BANIAS
. Da una larga e profonda caverna (τὸ πανέιον) che si apre alla base d'un masso calcare alto 30 m. e dove dai tempi più antichi era venerato Pan dio del gregge e della pastorizia, trasse il nome la città ellenistica Panea, nome conservato nell'odierno villaggio arabo Banias (329 m. s. m.; 400 ab.), situato a nord della Palestina, sul confine della Siria e nella regione delle sorgenti del Giordano.
Col nome di Panea la città è ricordata per la prima volta da Polibio (XVI, 18) nella vittoria che rese Antioco III, re di Siria, padrone della Palestina. Erode il Grande, dopo la morte del principe Zenodoro (20 a. C.) l'ebbe in dono da Augusto, e oltre al santuario al dio Pan, vi edificò un tempio di marmo in onore dell'imperatore. Suo figlio, il tetrarca Filippo, l'abbellì con sontuosi edificî e la chiamò Cesarea di Filippo. S. Pietro in vicinanza di questa città proclamò la divinità del Cristo (Matteo, XVI, 13). Nel 53 d. C. Agrippa II, come mostrano le monete del tempo, la chiamò Neroniade; ma non sembra che questo nome abbia prevalso, giacché nei secoli II e III documenti ufficiali la dicono ancora Cesarea. Nel sec. IV riassume il primitivo nome Panea. Secondo Eusebio (Hist. Eccl., VII, 17), l'emorroissa guarita da Gesù avrebbe fatto erigere davanti alla sua casa in Cesarea una statua al suo benefattore, che fu poi distrutta da Giuliano l'Apostata.
Al tempo dei crociati era sede vescovile. Al presente, dell'antica città, oltre il santuario di Pan e il castello dei Crociati, non restano che rovine di colonne di marmo, di capitelli corinzî e dorici, di sarcofaghi disseminati un po' dappertutto. Nel grande masso sopra il Paneion vi sono ancora 4 nicchie per statue e in una si legge: "questa dea (la ninfa Eco) fu consacrata al divino Pan, da Vittore, sacerdote, figlio di Lisimaco".
Bibl.: E. Schürer, Gesch. des jüd. Volkes, 4ª ed., Lipsia 1907, p. 204 segg.