'Asia Centrale e la Cina (v. Asia, civiltà antiche dell').
Al re kuṣāṇa Kaniṣka si attribuisce generalmente la costruzione delle prime fondazioni buddiste agli inizî della nostra èra, Santuarî e monasteri furono scavati nella roccia intorno a due grandi statue che raffigurano il Buddha (v.) stante, rispettivamente alte 35 e 53 metri. L'attività buddista si è protratta fino all'VIII sec., epoca in cui il B. venne occupato dagli Arabi, La regione era fiorente nel 632, quando vi passò il celebre pellegrino cinese Hsiuan-chang che ce ne ha lasciato una descrizione. Nel 727, il monaco coreano Hueichao segnala ancora la presenza, nella regione, di numerosi monasteri e di religiosi. Le due grandi statue di Buddha tagliate nella roccia trovano riparo in una nicchia semplice, la più piccola, e in una nicchia trilobata, la maggiore. Esse non sono di qualità particolarmente alta, tuttavia sono interessanti per la storia dell'arte, poiché, riprodotte nelle innumerevoli statuette che i pellegrini portavano con sé nei paesi d'origine, reduci dai loro viaggi, hanno influenzato, con il caratteristico motivo del drappeggio pieghettato, l'arte buddista nell'Asia Centrale e in Cina.
Alcune grotte-santuarî hanno la vòlta a cupola, elemento derivato dall'architettura iranica. La cupola era raccordata alla pianta quadrata dapprima mediante pennacchi d'angolo a foggia di trombe (grotta G), poi da un tamburo cilindrico (grotte A e B) e da ultimo appiattendosi e sporgendo sul tamburo (grotta J). Altre grotte sono coperte da un tetto di finte travi disposte in risalto (tipo "Laternendecke"). Queste travi, in un primo tempo semplici (grotta A), sono più tardi decorate alle estremità. La decorazione delle grotte, dapprima pittorica, più tardi plastica, riflette chiaramente i diversi influssi che si sono susseguiti a B.; l'influsso ellenistico, che è il più antico, spicca soprattutto nei temi iconografici. Le statue di Buddha, in argilla, che ornano le mura della grotta G (fine del III sec.) rientrano nella tradizione greco-buddista, e la stessa impressione si ricava dalle ghirlande e dai viticci che decorano i resti di uno stūpa (v.) della medesima grotta, dai genî volanti, dipinti sulla vòlta del Buddha più alto o dai viticci che ornano gli archi delle grotte vicine a quella statua. L'influenza sassanide è stata tanto importante da autorizzare J. Hackin a chiamare arte "irano-buddista" l'arte di B. dal IV al VI sec. Si comincia ad avvertire tale influenza nel gruppo di grotte C (IV sec.), dove essa si rivela nei particolari della decorazione: vasi inghirlandati da nastri che sormontano gli archi della cupola della sala di riunione; diventa poi addirittura soverchiante nel gruppo di grotte D (seconda metà del IV sec.): qui i medaglioni ornati di perle con motivi di uccelli o di teste di cinghiali che decorano il soffitto del vestibolo sono, tra gli altri, un esempio di quest'influsso che si protrae fino al termine del VI sec. AlI'infuori dei particolari della decorazione, le vesti e gli ornamenti dei personaggi principeschi o dei bodhisattva (v.) sono caratteristici dell'Irān sassanide: tuniche a doppî risvolti, nastri svolazzanti, diademi a mezzaluna ecc. Grande importanza riveste pure l'influenza indiana, giunta dal N-O dell'India attraverso Hadda. Ne sono prova evidente, per esempio, la decorazione pittorica a fiorellini stilizzati della vòlta del santuario della grotta C, i personaggi femminili di tipo e di portamento indiano sulla vòlta della statua più alta di Buddha e, soprattutto, il tema del balletto-concerto della grotta I (V sec.) dove danzatrici e musiciste di tinta alternativamente chiara e scura sono disposte dietro una balaustra. Infine, un'influenza di origine siriaca è riscontrabile nell'aureola raggiata della figura di dio lunare che orna la vòlta del Buddha minore, e anche nella cupola della grotta XI che porta un esagono inscritto in una stella.
Bibl.: J. Hackin-Godard, Les antiquités bouddhiques de B., Parigi 1928; J. Hackin e altri, Nouvelles recherches arch. à B., Parigi 1933; J. Hackin, Oeuvre de la Délégation arch. française en Afghanistan, Tokyo 1933; J. e R. Hackin, Le site arch. de B. Guide du visiteur, Parigi 1934; B. Rowland, The Art and Architecture of India2, Harmondsworth 1956, pp. 99-103.