BANDKERAMIK
Termine archeologico tedesco (= "ceramica a nastro") usato per la prima volta nel 1903 da F. Klopffleisch per distinzione dalla "Schnurkeramik" (v.), poi entrato nell'uso del linguaggio tecnico internazionale per designare un tipo di vasi di terracotta decorati in vario modo con motivi a forma di nastro, incisi nell'argilla prima della cottura, e poi anche dipinti, tipici della regione danubiana, con estensione dal Mar Nero all'Europa centrale in età neolitica e specialmente eneolitica. Il principio ornamentale, che si esplica su questa ceramica, basato su linee curve, ondulate, a spirali, in modo del tutto indipendente dalle forme del vaso (così come sarà poi la decorazione della ceramica minoica di Creta), si distingue nettamente dal rigido principio tettonico geometrico che opera con linee rette e segue, sottolineandole, le forme del vaso, caratteristico per la ceramica nordica e centro-europea (e che poi culminerà nello stile geometrico della ceramica greca). L'espressione artisticamente più complessa di questo gusto ornamentale della B. si trova nella ceramica tipo Tripolje (v.), così detta da una località dell'Ucraina. Per maggiori precisazioni e per la bibliografia v. Preistorica, arte.
Bibl.: F. Kloppfleisch, Vorgeschichtl. Alterthümer d. Provinz Sachsen, in Fetschrift 34. Versamml. d. deutsch. Anthropolog. Gesellsch., vol. I, Worm 1903, p. 92 ss.; W. A. Jenny, Zur Gefässdekoration d. donauländischen Kulturkreises, Vienna 1928; F. Adama van Scheltema, in H. Th. Bossert, Geschichte d. Kunstgewerbes, I, Berlino 1928, p. 50 ss.; V. Gordon Childe, The Danube in Prehistory, Cambridge 1929; H. Kühn, Vorgeschitliche Kunst Deutschlands, Berlino 1935; F. Schachermeyer, Dimini und die B., in Mitt. anthropolog. Gesellsch. in Wien, LXXXIII, 1953-54, pp. 1-39.