BĀQĪ
. Pseudonimo letterario di Maḥmūd ‛Ab dul-Bāqī, uno dei più grandi poeti lirici ottomani. Nato a Costantinopoli, nel 1827, cominciò ancora giovanetto, mentre attendeva a studî di giurisprudenza, a poetare; l'ode detta dei Giacinti è una delle prime e più celebri da lui composte. Visse in ristrettezze fino al 1555, quando presentò a Solimano I, reduce dalla spedizione vittoriosa contro la Persia, un'ode in suo onore, per cui divenne, rimanendovi poi fino alla morte del sovrano (1566), addetto alla corte. Avanzando fino ai più alti gradi della giudicatura, scrisse e tradusse dall'arabo, trattati religiosi musulmani, ma non cessò di poetare; la sua produzione poetica è esclusivamente di genere lirico, nello stile di Ḥāfiẓ. Anche dopo la morte di Solimano I, da lui pianta in un'elegia a strofe, in cui mostra una certa indipendenza di pensiero, egli continuò a godere del favore imperiale sotto Selim II e Murād III, ai quali la sua lirica mistica era gradita. Morì nel 1600. Benché tutti gli storici letterarî turchi dei secoli XVI e XVII lo considerino come un genio lirico inarrivabile, e, come stilista, sia il migliore rappresentante della lirica turca persianeggiante d'allora, poca originalità si trova nella sua poesia, la quale nulla aggiunge a quanto già era stato prodotto da lirici di primo ordine suoi predecessori, come ad es. Negiātī