BARBADOS.
– Demografia e geografia economica. Storia
Demografia e geografia economica di Anna Bordoni. – Stato insulare dell’America Centrale, situato nell’Oceano Atlantico e all’estremità orientale del gruppo delle Piccole Antille. Al censimento del 2000 la popolazione era di 250.010 ab., saliti nel 2014 a 286.066, secondo una stima UNDESA (United Nations Department of Economic and Social Affairs), grazie a un discreto tasso di incremento naturale. Nella classifica dell’Indice di sviluppo umano 2013, B. (al 59° posto) rientrava nel gruppo dei Paesi a livello ‘elevato’, precedendo gli altri Stati dell’area caraibica. Il turismo, i servizi finanziari e l’industria delle costruzioni rappresentano i principali motori di crescita del Paese. Tuttavia la recente crisi economica globale ha avuto ripercussioni su questi settori e in particolare su quello turistico, che ha registrato una brusca contrazione, cui il governo cerca di far fronte promuovendo incentivi per attrarre visitatori. Il Paese possiede giacimenti di petrolio e gas naturale a oggi poco sfruttati, tanto che la produzione locale è in grado di soddisfare solo il 15% del consumo interno di energia.
Storia di Vincenzo Piglionica. – Alla vigilia delle elezioni del gennaio 2008, B. si presentò con un tasso di disoccupazione ai minimi livelli (7,4% nel 2007) e condizioni di sicurezza migliorate; dopo 14 anni di governo il Barbados labour party (BLP) si aggiudicò tuttavia solo 10 dei 30 seggi e fu sconfitto dal Democratic labour party (DLP). Il nuovo esecutivo, presieduto da David Thompson, intervenne nel 2009 sull’immigrazione, annunciando una procedura di amnistia per gli immigrati irregolari della Comunità caraibica (CARIbbean COMmunity, CARICOM) che avessero regolarizzato la loro posizione entro il mese di dicembre e l’espulsione degli altri. Alla morte di Thompson, avvenuta nell’ottobre 2010, il vicepremier Freundel Stuart assunse l’incarico di primo ministro, guidando il Paese durante il periodo della crisi economica globale fino alle elezioni del febbraio 2013. Nonostante la riduzione dei flussi turistici, la crescente disoccupazione e un rapporto debito/PIL oltre l’85%, il DLP riuscì a confermarsi nelle consultazioni, conquistando 16 seggi contro i 14 del BLP. Per il consolidamento fiscale, il governo predispose nel 2013 un piano che prevedeva il congelamento biennale dei salari nominali pubblici e un taglio di circa 3000 dipendenti statali.