Barbariccia
Uno dei diavoli della quinta bolgia (If XXI 120, 138-139, XXII 29, 59, 74, 94, 123, 145); decurione del drappello scelto da Malacoda per sorvegliare l'argine sinistro. La sua grossolanità, del resto pari a quella degli altri diavoli, si manifesta col segnale che dà ai compagni. Stringe fra le braccia, da dietro le spalle (‛ inforca ') il Navarrese, onde difenderlo dalla furia degli altri diavoli e offrire così a Virgilio la possibilità d'interrogarlo; beffato anch'egli dal malizioso barattiere, si trova ad assistere impotente alla conseguente zuffa tra Calcabrina e Alichino e a dover provvedere agli ordini necessari per ripescare i due 'mpaniati. È dunque personaggio centrale nella vivace scena del canto XXII, e tra quelli più direttamente ed efficacemente rappresentati nel crudo realismo dell'episodio. Il nome di Barbariccia, se è chiaro semanticamente, non lo è nelle allusioni, ammesso ch'esso ne implichi e non ci si debba riportare invece semplicemente a un attributo tradizionale dell'iconografia medievale dei demoni (la barba, come la coda per Malacoda, le zanne per Ciriatto, gli unghioni per Rubicante, ecc.). Quasi concordi tra loro, i commentatori antichi hanno tenuto a spiegare il nome nella sua allusività simbolica: " crispedo barbae et capillorum signum est malae malitiae " (Benvenuto); " la barba arricciata dimostra fraudolenzia " (Buti). Nessun credito ha avuto invece l'ipotesi, ingegnosa ma gratuita, del Rossetti che, attratto da certe rispondenze simboliche, ha creduto di poter interpretare in chiave di satira politica sulle vicende fiorentine del 1303, i nomi di tutti i diavoli della quinta bolgia, e nel nome di Barbariccia ha intravisto, storpiato, quello del fiorentino Iacopo Ricci, caporale della città. Il Torraca, da parte sua, ha fatto notare che, avendo potuto D. coniare i nomi dei suoi diavoli sulla traccia di cognomi dell'epoca, Barbariccia richiama, oltre al nome di Federigo Barbarossa, i nomi dei Barbadori fiorentini e dei Barbarasi di Cremona.
Bibl. - Parodi, Lingua II 354; A. Graf, I demoni, gli angeli, le Potenze Divine, in Miti, leggende e superstizioni del Medio Evo, Torino 1925; L. Olschki, D., i barattieri e i diavoli, in " Giorn. d. " XXXVIII (1935) 61-81; G. Rossetti, Commento analitico (dell'Inferno), Londra 1826-27.