BANCA MONDIALE
Approvvigionamento delle risorse, funzioni e strategie di intervento. Riorganizzazione della struttura per un potenziamento del ruolo nell’economia globale. Bibliografia
La Banca mondiale (BM) comprende due principali istituzioni: la Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo (IBRD, International Bank for Reconstruction and Development) e l’International development association (IDA). Il Gruppo banca mondiale (GBM) comprende altresì: l’International finance corporation (IFC), la Multilateral investment guarantee agency (MIGA) e l’International centre for the settlement of investment disputes (ICSID). La BM è la principale istituzione finanziaria internazionale (IFI) per il sostegno allo sviluppo e la riduzione della povertà. Dalla prima metà dello scorso decennio il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo del millennio (OSM), approvati dalle Nazioni Unite nel 2000, è divenuto una priorità esplicita della BM. Anche come risposta alle critiche sollevate da esponenti dell’accademia e della società civile, l’attività di assistenza finanziaria della BM ha teso a combinare il tradizionale criterio della condizionalità (secondo il quale l’aiuto allo sviluppo deve essere diretto a Paesi che dimostrano di perseguire solide politiche macroeconomiche e possedere una buona capacità istituzionale) con quello del partenariato (partnership). Quest’ultimo criterio mira a favorire un coinvolgimento più ampio dei vari attori nei processi di sviluppo, promuovendo la cooperazione del GBM con il settore privato, la società civile e le altre IFI (il Fondo monetario internazionale, FMI, e le Banche multilaterali di sviluppo, BMS). Di fatto, le Organizzazioni non governative oggi partecipano all’attuazione di circa la metà dei progetti finanziati dalla BM.
Approvvigionamento delle risorse, funzioni e strategie di intervento. – A differenza del Fondo monetario, la IBRD si finanzia in prevalenza emettendo obbligazioni sui mercati di capitale internazionali. Solo una piccola parte delle quote di capitale sottoscritte dai suoi 188 Paesi membri (quote rilevanti ai fini del calcolo del rispettivo potere di voto) è versata effettivamente; la parte non versata (callable capital) rimane a disposizione per garantire l’elevato rating goduto dai titoli IBRD. Le risorse così raccolte sono utilizzate per erogare prestiti a lungo termine, a tassi poco superiori a quelli di mercato, ai governi di Paesi membri con reddito pro capite intermedio (superiore ai 1175 dollari nell’anno fiscale 2012), o per finanziare progetti privati garantiti da tali governi. I crediti IBRD hanno di norma un periodo di grazia pari a cinque anni e sono rimborsabili nell’arco di 15-20 anni. In linea generale, i principali settori d’intervento includono il miglioramento della capacità di gestione amministrativa, i trasporti, la sanità e altri servizi sociali di base.
Negli anni più recenti l’IBRD ha altresì teso a fornire servizi di assistenza finanziaria ai Paesi prenditori, volti a un migliore utilizzo dei fondi erogati; in alcuni casi i programmi sono stati cofinanziati da altre istituzioni.
Le risorse dell’IDA, invece, derivano in larga parte dai contributi a fondo perduto dei Paesi membri più ricchi e sono impiegate per erogare crediti agevolati o donazioni in favore di Paesi con reddito medio pro capite più basso. I crediti e donazioni dell’IDA sono finanziati attraverso un Fondo rotativo di norma reintegrato su base triennale; circa la metà del Fondo è finanziata direttamente dai Paesi più avanzati, mentre il resto delle risorse proviene dai rimborsi dei prestiti concessi e da trasferimenti netti dall’IBRD.
Nel 2014 i principali beneficiari dell’IDA sono stati: Bangla Desh, India, Pakistan, Vietnam, Etiopia, Ghana, Nigeria, Kenya, Tanzania e Mozambico. Circa il 42% delle risorse era destinato alle infrastrutture; i crediti per il rafforzamento delle strutture amministrative e per il settore sociale rappresentavano, rispettivamente, il 23 e il 20% del totale. Il resto delle risorse era destinato ad agricoltura, industria e finanza.
La formulazione delle strategie d’intervento nei singoli Paesi e la loro attuazione sono di norma ispirate ai principi del Comprehensive development framework (CDF), in cui l’analisi macroeconomica e finanziaria del Fondo monetario è integrata con l’attenzione allo sviluppo sociale e umano della BM. È altresì prevista l’elaborazione di specifici documenti nazionali (PRSPs, Poverty Reduction StrategyPapers), che devono essere redatti dai governi dei Paesi beneficiari in coordinamento con la società civile, in cui si esplicitano le misure volte a ridurre la povertà e stimolare lo sviluppo socioeconomico. L’elaborazione di un PRSP è condizione necessaria per ottenere l’assistenza agevolata della BM e del FMI, e partecipare all’Iniziativa HIPC (Heavily Indebted Poor Countries) di cancellazione del debito. Date le strategie dei singoli Paesi, e avvalendosi di consultazioni con i governi, le componenti economiche e sociali insieme con la comunità dei soggetti donatori, la BM elabora le proprie Country assistance strategies (CAS), in cui sono pianificati gli effettivi programmi di assistenza.
Riorganizzazione della struttura per un potenziamento del ruolo nell’economia globale. – Negli anni più recenti la BM ha intensificato i propri interventi, nell’ambito della strategia di contrasto della crisi globale decisa dal G20 nel biennio 2008-09. A fronte dell’evidente mancanza di progressi nel conseguimento degli OSM, reso in prospettiva più incerto dal rallentamento dell’economia mondiale, il flusso annuo di crediti stanziati dall’IBRD e dall’IDA (pari in media a 24,3 miliardi di dollari nel triennio terminante nel 2008), è salito repentinamente a 58,7 miliardi nel 2010, attestandosi su circa 36,6 miliardi nel triennio 2011-13. Una quota preponderante dei nuovi prestiti ha assunto la forma di sostegno diretto ai bilanci pubblici dei Paesi beneficiari, consentendo il finanziamento delle misure di assistenza a favore delle fasce di popolazione più colpite dalla crisi e un più rapido esborso dei fondi. L’aumento dei prestiti è stato reso possibile dal considerevole ampliamento del capitale proprio della BM (circa il 45%) deciso nel 2010. Degli oltre 86,0 miliardi di dollari aggiuntivi, 58,4 sono stati sottoscritti da tutti i Paesi membri in ragione delle rispettive quote di capitale; i rimanenti 27,8 sono stati attribuiti in modo selettivo, sulla base del peso economico relativo dei Paesi: ne è derivata una rilevante redistribuzione dei poteri di voto a favore dei Paesi emergenti e in via di sviluppo, che hanno raggiunto il 47,2% del totale. Nel dicembre di quell’anno i Paesi membri dell’IDA hanno concordato, per il periodo luglio 2011-giugno 2014, una ricostituzione di capitale pari a circa 49,0 miliardi di dollari (il 18,5% in più rispetto al triennio precedente); per il periodo luglio 2014-giugno 2017, la dotazione di capitale dell’IDA è stata portata a 52,2 miliardi di dollari.
Secondo recenti stime delle Nazioni Unite, entro la scadenza prevista del 2015 saranno raggiunti, o saranno molto prossimi alla realizzazione, soltanto alcuni dei ventuno punti in cui si articolano gli otto OSM. Si tratta, in particolare, di quelli riguardanti: il dimezzamento, rispetto al 1990, della quota di popolazione al di sotto della soglia di povertà estrema e della quota di popolazione priva di accesso a fonti d’acqua potabile; il miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti delle periferie urbane degradate; l’attenuazione delle disparità tra i sessi nell’accesso all’istruzione primaria. I progressi su tutti gli altri fronti, specialmente quelli legati al potenziamento dei servizi sanitari e dell’istruzione, sarebbero, invece insoddisfacenti. La comunità internazionale è attualmente impegnata nella definizione, sotto l’egida delle Nazioni Unite, di nuove linee guida che sostituiscano gli OSM dopo il 2015. Nel 2013 la BM ha dal canto suo annunciato due nuovi obiettivi strategici: ridurre a meno del 3% entro il 2030 la percentuale di popolazione residente nei Paesi in via di sviluppo che vive sotto la soglia di povertà; e promuovere la crescita dei redditi del 40% della popolazione più povera all’interno di ciascun Paese. La BM è oggi impegnata in un ambizioso processo di riorganizzazione interna, volto a potenziare la raccolta e la diffusione delle più avanzate conoscenze e migliori prassi in materia di sviluppo.
Le attività della BM saranno a tal fine suddivise in 14 raggruppamenti (communities of practitioners) specializzati in alcuni settori cruciali quali l’istruzione, l’accesso all’acqua potabile, il modo di governo istituzionale (governance), le politiche macroeconomiche, il commercio, la competitività e la gestione delle risorse naturali. Importanti riforme in corso riguardano anche alcuni aspetti finanziari del funzionamento della BM: l’incremento del limite di concentrazione dei prestiti per alcuni grandi Paesi prenditori (Brasile, Cina, India, Indonesia e Messico); la diminuzione del rapporto prudenziale tra capitale e prestiti (dal 23 al 20%); la revisione al rialzo dei margini e commissioni su prestiti; l’estensione della durata dei prestiti stessi; una maggior flessibilità nella struttura dei rimborsi. Secondo le attese, il complesso di queste misure, associato all’avvio di un progetto di revisione della spesa, dovrebbe consentire alla BM di accrescere il proprio stock di prestiti da 200 a 300 miliardi di dollari nell’arco dei prossimi dieci anni.
Bibliografia: World bank, Annual Report 2014, Washing ton D.C. 2014 (http://www.worldbank.org/en/about/annualreport).