Bangla Desh
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Geografia umana ed economica
di Albertina Migliaccio
Stato dell'Asia meridionale. Al censimento del 2001 la popolazione era di 129.247.233 ab. (saliti a 141.822.000 secondo una stima del 2005); con 984,9 ab. per km2 il B. D. rimane il Paese più densamente popolato al mondo. Il tasso di crescita demografica si è mantenuto pressoché costante e il calo della natalità, verificatosi nell'ultimo periodo del secolo scorso in concomitanza dell'avvio delle politiche di pianificazione familiare, sembra essersi esaurito. Il continuo incremento del tasso di urbanizzazione e la composizione per età della popolazione, in massima parte giovane, provocano evidenti problemi al mercato del lavoro. Nonostante il favorevole andamento degli indicatori della crescita produttiva, la situazione economica e sociale del Paese si presenta sostanzialmente immutata. Il tasso di analfabetismo è in regresso, anche se permangono vistose disparità fra il tasso di alfabetizzazione della popolazione urbana e quello della popolazione rurale, oltre che tra la popolazione maschile e quella femminile; la speranza di vita alla nascita si sta allungando, così come si sono registrati miglioramenti nelle condizioni sanitarie. A dispetto di questi progressi, nell'intervallo 1999-2004 il B. D. è passato soltanto dal 147° al 138° posto nella graduatoria mondiale dello sviluppo umano e gran parte della popolazione ha un reddito effettivo al di sotto della soglia di povertà. Il tasso di mortalità infantile permane molto elevato e la malnutrizione colpisce ancora oggi oltre il 70% delle madri e dei bambini.
Nel complesso le condizioni economiche del Paese sono migliorate, ma rimane gravissima la sua condizione di arretratezza. L'incidenza del settore primario sul PIL è passata da circa il 31% della fine degli anni Novanta al 20,5% nel 2004; la superficie coltivabile è diminuita ma, grazie all'aumento della produttività del settore, il Paese ha ridotto le importazioni di derrate alimentari. L'autosufficienza alimentare è, però, periodicamente compromessa dall'inadeguato livello di strutturazione del territorio e dall'ancora forte dipendenza del settore agricolo dagli eventi di carattere climatico. L'agricoltura, inoltre, continua a essere gravata da un eccessivo carico demografico e da una diffusa sottoccupazione.
In costante espansione il comparto industriale, che risulta ancora poco diversificato, eccessivamente composto da imprese di piccole e piccolissime dimensioni, e troppo orientato sui settori maturi, quali il tessile e l'abbigliamento, peraltro le principali voci dell'export del Paese. Le prospettive di potenziamento produttivo di queste attività non sono favorevoli: scaduto l'accordo multifibre con l'UE, all'interno del quale il B. D. godeva di una posizione di privilegio che gli consentiva di esportare i propri prodotti in regime di esenzione doganale e senza vincoli quantitativi, il Paese dovrà fronteggiare la maggiore competitività delle industrie cinesi e indiane, con il forte rischio di ridurre la quantità delle esportazioni dirette verso i Paesi dell'UE, che costituiscono i suoi principali partner commerciali. L'occupazione nell'industria, nonostante l'aumento dell'incidenza del settore secondario nella formazione del PIL (incremento che nel 2002-03 è stato stimato del 7,3%), si mantiene su valori pressoché costanti. La diminuzione del mercato internazionale della iuta, sia grezza sia lavorata, ha determinato una contrazione nell'industria tessile che concorre solo con il 6% all'export complessivo (2004). In espansione le esportazioni di abbigliamento e maglieria, le cui materie prime sono in massima parte importate con una evidente perdita di benefici derivanti dalle esportazioni. In crescita il settore delle costruzioni, alimentato dal processo di urbanizzazione.
Le attività industriali, in massima parte, rimangono concentrate nelle città di Dacca e Chittagong, in prossimità delle quali sono state istituite alcune Export Processing Zones (EPZs); in queste aree, per favorire la crescita del comparto industriale, sono state concesse numerose agevolazioni fiscali agli investitori stranieri. Inoltre, nonostante le forti resistenze interne, le autorità governative hanno varato una vasta politica di privatizzazioni e, per il solo biennio 2003-04, la commissione preposta allo smantellamento dell'industria di Stato ha individuato quasi 100 imprese da privatizzare. Il programma governativo prevede una serie di interventi tendenti soprattutto ad aumentare l'afflusso di capitale straniero attraverso sia la concessione di agevolazioni, sia lo snellimento delle procedure burocratiche. Va comunque osservato come fino al 2005 il B. D., nonostante l'irrisorio costo della manodopera, non sia riuscito ad attirare in modo soddisfacente gli investimenti esteri a causa della scarsa funzionalità del sistema bancario, delle carenze nella dotazione infrastrutturale, dell'inefficienza delle imprese pubbliche e della diffusione della corruzione.
Per potenziare l'industria, il B. D. punta alla differenziazione dei comparti produttivi attraverso lo sviluppo di attività più moderne e a maggior contenuto tecnologico (quali la produzione di software e altri prodotti elettronici), ancora oggi fortemente richiesti dai mercati dei Paesi a economia avanzata. Un'ultima linea di politica industriale ha per oggetto il miglioramento delle qualità competitive delle attività tradizionali (è il caso della pesca, conservazione e lavorazione dei gamberi, della produzione di tè, con la creazione di un apposito marchio di origine, e, in genere, di tutti i prodotti agricoli esportabili). Ancora inadeguata è la produzione di energia elettrica, in massima parte proveniente da centrali termiche che utilizzano il gas naturale estratto nel Paese. Nel comparto estrattivo è allo studio un piano di privatizzazione che prevede l'affidamento della gestione a società estere; infine, buone prospettive provengono dalla possibilità di incrementare l'estrazione di gas naturale da destinare all'esportazione.
Storia
di Paola Salvatori
Lo scontro fra le due formazioni politiche principali, la Lega Awami, progressista, e il Bangladesh Nationalist Party (BNP), conservatore, che aveva caratterizzato la vita pubblica del B. D. fin dal crollo del regime militare nel 1991, continuò a riproporsi in tutta la sua asprezza anche nel corso del Duemila, impedendo di fatto qualunque forma di dialogo istituzionale tra governo e opposizione. Il ricorso continuo alla mobilitazione della piazza, le violenze e le intimidazioni perpetrate contro gli avversari politici generarono un acuto stato di malessere e di instabilità che favorì il dilagare della criminalità e la diffusione di movimenti islamici integralisti. Il nuovo esecutivo, formatosi dopo le elezioni legislative del 1996 e guidato dalla signora Hasina Wajed, leader della Lega Awami, rimase paralizzato dall'intransigente opposizione del BNP e non riuscì a realizzare le riforme economiche e sociali che aveva posto al centro del suo programma di governo. Venne rallentato il processo di privatizzazioni avviato dalla precedente legislatura, ma rimasero anche disattesi gli investimenti nel settore scolastico e sanitario. Nel 2000 il governo varò una legge che rafforzava i poteri della polizia per porre un freno alla criminalità dilagante, ma fu accusato dalle opposizioni di utilizzare la nuova normativa anche come forma di repressione politica. Le elezioni legislative dell'ott. 2001, svoltesi in un clima di violenza e intimidazioni, riportarono al potere il BNP e il suo leader, la signora Khaleda Zia (già primo ministro dal 1991 al 1996), che si era imposta con un programma che prevedeva tra l'altro la lotta alla corruzione, la separazione tra potere politico e giudiziario e un fermo richiamo alla parità dei diritti delle donne. In realtà, la nuova maggioranza, condizionata dall'apporto dei partiti fondamentalisti islamici, tra cui il Jamiat-i-Islāmī (Associazione islamica), accantonò le questioni istituzionali e dei diritti civili e concentrò i suoi sforzi nella lotta alla criminalità inasprendo ulteriormente le pene e ampliando la sfera di intervento dell'esercito e della polizia. La Lega Awami, che boicottava il Parlamento in segno di protesta contro le violenze compiute durante la campagna elettorale, fu oggetto di pesanti intimidazioni e arresti indiscriminati, mentre numerosi vincoli venivano posti alla libertà di opinione e di stampa. Nel giugno 2002 il presidente della Repubblica Badruddoza Chowdhury, entrato in conflitto con Khaleda Zia, fu costretto alle dimissioni e venne sostituito in settembre da Iajuddin Ahmed. Negli anni successivi il clima rimase teso e il Paese conobbe un'ondata di fondamentalismo islamico e un riacutizzarsi dei conflitti etnico-religiosi. Crebbe anche il numero degli omicidi politici e degli attentati contro le forze di opposizione, i più cruenti dei quali furono quelli verificatisi nell'agosto 2004 e nel gennaio 2005, durante i comizi della Lega Awami, che provocarono decine di morti e centinaia di feriti. La recrudescenza della violenza politica e religiosa provocò la reazione della comunità internazionale, il cui sostegno economico rimaneva fondamentale per le sorti del Paese, e nel corso del 2005 il governo cercò di limitare l'attività dei gruppi integralisti ritenuti maggiormente coinvolti negli attacchi alle minoranze religiose operando numerosi arresti. Sul piano economico, la crescita registratasi nei primi anni del Duemila non si tradusse in un incremento significativo dell'occupazione, né in un miglioramento dei salari, colpiti dal rialzo dell'inflazione. Il governo si trovò inoltre a dover fronteggiare le pesanti ripercussioni delle inondazioni provocate nell'estate 2004 dai monsoni, che colpirono quasi il 60% del territorio, con gravi danni alle risorse agricole e zootecniche. In politica estera il B. D. mantenne i tradizionali legami con l'Unione Indiana, nonostante le tensioni generate dagli attacchi alle minoranze induiste e il ripetersi degli scontri nelle zone di confine.