Barcellona
Città della Spagna nord-orientale, nella Catalogna (1.578.500 ab. nel 2004, 3.800.000 ab. l'agglomerato urbano). B. è stata oggetto di un grande rinnovamento architettonico e urbanistico, legato ai Giochi olimpici del 1992, che l'ha portata all'attenzione internazionale trasformandola in un esempio da imitare per amministratori e progettisti. L'importante occasione ha avviato un processo di apertura della zona orientale verso il mare con la creazione del nuovo villaggio olimpico: un esteso piano di riqualificazione urbana, tuttora in corso. Il villaggio, successivamente riconvertito in quartiere residenziale, ha costituito il vero fulcro del rinnovamento e, assieme alla passeggiata, alle spiagge e al porto turistico, è diventato un esempio emblematico di qualificato utilizzo pubblico degli spazi urbani come luoghi progettati, attrezzati e funzionalmente studiati. I giochi non hanno però costituito un momento isolato, sono stati infatti l'occasione per avviare un processo di pianificazione a lungo termine, che ha interessato non solo le aree centrali ma anche le zone periferiche e i lavori effettuati non sono stati limitati a eventi temporanei o visti semplicemente in funzione turistica, ma hanno puntato al raggiungimento di obiettivi durevoli anche per i residenti.
Importanti restauri di edifici monumentali si sono alternati alla realizzazione di nuovi progetti: tra i primi si segnala il Gran Teatre del Liceu, andato a fuoco nel 1994 e accuratamente recuperato nel 1999, e tra i secondi il MACBA (Museu d'Art Contemporani de Barcelona) progettato da R. Meier (1995), che, con le sue trasparenze e le bianche facciate, si contrappone al denso tessuto storico in cui è collocato, la Concert Hall e l'Auditorium (1999) di J.R. Moneo, ai margini della griglia ottocentesca della città, e il Teatro Nazionale di Catalogna (1998) di R. Bofill.
Una ulteriore spinta al rinnovamento si è avuta con il Forum universale delle culture nel 2004: fallite infatti le candidature di B. come capitale europea della cultura e sede di una nuova esposizione internazionale, il Forum, assegnato già dal 1997 e promosso dall'UNESCO come momento di dibattito sui grandi temi della pace, della diversità culturale e della sostenibilità, ha coinvolto l'intera città con una nutrita serie di eventi. Il fulcro logistico della manifestazione è stato individuato nella zona orientale della città, alla fine della Avinguda Diagonal, il lungo asse viario obliquo che, dal lato del mare, finiva in una zona degradata fatta di quartieri popolari, impianti di depurazione e centrali energetiche. Il progetto ha portato al prolungamento della stessa Diagonal che oggi si conclude con una enorme piazza rialzata di 140.000 m2 progettata da J.A. Martínez Lapeña ed E. Torres Tur e caratterizzata da una superficie asfaltata multicolore, leggermente in pendenza verso il mare, sovrapposta alle strutture e alle infrastrutture sia preesistenti sia nuove: un vero e proprio edificio, la cui forma ricorda quella di una mano aperta, posto al di sopra delle altre costruzioni, che si apre verso il mare suddividendosi in una serie di elementi separati, percorsi da un sistema di passerelle pedonali, rampe e scalinate. La piazza è collegata a una spiaggia attrezzata e alle nuove aree portuali turistiche. Il segno architettonico più forte e visibile è l'enorme pensilina che sostiene una serie di pannelli fotovoltaici - in ossequio a uno dei punti cardine del Forum 2004, la sostenibilità ambientale - e crea una zona d'ombra sull'ampia gradinata di accesso al mare. L'intera piazza funziona così come una grande centrale di produzione di energia solare. Tra le molte e diverse funzioni ospitate dal complesso si segnala in particolare lo zoo marino, al cui interno spicca il padiglione della biodiversità progettato dallo studio olandese MVRDV; anche in questo caso è stato messo in atto un nuovo modo di intervenire sul tessuto urbano, per quanto, diversamente rispetto agli interventi realizzati nel 1992, non è stato rispettato il tessuto preesistente, peraltro privo di particolari qualità, ma si è scelto di creare, per sovrapposizione, una serie di nuovi grandi isolati: le motivazioni di ciò sono probabilmente di tipo economico, mirando a favorire l'ingresso degli investitori privati nel processo di urbanizzazione. Al centro dell'intervento è un grande isolato progettato dagli svizzeri J. Herzog e P. de Meuron, un complesso di 28.000 m2 dove si sono svolti gran parte dei lavori del Forum e al cui interno vi sono anche un auditorium di 3200 posti e uno studio di produzione televisiva: un edificio sospeso, quasi a sottolineare la sovrapposizione che si verifica nei confronti delle preesistenze, e caratterizzato da un volume di forma triangolare sotto il quale si generano spazi ibridi, semiaperti e in diretta connessione con la grande piazza esterna.
Non lontano è stato anche realizzato il Centro congressi internazionale (2004), un complesso di circa 68.000 m2, progettato dallo studio Map Architects diretto da J.L. Mateo.
La riqualificazione della zona ha inoltre favorito la rivalutazione di una serie di lotti liberi che sono stati oggetto di importanti interventi privati. Il principale e più discusso, la cosiddetta Diagonal Mar, è stato sviluppato dal gruppo immobiliare americano Hines e comprende alcune torri, un centro commerciale (87.000 m2), edifici residenziali di lusso, uffici e 14 ha di parco (il terzo di B.) progettati rispettivamente da R. Stern, da O. Tusquets e dall'italiana B. Tagliabue titolare dello studio EMBT.
Tra gli altri quartieri residenziali oggetto di interventi di riqualificazione, soprattutto quelli più degradati a ridosso della Diagonal, si segnala quello settentrionale di La Mina, dove risiedono circa 12.000 abitanti, per lo più immigrati. Il progetto, affidato allo studio Jorner, Llop & Pastor, prevede la sostituzione di alcuni isolati, la creazione di una rambla, ampio viale in grado di funzionare come elemento di organizzazione interna, e un collegamento diretto con l'area del Forum. Altra grande area, al centro di un ulteriore processo di riqualificazione previsto da un piano urbanistico e denominata 22@, è costituita da una estesa porzione del quartiere Poble Nou, ex zona industriale posta tra la città storica e il Forum. Qui è stato previsto un denso programma di edifici caratterizzati da un ampio uso di nuove tecnologie, con il parziale mantenimento di alcune storiche costruzioni industriali. Tra le realizzazioni di maggiore spicco si segnala la colorata Torre Agbar (2005) di J. Nouvel, alta 142 m, e la Città della Giustizia progettata da D. Chipperfield. Non vanno inoltre dimenticati i molti interventi degni di nota tra i quali: la biblioteca dell'Universidad Pompeu Fabra (1999), progettata da L. Clotet Ballus e I. Paricio Ansuategui, al di sotto del laghetto dell'ottocentesca fabbrica del Diposit des Aigues; il Palazzo dei congressi (2000) di C. Ferrater, nel nuovo distretto finanziario sorto a sud-ovest di B.; il periferico obitorio municipale di Terrassa (2002), un neomodernista intervento dello studio BAAS Architects, dotato anche di pregevoli spazi all'aperto e di una chiesa; la nuova sede della società del Gas natural (2004) e il Mercato coperto di Santa Caterina (2004), entrambi di B. Tagliabue/EMBT, all'interno della città vecchia; l'Hotel Barcelona (2006) di D. Perrault, la cui facciata è caratterizzata da pannelli di alluminio forato; il Parc Logistic di R. Bofill (2003), nella zona franca a ovest di B.; il Jardin Botanico (1999) di C. Ferrater, J.L. Canosa, B. Figueras, nella zona ovest (quartieri di Sants e di Montjuïc, cui si è aggiunto l'edificio dell'Instituto Botanico, progettato da Ferrater tra il 2003 e il 2005). Si ricorda infine il progetto del giapponese T. Ito per l'ampliamento della fiera, destinata a diventare il secondo complesso europeo dopo quello di Milano, il cui completamento è previsto per il 2007.