SOLDANI, Bardo Maria (in religione Ambrogio)
– Nacque a Pratovecchio il 15 giugno 1736 da Giuseppe e da Benedetta Nesterini.
Dopo aver compiuto i primi studi, probabilmente di carattere prevalentemente umanistico, entrò all’età di tredici anni nel collegio dei padri camaldolesi di Poppi. Dopo un triennio si trasferì a Firenze, presso il monastero di S. Maria degli Angeli, poiché attratto dall’Ordine di S. Romualdo, in cui erano annoverati diversi cultori di scienze e di lettere. Qui ebbe come maestro il padre Rudesindo Cantoni, che era stato a sua volta allievo di Guido Grandi.
Ordinato sacerdote e mutato il nome in Ambrogio, a 24 anni conseguì il titolo di lettore, che gli consentì di insegnare filosofia, teologia, chimica e storia naturale presso il monastero. Nel 1770 fu nominato direttore della biblioteca del monastero, impegnandosi nel riordino del lascito manoscritto di Grandi. All’età di quarant’anni divenne abate, ottenendo nel 1778 il titolo di cancelliere. Nel 1780 gli fu affidato l’incarico di dirigere il monastero di S. Mustiola, detto delle Rose, a Siena.
Soldani non lasciò mai l’incarico della direzione, se si eccettua una breve interruzione nel 1789, e garantì la propria presenza a Siena, a esclusione dei viaggi compiuti per stretto interesse scientifico, che lo condussero in Toscana e Romagna, a Roma e Napoli e, fuori dall’Italia, in Germania e in Austria.
Sul piano della produzione scientifica Soldani esordì nel 1780 con la pubblicazione a Siena del Saggio orittografico ovvero osservazioni sopra le terre nautilitiche ed ammonitiche con appendice o indice latino ragionato dei piccoli Testacei, e d’altri fossili d’origine marina per schiarimento dell’opera.
Il trattato, dedicato al granduca di Toscana Pietro Leopoldo, affrontava un settore degli studi paleontologici di frontiera, i gusci fossili di quei molluschi di dimensioni microscopiche, noti oggi come Foraminiferi, intorno ai quali esisteva scarna letteratura, limitata di fatto a tre soli precedenti, Jacopo Bartolomeo Beccari, Johann Philipp Breyne e Giovanni Bianchi; rispetto allo stadio delle conoscenze fino ad allora fissato, il Saggio di Soldani segnava un divario enorme, come riconosceva nel 1814 Giovan Battista Brocchi, che in Soldani, oltre alla paziente opera di catalogatore e all’abilità di microscopista, sottolineò la capacità di «osservare la Natura in grande» (p. LVII).
Nel 1781 ricevette con motuproprio da parte di Pietro Leopoldo d’Asburgo-Lorena, in segno di apprezzamento per la pubblicazione del Saggio orittografico a lui dedicato, una medaglia d’oro, una gratifica in denaro e la nomina a professore di geometria presso l’Ateneo senese, carica che Soldani mantenne fino al 1795, ricevendo nel 1790 un aumento straordinario annuo di cinquanta scudi.
Il Saggio riscosse una lusinghiera accoglienza e Soldani decise di impegnare tutte le energie nella continuazione del lavoro. Fu il 1789 l’anno in cui egli prese a pubblicare a Siena il suo indiscutibile capolavoro, i Testaceographiae ac zoophytographiae parvae et microscopicae tomi II, di cui compariva il primo volume, seguito nel 1791 dal secondo, al cui interno era incastonata la Dissertatio geologica de agro clusentinate et valdarnensi.
Mentre attendeva alla stesura del terzo volume del primo tomo, Soldani si dedicò allo studio di due distinti fenomeni: del primo diede ragionata esposizione in Memoria sopra il terreno ardente di Portico di Romagna e di altri simili fuochi (in Atti dell’Accademia delle scienze di Siena detta de’ Fisiocritici, 1794, vol. 7, pp. 200-212), propendendo per un’emanazione di idrocarburi per fermentazione; al secondo, occorso nella sera del 16 giugno 1794, relativo alla caduta di numerosi meteoriti, dedicò più ampia trattazione, che usciva a Siena nel 1794 con titolo Sopra una pioggetta di sassi accaduta nella sera de’ 16 giugno del MDCCXCIV in Lucignan d’Asso nel Sanese, dedicata a Frederick Hervey, conte di Bristol e vescovo di Derry. Soldani, dopo aver compiuto i debiti sopralluoghi nella località e avere attentamente valutato tutti gli indizi a disposizione, si pronunciò a favore di una spiegazione del fenomeno che, negandone la provenienza terrestre, affermava come le «pietre precipitate al basso sieno state generate su tra le nuvole» (p. 9).
Sulla natura del minerale descritto da Soldani si scatenò immediata disputa, in cui intervennero fra gli altri Giorgio Santi, Angelo Fabbroni, William Thompson, allora a Napoli, e Lazzaro Spallanzani (di quest’ultimo cfr. Lettera sulla pioggia di sassi avvenuta in Toscana nel giugno del 1794, in Opuscoli scelti sulle scienze e sulle arti, 1795, vol. 18, pp. 185-196). Soldani, dopo aver sinteticamente replicato a una critica anonima e a quella firmata dal canonico Giuseppe Maria Giovene (Riflessioni [...] sull’articolo di lettera stampata nel tomo XVIII. Opuscoli di Milano p. 35 riguardanti la pioggetta di sassi accaduta nel Senese ai 16 giugno 1794, ibid., pp. 285-288), scrisse una più distesa difesa l’anno successivo (cfr. Osservazioni apologetiche intorno alla pioggia di sassi caduta nel Senese nell’anno 1794, ibid., 1796, vol. 19, pp. 26-51); al contempo delegò a Giacomo Barzellotti e a Ottaviano Targioni Tozzetti il compito, mai concretizzatosi però, di una più esauriente risposta.
Nel 1795, in piena disputa, Soldani pubblicò il terzo volume del primo tomo della Testaceographiae ac zoophythographiae..., cui seguì nel 1798 il secondo tomo, che chiudeva l’impresa. Nel suo complesso l’opera, nonostante qualche menda sul piano classificatorio, peraltro ben comprensibile non costituendo per Soldani quello l’obiettivo primario, dischiudeva al lettore davvero un mondo inesplorato: «quanta pazienza», così ancora Brocchi (1814), «quanta industria per separare e isolare quei minimi corpi coi lavacri e col vaglio dai granellini minimi di arena con cui sono confusi, e quanta oculatezza nel discernerne la struttura!» (p. LXIV).
Inaspettatamente l’opera non ebbe la medesima accoglienza del Saggio, determinando un fallimento anche sul piano economico, per cui Soldani si risolse a svendere le copie rimaste in giacenza; anzi, stando alla testimonianza di Brocchi, la delusione fu tale che egli «deliberò, in un momento di mal umore, di mandare alle fiamme gran parte dei fogli del secondo volume, e consegnò a un calderajo tutte le tavole dell’opera» (p. LXVII).
Nel 1798 Soldani pubblicò a Siena la Relazione del terremoto accaduto il dì 26 maggio 1798 divisa in sei lettere, opera nella quale, oltre a offrire il primo contributo ufficiale in seno all’Accademia senese in materia di terremoti, si delineava la storia sismologica del Senese, con un dettagliato elenco degli eventi occorsi stabiliti mediante rigorosa escussione delle fonti (Castelli, in Etruria natura..., 2008, p. 34).
Gli ultimi anni della sua operosità di naturalista furono dedicati al riesame della questione delle meteoriti: pubblicò dunque il saggio intitolato Litogenesia. Lettera [...] al sig. can. Sacchetti (in Magazzino di letterature, scienze, arti, economia politica e commercio, 1805, vol. 5, pp. 81-120) e la Storia di quei bolidi, che hanno da se scagliato pietre alla Terra (in Atti dell’Accademia delle scienze di Siena detta de’ Fisiocritici, 1808, vol. 9, pp. 1-29), in cui, compiuta un’anamnesi storica dei fenomeni di caduta delle meteoriti, rimase fermo sulle conclusioni a cui era giunto nel 1794, offrendo così un contributo inestimabile all’affermazione dell’origine cosmica delle meteoriti.
Nel 1803, con un breve promulgato da papa Pio VII, Soldani era stato nominato generale dell’Ordine dei camaldolesi. Con la nomina di Napoleone Buonaparte a presidente della Repubblica italiana seguì la chiusura dell’Università di Siena e la soppressione del monastero delle Rose. Decaduto così il suo incarico, Soldani nell’agosto del 1807 si trasferì a Firenze, ancora una volta presso il monastero di S. Maria degli Angeli, ove morì il 14 luglio 1808.
Soldani fu membro di diverse Accademie, tra cui quella dei Georgofili e la Colombaria di Firenze, assumendo per quest’ultima il nome di Vagante. Alla sua morte, lasciò una collezione di reperti fossili, consistente in una cassettiera con 311 vasetti di vetro; l’espresso desiderio di donarla all’Accademia dei Fisiocritici fu onorato dalla commissione istituita da Napoleone Buonaparte e presieduta dal barone Georges Cuvier.
Fonti e Bibl.: Un manipolo di lettere indirizzate a Guido Ignazio Vio è pubblicato in M. Mazzucotelli, L’osservazione della natura in due carteggi camaldolesi del Settecento: lettere di Gian Claudio Fromond e di Ambrogio Soldani a Guido Ignazio Vio, in Benedictina, 1989, vol. 36, pp. 441-476 (in partic. pp. 462-476); sulla polemica intorno alla «pioggetta di sassi», la documentazione relativa ai rapporti con Ottaviano Targioni Tozzetti è nella sua interezza edita in «Opuscoli e schede mineralogiche». Manoscritti e lettere di Ottaviano Targioni Tozzetti. Conoscenze naturalistiche a Firenze tra Sette e Ottocento, a cura di C. Cipriani - C. Nepi - L. Poggi, Firenze 2000, pp. 73-92; la documentazione dei pronunciamenti critici di Giorgio Santi, Lazzaro Spallanzani e William Thompson è pubblicata in M. De Gregorio, Giorgio Santi: un savant fra riformismo e Restaurazione, II, Siena 2014, pp. 160-184.
M. Ricca, Discorso sopra le opere del p. d. Ambrogio Soldani..., Siena 1810; G.B. Brocchi, Conchiologia fossile subappennina, I, Milano 1814, pp. LVII, LXIV-LXVIII; O. Silvestri, A. S. e le sue opere, in Atti della Società italiana di scienze naturali, 1872, vol. 15, pp. 273-289; C. Fornasini, Foraminiferi illustrati da S. e citati dagli autori. Contribuzione allo studio dei Foraminiferi fossili negli strati neogenici d’Italia e viventi nel Mediterraneo, Roma 1886; A. Neviani, Briozoi fossili illustrati da Soldani Ambrogio nel 1780, in Bollettino della Società romana per gli studi zoologici, 1895, vol. 4, pp. 57-64; Id., Briozoi viventi e fossili illustrati da Ambrogio Soldani nell’opera Testaceographia ac zoophytographia parva et microscopica, 1789-1798, in Bollettino della Società geologica italiana, 1906, vol. 35, pp. 763-786; P. Ciampelli, Don Ambrogio Soldani, abate camaldolese, naturalista e micrografo. Nel primo centenario dalla sua morte, in Rivista storica benedettina, s. 3, 1908, vol. 12, pp. 543-554; E. Manasse, Commemorazione di Ambrogio Soldani, in Atti della R. Accademia dei Fisiocritici in Siena, s. 4, 1908, vol. 20, pp. 365-376; F. Napoli, Ambrogio Soldani nel primo centenario della sua morte, 1808-1908, in Memorie della Pontificia Accademia dei nuovi Lincei, 1908, vol. 27, pp. 135-160; G. Goretti Miniati, Ambrogio Soldani, in Gli scienziati italiani dall’inizio del medioevo ai nostri giorni, I, Roma 1923, pp. 391-404; N. Rodolico, Ambrogio Soldani e Ottaviano Targioni Tozzetti: carteggio sulla pioggetta di sassi del 1794, in Physis, 1970, vol. 12, pp. 197-210; G.R. Levi Donati, La polemica sulla pioggetta di sassi del 1794: con documenti inediti, ibid., 1975, vol. 17, pp. 94-112; T. Lipparini, J.B. Beccari e p. Ambrogio Soldani fondatori della micropaleontologia, in Atti dell’Accademia dei Fisiocritici in Siena, s. 15, 1986, vol. 5, pp. 69-76; Id., J.B. Beccari e p. Ambrogio Soldani fondatori della micropaleontologia: contributo secondo, ibid., 1987, vol. 6, pp. 133-137; E. Vaccari, The museum and the academy: geology and paleontology in the Accademia dei Fisiocritici during 18th century, in Cultures and institutions of natural history. Essays in the history and philosophy of science, a cura di M.T. Ghiselin - A.E. Leviton, San Francisco 2000, pp. 15 s.; M. De Gregorio, I fossili, il diluvio, la creazione: Ambrogio Soldani a duecento anni dalla morte, in Bullettino senese di storia patria, 2008, vol. 115, pp. 509-521; L. Folco, La caduta della meteorite di Siena nel giugno del 1794 e il contributo del S. nella scienza moderna, in Atti dell’Accademia dei Fisiocritici in Siena, s. 15, 2008, vol. 27, pp. XV-XXII; Etruria natura. Periodico scientifico-divulgativo della Accademia dei Fisiocritici, 2008, vol. 5 (in partic. R. Fondi - M. Tanga, Ambrogio Bardo Maria S. (Pratovecchio, 1736 - Firenze, 1808), pp. 8-11; M. De Gregorio, Ambrogio Soldani: “Dare orecchio alle voci della Natura”, pp. 12-22; R. Fondi - R. Matteucci - R. Mazzei, L’eredità scientifica di Ambrogio Soldani, pp. 23-33; V. Castelli, Ambrogio Soldani pioniere della tradizione sismologica senese, pp. 34-36); M. De Gregorio, Giorgio Santi: un savant fra riformismo e Restaurazione, I, Siena 2014, pp. 283-295 e ad indicem.