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barbiturici

Dizionario di Medicina (2010)
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barbiturici


Classe di farmaci anestetici, antiepilettici e ipnotici derivati dall’acido barbiturico, che hanno in comune un’azione reversibile di depressione del sistema nervoso centrale. I b. che producono induzione dell’anestesia sono il tiopentale sodico, il tiamilale, il metoesitale: producono perdita dello stato di coscienza in meno di mezzo minuto; il loro dosaggio dipende dal peso corporeo e dall’eventuale premedicazione con benzodiazepine o oppioidi. Durante l’anestesia da b. si verificano nell’- SNC una diminuzione del metabolismo, del flusso ematico e della pressione intracerebrali; per vasodilatazione si abbassa anche la pressione arteriosa e, per depressione dei centri respiratori, diminuisce la ventilazione. Per quanto riguarda la loro azione antiepilettica, i b. sono di elezione nel trattamento di emergenza nelle convulsioni non epilettiche, quali quelle tetaniche, nell’eclampsia, nell’emorragia cerebrale e nell’intossicazione da farmaci convulsivanti. L’effetto ipnotico-sedativo dei b. è stato, dagli ultimi decenni del 20° secolo, progressivamente abbandonato a causa del largo uso delle benzodiazepine. Alcuni b. (fenobarbital, butabarbital) vengono utilizzati per neutralizzare gli effetti eccitanti centrali di efedrina e ketamina; sono molto efficaci nella sindrome da astinenza di sedativi ipnotici. Avvelenamento da b.: la diminuzione degli avvelenamenti da b. è diminuita nel tempo, parallelamente al minor uso come ipnotici; nei pochi casi, sono tuttavia possibili manifestazioni cliniche gravi, fino alla morte. Inizialmente viene compromessa la respirazione, poi la stato di coscienza; il coma è caratterizzato da grave ipotensione e shock, anossia, edema polmonare, insufficienza renale. Il trattamento è di supporto, non esistendo antidoti specifici per i barbiturici.

Vedi anche
antiepilettici Farmaci anticonvulsivanti in grado di prevenire, inibire o abolire gli attacchi epilettici. In genere riducono l’eccitabilità anomala delle cellule nervose responsabili dell’origine e propagazione degli impulsi epilettogeni. I principali sono i barbiturici, le idantoine, alcuni derivati della pirimidina, ... benzodiazepina Composto chimico, C9H8N2; dall’isomero 1-4, di struttura  formula derivano diversi composti, caratterizzati dalla presenza di un terzo anello benzenico, dotati di proprietà tranquillanti e talora miorilassanti e anche ipnoinducenti. A tali composti, classificati come ansiolitici, appartengono il clordiazepossido, ... acido barbiturico Derivato della pirimidina, detto anche anche malonilurea, contenente 3 atomi di ossigeno, con Formula. Polvere cristallina, bianca, di sapore amaro; si comporta come un acido monobasico e si ottiene per condensazione dell’urea con l’acido malonico o con i suoi esteri; è impiegata nell’industria farmaceutica ... neurotrasmettitore Sostanza che veicola le informazioni neuronali attraverso la trasmissione sinaptica. 1. Modalità di liberazione I neurotrasmettitore sono sintetizzati nel citoplasma neuronale partendo da precursori molto comuni, disponibili nel neurone, attraverso numerose tappe enzimatiche. La trasmissione sinaptica ...
Tag
  • SISTEMA NERVOSO CENTRALE
  • EMORRAGIA CEREBRALE
  • ACIDO BARBITURICO
  • EDEMA POLMONARE
  • BENZODIAZEPINE
Vocabolario
barbitùrico
barbiturico barbitùrico agg. e s. m. [dal fr. (acide) barbiturique, parziale adattam. del ted. Barbitursäure (Säure = acido), nome coniato dal chimico ted. A. Baeyer che nel 1863 preparò questo composto scaldando l’acido malonico (estratto...
barbiturismo
barbiturismo s. m. [der. di barbiturico]. – 1. Intossicazione da barbiturici; si distingue un b. acuto, caratterizzato da profondo sopore che si trasforma in coma, attenuazione o scomparsa dei riflessi, ipotermia, ecc., da un b. cronico,...
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