BANCHETTO DEL LOUVRE, Pittore del
Ceramografo attico, operante intorno al 450 a. C. La sua personalità venne intravista in momenti abbastanza lontani da P. Jacobstahl in base a una statuaria figura di coppiere che ricorre identica su due stàmnoi, nei musei del Louvre (G 415) e di Monaco (2410). Tuttavia, malgrado l'elevata qualità artistica e il carattere abbastanza distintivo delle sue pitture, il numero di opere attribuite da J. D. Beazley a questo pittore è rimasto esiguo. Si può affermare, però, che, anche in un momento artistico in cui alla raffigurazione dell'azione si preferisce la quiete e il raccoglimento, sia pure carichi di tutte le possibilità del dramma, in un momento in cui anche nel mondo mitico predominano atteggiamenti statici e solennemente composti delle stele funerarie e delle lèkythoi bianche, le figure stanti del Pittore del B. del Louvre posseggono un accento particolare di sobrietà e di equilibrio. Come può vedersi nel satiro dell'anfora nolana di Goluchov, e specialmente nel giovinetto coppiere, dolcissimo nei contorni e solidissimo di struttura, vi è in esse un'interezza, una quiete non intaccate da alcun cedimento sentimentale. Indice della qualità dell'artista, le figure dei giovinetti coppieri, così statuarie e isolate, costituiscono un essenziale momento di raccoglimento e di concentrazione rispetto agli aggruppamenti vividi e concitati dei convitati del banchetto.
Bibl.: P. Jacobstahl, Göttingen Vasen, Berlino 1912, p. 64; J. D. Beazley, Vasenm. rotfig., p. 409; id., Greek Vases in Poland, p. 50; id., Red-fig., p. 664.