BARCAROLA
. Propriamente "canto di barcaiuoli": ma il termine è entrato in parecchie lingue europee (fr. barcarolle, ecc.) per indicare una speciale forma musicale la cui andatura generale, col ritmo e con la melodia, richiama l'idea del monotono dondolio della barca sulle onde e del battere dei remi.
I compositori moderni hanno molto coltivato questo genere. La melodia di Mozart, qui sotto schematicamente riportata, ha il tipico andamento di barcarola ed è di schietto sapore popolaresco italiano.
Altri musicisti inserirono barcarole nelle loro opere: Paisiello in Re Teodoro; Rossini nel Guglielmo Tell; D0nizetti in Marin Faliero; Hérold in Zampa; Offenbach nei Racconti d'Hoffmann; Auber in Masaniello.
La forma fu ripresa dagli autori di Lieder (Schubert in Auf dem Wasser zu singen, e, esempio celebre, La biondina in gondoleta composta da Giovanni Simone Mayr per la contessa Marina Querini Benzon). Oltre che quelle per canto, vi sono barcarole per pianoforte (Chopin, op. 60): tra queste la prima delle Romanze senza parole di Mendelssohn, scritta nel 1830 a Venezia e tipica come forma di gondoliera (ted. Gondellied).
Verdi nel secondo atto dell'Otello creò l'esempio più vasto, e uno dei più belli, di barcarola, per cori con accompagnamento di mandolini, chitarre e cornamusa.
Caratteristica comune a tutte le barcarole è il movimento di 6/8, raramente di 12/8. Si noti però che nel folklore italiano molti dei canti marinareschi sono di movimento diverso: p. es. il famoso canto dei gondolieri veneziani sulle stanze del Tasso (melodia che Wagner giudicava assai più antica dei versi della Gerusalemme) è in 4/4; e di movimento simile ma più ampio è il bellissimo cant'u timuni di Trapani, pubblicato dal Favara (v. anche la voce marinaresca).