banditismo
Attività criminosa che si è manifestata in quasi tutti i Paesi a partire dall’antichità. Oggi il bandito è chi commette gravi reati, quali assalti a mano armata o rapimenti, spesso come membro di una banda organizzata. Nel Medioevo, con il termine bando si intendeva soprattutto una condanna temporanea o definitiva all’esilio; coloro che venivano colpiti dal bando erano chiamati infatti «banditi». A essere oggetto del provvedimento di bando era chi insidiava la quiete pubblica: dunque chi commetteva reati comuni, ma anche, soprattutto in alcuni periodi, reati di opinione. Nelle città comunali italiane del Medioevo, spesso turbate da violenti contrasti tra fazioni, il bando, l’allontanamento dal territorio del Comune, divenne pratica frequente. Nell’Età moderna il bando ebbe la tendenza a perdere questo carattere politico e a riguardare soprattutto reati comuni. La pena del bando fu soppressa in tutti gli Stati italiani alla fine del Settecento, mentre il termine b. venne gradualmente sostituito da quello di brigantaggio. Con questa definizione si diffuse, sempre in Età moderna, una dimensione particolare del b., carica di componenti economiche e sociali, e insieme religiose e politiche, rappresentata dai fenomeni di ribellione e di rivolta dei contadini. L’Italia, che aveva conosciuto il fenomeno del brigantaggio all’indomani dell’Unità, nel secondo dopoguerra ha subito un incremento del b., in partic. nel Meridione, dove omertà diffusa e indifferenza alla legge ne hanno favorito il radicamento. Al Nord il fenomeno del b. si è espresso in assalti a banche e gioiellerie, nel controllo di bische e locali notturni, nonché nel traffico della droga. Il b. pastorale si è manifestato soprattutto in Sardegna e appare legato a motivazioni più autoctone, in una terra in cui il reato dell’abigeato aveva una lunga tradizione. Il b. sardo si è espresso con particolare ferocia nei sequestri a scopo di estorsione (in questo imitato dalla criminalità calabrese), un fenomeno che ha conosciuto un notevole inasprimento, a partire dagli anni Sessanta del Novecento, in seguito alla modernizzazione economica dell’isola, che ha contribuito a emarginare e impoverire ulteriormente i pastori.