BANZIA (Bantia)
Città sui confini dell'Apulia e della Lucania (onde l'attribuzione all'una o all'altra regione), a 5 miglia a NE. di Acerenza, presso il paese di Genzano, sulla via da Genzano a Spinazzola. Della città serba ora il nome l'Abbazia di S. Maria di Banzi, a 20 km. a SE. di Venosa. Note nell'antichità erano le foreste di Banzia, menzionate da Orazio; su un'altura boscosa tra Venosa e Banzia perì combattendo M. Claudio Marcello, il vincitore di Siracusa (208 a. C.).
Il ricordo di Banzia è legato specialmente alla cosiddetta Tabula Bantina, ora conservata nel Museo Nazionale di Napoli, e trovata nel 1793 presso la cittadina di Oppido. È una tavola di bronzo con un'iscrizione latina da un lato, osca sulla fronte opposta; è larga m. 0,38, alta m. 0,26: a un dipresso la sesta parte di ciò che era in antico; ed è da ascrivere a età anteriore alla guerra sociale. La iscrizione latina è un frammento di legge dell'età dei Gracchi, forse il frammento di una lex repetundarum; l'iscrizione osca era forse una parte dello statuto (lex civitatis) della città di Banzia, redatto sull'esempio delle istituzioni di Roma, e riguardante il procedimento giudiziario innanzi ai comizî e ai magistrati, il censimento dei cittadini, e l'ordine gerarchico secondo cui si possono occupare le magistrature locali.
Bibl.: Nissen, Ital. Landeskunde, II, p. 907, Hülsen, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., II, col. 2848. Per la legge osca, v. Zvetajeff, Sylloge inscriptionum oscarum, Pietroburgo 1878, I, 75-78; Bruns, Fontes iuris, 7ª ed., p. 48; per la legge latina, v. Corp. Inscr. Lat., I, 197; Bruns, op. cit., p. 53.