BARDOLINO (A. T., 20-21)
Piccolo centro della provincia di Verona, sulla riva orientale del Garda, a 68 m. s. m. È d'origine assai antica; vi sono stati trovati resti d'una stazione preistorica lacustre e conserva nella pianta le tracce d'un borgo romano. Gli Scaligeri vi eressero poi nel Medioevo un castello ancora ben conservato. Vi ebbero signoria i Fermi, spentisi nel sec. XV; un'epigrafe sulla facciata della cattedrale ricorda il loro dominio. Posto ad anfiteatro degradante verso il Garda, il Paese è limitato da due torrenti assai ripidi, il Progno di San Severo e il Progno di Valsorda.
Il comune ha un'area di 54,28 kmq. ed essendo costituito per buona parte da rocce e materiali di riporto dell'anfiteatro morenico del Garda, è nella parte più bassa assai fertile e adatto alla vigna, ai gelsi, e al frutteto (kmq. 7,55 di colture specializzate). La qualità del vino è assai rinomata e la quantità della frutta è consacrata perfino da un proverbio "a magnar i fruti de Bardolin, no basta gnanca la gola de Arlechin". Sono prodotti anche cereali (kmq. 5,25 seminativi) e il clima mite permette la coltura dell'olivo; la maggior parte del territorio comunale è però improduttivo (km. 38.35 sterili), perché in parte occupato dal lago, che viene però utilizzato per la pesca. Bardolino è congiunto a Garda e a Verona (da cui dista 28.7 chilometri) dalla ferrovia secondaria Garda-Affi-Verona; di recente (1927) è stata ultimata la Gardesana, la nuova arteria stradale che congiunge Peschiera a Riva, passando per Malcesine e Torbole. Il numero degli abitanti del comune si è accresciuto da 2309 nel 1861, a 2565 nel 1881, a 3013 nel 1901, a 3678 nel 1921. Di essi 1027 dimoravano a Bardolino, 588 a Calmasino, 186 a Cisano, il resto in case sparse. Bardolino è stato cantato nei versi di Cesare Betteloni, che vi ha avuto i natali e che vi si suicidò nel 1858.