bande giovanili
Gruppi di ragazzi 'contro' la società
Una banda giovanile è un gruppo di ragazzi in relazione fra loro e coscienti della propria unità in antagonismo reale o ideale con la società che li circonda. I membri di una banda sono legati da un forte sentimento di appartenenza alla loro comunità, che viene riconosciuta come tale anche da individui che non ne sono membri.
Di solito le relazioni all'interno di una banda sono fortemente personalizzate e contengono elementi affettivi; per questa ragione lo studio di tali gruppi giovanili è condotto sia da psicologi (che esaminano i legami sentimentali e le pulsioni che costituiscono le aggregazioni) sia da sociologi (che studiano i tipi di organizzazione, i ruoli e la leadership) sia da criminologi (che indagano le finalità e i comportamenti devianti dei membri del gruppo).
Pur nella loro complessa eterogeneità, le bande giovanili possono essere definite come gruppi di ragazzi che condividono miti, valori e modelli culturali in contrasto con le norme proprie della comunità più ampia a cui fanno riferimento. La differenza essenziale tra i gruppi giovanili e le bande sta proprio nell'antagonismo sociale di queste ultime.
L'appartenenza a un gruppo di pari è una pratica diffusa nell'adolescenza ed è un elemento indispensabile alla crescita in tutte le società umane. Che nel periodo della giovinezza si senta un forte bisogno di riunirsi con i gruppi di coetanei è un dato fisiologicamente consono al ciclo della vita e corrisponde al desiderio di uscire dalla famiglia attraverso un mondo più ampio di confronto e di esperienza. Il gruppo ‒ la classe scolastica, la squadra di pallone, gli amici del bar ‒ serve a riconoscersi, a valutarsi rapportandosi agli altri, ed è per questo che svolge un'importante funzione sociale.
La banda nasce da un bisogno deviato di stare insieme, perché si riuniscono in bande e non in gruppi quei ragazzi che durante l'adolescenza non riescono ad affrontare e quindi a risolvere i problemi della crescita e del passaggio alla vita adulta. A riunirsi in bande sono dunque i giovani cosiddetti a rischio, ossia quelli con maggiori probabilità di assumere atteggiamenti devianti.
Alla radice del bisogno di inserirsi in una banda può esserci una situazione familiare disturbata (genitori assenti, o violenti, violenze in famiglia) oppure insuccessi scolastici, frequentazione di ambienti dediti ad attività illecite, difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro, noia o depressione. In queste situazioni prende forma un fenomeno chiamato associazione differenziale, la tendenza cioè di giovani con caratteristiche simili e analoghi vissuti a unirsi in comunità, nelle quali essi rafforzano i comportamenti devianti per farsi accettare e per emergere sugli altri. Questi atteggiamenti hanno di solito un effetto 'cumulativo', nel senso che ogni esperienza negativa aumenta la probabilità che siano negative anche quelle successive: così spesso dalle bande giovanili nascono bande criminali. Si tratta però, almeno in Italia, di un fenomeno contenuto (dalle ultime indagini emerge che i giovani raggruppati in bande non superano l'8 % del totale).
Le bande giovanili possono avere origine, oltre che dal disadattamento sociale che sfocia nel vagabondaggio o nella criminalità, nell'alcolismo o nella tossicodipendenza, anche dalle 'subculture'. In quest'ultimo caso si tratta di fenomeni che nascono nelle aree metropolitane; ne sono esempi i gruppi quali i teddy boys, i mods, gli skinheads, i punk, i rasta e molti altri ancora. Si tratta di bande i cui modelli di comportamento hanno forti connotazioni estetiche, ideologiche, musicali, di abbigliamento e di costume.
Le bande infatti si manifestano oggi sempre più attraverso gli oggetti che le caratterizzano e che esprimono uno 'stile' pervasivo ed esclusivo. Così l'identità sociale dei diversi appartenenti alle bande viene trasposta nei luoghi di espressione della musica (sound systems), della moda (di strada, punk, skinhead) e dà luogo a veri e propri sistemi di antagonismo simbolico, cioè a forme simboliche di resistenza.