BANDINO
Vissuto probabilmente nella seconda metà del sec. XII, di lui s'ignora assolutamente sia il luogo di nascita e di morte, sia qualsiasi altra notizia particolare sulla sua formazione e carriera scolastica; in un manoscritto (Wien, Hofbibliothek, 4427; cfr. Denifle, p. 438, n. 4) è detto "doctor Parisiensis".
Il nome del B. è rimasto legato alla Abreviatio de libro sacramentorum magistri Petri Parisiensis episcopi,una delle numerose riduzioni o epitome dei Libri Sententiarum di Pietro Lombardo, di cui è accertata la diffusione in Italia e in Francia già verso la fine del secolo. L'Abreviatio fu resa nota, agli inizi dell'età moderna, da Giovanni Eck, che ne aveva scoperto un manoscritto nell'abbazia di Melk e che ne sottolineò subito la straordinaria vicinanza all'opera del Lombardo (1517). Due anni più tardi dom B. Chelidonius, pubblicandone a Vienna la prima edizione (1519), ritenne che l'opera del B. fosse anteriore a quella del vescovo lombardo che ad essa si sarebbe ispirato nella composizione dei Libri Sententiarum. E tale opinione fu ancora ripetuta nell'introduzione che accompagna l'edizione di Lovanio del 1557. La dipendenza del Lombardo dal B. fu però pienamente smentita dalla scoperta, ad opera del Pez, di un manoscritto più antico (cod. Lat. monac. 9652) che recava il titolo Abreviatio Magistri Bandini de libro sacramentorum magistri Petri Parisiensis episcopi fideliter acta e indicava quindi chiaramente il carattere e l'origine dell'opera. Lo studio del Rettberg, che ha confrontato minutamente lo scritto del B. con i Libri Sententiarum,ha confermato le conclusioni del Pez; mentre il Denifle, alla fine del secolo scorso, ha recato altri elementi interni ed esterni che convalidano ulteriormente tale tesi, escludendo peraltro che nel B. si possa identificare Rolando Bandinelli, futuro Alessandro III, come voleva lo Schulte. L'edizione più moderna dell'Abreviatio èquella data dalla Patrologia latina del Migne CXCII, coll. 965-1112.
Bibl.: J. Eck, Disputatio Viennae Pannoniae habita [Vindobonae [1517], a cura di Th. Virnich, in Corpus Catholicorum, VI,Münster 1923, p. 23; J. M. Reinel, Dissertatio philosophica de plagio litterario,Weissenfels 1679, nn. 367, 493-501; B. Pez, Thesaurus anedoctorum novissimus,I, Augsburg 1721, coll. XLV-XLVII; Histoire littéraire de la France,XII,Paris 1730, pp. 601 s.; F. G. Rettberg, Comparatio inter Magistrì Bandini libellum et Petri Lombardi libros quattuor Sententiarum, Goettingae 1834; F. Protois, Pierre Lombard, son époque, sa vie, ses écrits, son influence,Paris 1881, pp. 119 s.; H. Denifle, Die Sentenzen Abaelards und die Bearbeitung seiner Theologie vor Mitte des XII Jhs.,in Archiv für Litteraturund Kirchengeschichte des Mittelalters,I (1885), p. 438, n. 4; H. Hurter, Nomenclator literarius theologiae catholicae,II,Oeniponte 1906, col. 96; M. Grabmann, Geschichte der scholastischen Methode,II,Freiburg i. Br. 1909-1911, pp. 388, 390 s.; J. De Ghellinck, Le mouvement théologique du XIIme siècle,Bruges 1948, pp. 270, 312, 408; E. Garin, La Filosofia,I,Milano 1947, pp. 48, 62; Dict. de théol. catholique,II, col. 140; Dict. d'Histoire et de Géographie Ecclés.,VI, col. 488.