BAR-LE-DUC (A. T., 32-33-34)
Città della Francia nord- orientale, capoluogo del dipartimento della Meuse; è situata in pittoresca posizione sull'Ornain, che scorre in una valle stretta e profonda i cui fianchi sono rivestiti di boschi e vigne. La città consta della parte bassa a cavaliere del fiume su cui ha cinque ponti, limitata dal canale Marna-Reno, e in cui si svolge tutta la vita industriale e commerciale, e della parte alta su una collina, sulla riva sinistra del fiume, con strade irregolari e strette fiancheggiate da case dei secoli XV, XVI, XVII, molto quieta e quasi disabitata.
Gli abitanti di Bar-le-Duc, in numero di 16.261 (1921), sono in gran parte dediti all'industria e al commercio. L'industria, piuttosto sviluppata, è rappresentata da stabilimenti per la filatura e tessitura del cotone, da birrerie, concerie, alti forni. Il commercio è dato in special modo dall'esportazione di legname e vini prodotti in grande abbondanza negl'immediati dintorni, e si svolge in gran parte attraverso il canale Marna-Reno e attraverso l'Ornain. La città è servita per le comunicazionì dalla linea Châlons-sur-Marne-Nancy-Strasburgo e da un tronco che la riunisce a Clermont-en-Argonne.
Bar è sede di prefettura, di tribunale di prima istanza e di commercio; è provvista di liceo, scuola normale e di altri istituti d'istruzione.
Monumenti. - L'antico castello di Bar-le-Duc fu demolito nel 1670 per ordine di Luigi XIV, restandone soltanto una porta romanica, "la bella porta", e la torre dell'orologio, che domina la città con la sua linea pittoresca. La chiesa - Notre Dame - ha abside e transetto dei primi anni del sec. XIII; avanzi di pitture murali del sec. XIV. S. Pietro, le cui parti più antiche rimontano al sec. XIV, ha forma e decorazioni gotiche; la facciata, per tradizione, del tempo di Luigi XI; nel transetto il famoso scheletro di Renato di Châlons scolpito da Ligier Richier; nella cappella Stainville, buone sculture del sec. XVI, e un'elegante balaustrata di pietra. Bar-le-Duc ha conservato buon numero di case antiche: l'impareggiabile pietra da taglio, che si trova nei dintorni, invitava a comporre bei paramenti e a profondere sculture. Gl'influssi più svariati si fanno sentire, dovuti in parte alle relazioni internazionali dei duchi di Bar; l'influsso italiano domina, inteso qualche volta senza discernimento da artisti locali, come mostra l'uso frequente dei frontoni rovesciati. Il "collegio" ha una ricca disposizione che richiamò l'attenzione del Montaigne; certi motivi in uso al di là dei Vosgi ricordano lo stile dell'alsaziano Dietterli. Una famiglia di artisti, les Gratas, avrebbe lavorato a Bar nel sec. XVI; e sembra che anche Giovanni Pélerin detto Viator, che visse a lungo a Toul, abbia avuto la sua parte nella formazione della curiosa scuola locale. Il palazzo delle poste e telegrafi, edificato nel 1927 dall'architetto Tronchet con la collaborazione degli scultori Martel e del vetraio J. Gruber, ricorda quello dell'esposizione di arti decorative di Parigi (1925). Al Museo municipale si trovano la pietra tombale di Gui de Joinville, dei camini monumentali della Rinascenza e un ritratto del grande pittore mosano Bastien Lepage.
Storia. - Le origini della città risalgono forse al castello eretto alla fine del sec. X da un conte di Bar; ma scoperte archeologiche e ricerche storiche recenti fanno pensare che una stazione celtica, poi romanizzata, si sia mantenuta qui fino all'invasione franca e oltre, divenendo il centro del pagus Barrensis, che figura nei documenti a partire dal sec. VI. Dal sec. X in poi la città divise le sorti della contea, poi ducato di Bar (v.), e precisamente di quella parte che riconosceva la sovranità feudale del re di Francia; entrò poi col ducato di Bar a far parte del ducato di Lorena. Cinta di forti mura nella seconda metà del '300, ebbe parte notevole nelle lotte tra Luigi XI e Carlo il Temerario, e poi fu aspramente disputata tra Francia e Lorena, al tempo di Luigi XIII e Luigi XIV; rimase a quest'ultima, tranne brevi trapassi alla Francia finché con la fine del ducato di Lorena (1766) fu incorporata definitivamente alla Francia.
Bibl.: Per la parte artistica v.: Abbé Renard, Le château de Bar, Bar-le-Duc 1896; L. Max Werly, L'art et les artistes dans le Barrois (Société des Beaux-Arts du Départment), Parigi 1896-97-98; Demogeot, Les origines de l'architecture de la Renaissance: Bar, in Annuaire de la Meuse, Bar-le-Duc 1898; A. Martin, Le vieux Bar, Bar 1909.
Per la parte storica v.: Bellot Herment, Histoire de la ville de Bar-le-Duc, Bar-le-Duc 1863.