bantu
Il termine designa l’insieme delle popolazioni dominanti nella porzione di Africa continentale situata a S di un arco ideale fra Camerun meridionale, Repubblica Centrafricana, Congo, Uganda, Nord del Kenya. Il criterio di identificazione è linguistico: b. sono quei gruppi che parlano un insieme di lingue imparentate. Il grado di differenziazione fra le parlate b. ha permesso di ricostruire le fasi di un’espansione iniziata fra il 2000 e il 1000 a.C. a partire da un linguaggio ancestrale comune localizzabile fra gli odd. Camerun e Nigeria orientale. L’espansione b., compiutasi in Africa australe solo nel 2° millennio d.C., fu un insieme di dinamiche di migrazione, assimilazione, mutamento linguistico associati a innovazioni in agricoltura (coltura di piantaggine, taro, igname ecc.), allevamento e lavorazione dei metalli che mutarono radicalmente l’assetto umano e culturale di tutto il Centro-Sud del continente, riducendo a isole le popolazioni di cacciatori-raccoglitori di più antico insediamento (khoisan e pigmei). Le lingue b. possono essere divise in tre gruppi: occidentale (fang, kongo, lingala, lunda, mbundu ecc.), orientale (kikuyu, ganda, luba, swahili, shona ecc.) e meridionale (zulu, xhosa, sotho, swazi, tswana ecc.).