Yoshimoto, Banana (propr. Mahoko)
Yoshimoto, Banana (propr. Mahoko). – Scrittrice giapponese (n. Tokio 1964). Figlia del critico letterario marxista Takaaki Yoshimoto, esplode come fenomeno letterario nel 1988 con l'opera prima Kitchen (trad. it. 1991): thriller psicologico che unisce una narrazione iper-minimale a un'infiorescenza di eventi perturbanti per la protagonista, studentessa rimasta orfana, colpita dalla scoperta che la madre dell'amico che la ospita in casa è in realtà il padre che ha cambiato sesso dopo l'assassinio della moglie. Lo stile essenziale dalla trama disorganica unito a una sovraccarica eccentricità di eventi minimi ma scioccanti che riecheggia la scrittura dei manga, è costante della sua prolifica produzione narrativa. Opere come Kanashii Yokan (1988; trad. it. Presagio triste, 2003), Hanemūn (1997; trad. it. Honeymoon, 2000) e Karada Wa Zembu Shitte Iru (2000; trad. it. Il corpo sa tutto, 2004) fanno di lei la portavoce di un singolare disorientamento postmoderno epifenomenologico e sentimentale, riluttante a qualunque posizione critica, che fa della stupefatta superficialità giovanile una forza comunicativa quasi antiletteraria. Tra le opere pubblicate nei primi anni del nuovo secolo: Iruka (2006; trad. it. Delfini, 2010), Jinsei no tabi o yuku (2006; trad. it. Un viaggio chiamato vita, 2010) e Moshi Moshi Shimokitazawa (2010; trad. it. Moshi Moshi, 2012).