BAR
. Parola inglese, che dal suo valore originario di "sbarra" è passata a significare un locale ove si mescono bevande, appunto perché l'inserviente - o barman - è separato dal pubblico per mezzo di un'alta tavola che divide in due l'ambiente. In italiano siffatto locale si chiamerebbe più propriamente mescita: però questo termine, che è diffuso più che altrove in Toscana, è ormai riservato quasi esclusivamente alle vendite di vino, mentre la parola bar si usa per indicare locali ove si prendono liquori e bevande diverse, stando in piedi oppure seduti su sgabelli. Il bar è quindi un tipico prodotto della frettolosa vita moderna, in contrapposto col tradizionale caffè, ove è d'uso sedersi e trattenersi. Così si spiega anche la straordinaria diffusione che il bar ha avuto in tutti i paesi civili. Il bar poi ha qualche volta, e più spesso nel nord d'Europa, carattere di luogo di trattenimento mondano; e in questo caso è ambiente di lusso. Aperto soltanto nelle ore della sera e della notte, con musica e qualche volta con ballo, ha sempre il grande bancone di mescita e gli alti caratteristici sgabelli, ma vi si trovano anche tavolinetti, sedie, divani, angoli appartati. Esempî di questo tipo di bar si trovano anche in qualcuna delle grandi città italiane, pur essendone il carattere tutt'altro che italiano. Il bar non manca mai negli alberghi di lusso e neppure nei teatri e nei migliori cinematografi. Qualche volta si riduce alla più modesta espressione di buvette. In Italia esempî notevoli esistono specialmente a Roma, a Milano e a Bologna.
Un tipo di bar molto frequente nei giardini pubblici, nei grandi viali urbani e nelle piazze, è quello a chiosco.