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BARENTÙ

di Giuseppe Stefanini - Enciclopedia Italiana (1930)
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BARENTÙ (A. T., 116-117)

Giuseppe Stefanini

Notevole villaggio della colonia Eritrea, posto a cavalcione di un poggio alto 980 m. s. m. sulla sinistra del Mai Tsadà, subaffluente del Barca, verso lo spartiacque tra questo e il bacino del Gasc′. Oltre ai pochi edifici destinati ad uffici e abitazioni degli scarsissimi europei, esiste un centro missionario di cappuccini e un piccolo ospizio di suore.

Gl'indigeni battezzati dipendenti dalla missione ammontano a un migliaio circa. La popolazione che abita il villaggio (circa 2000 ab.) è costituita in prevalenza di Baria, con pochissimi Cunama, Abissini e Beni Amer, e qualche Indiano, che ha in mano tutto il commercio: il territorio circostante è però Cunama. Il prodotto più importante del commercio locale è la gomma, che viene raccolta dagl'indigeni nelle boscaglie d'acacia del bacino del Gasc′ e adunata sul mercato nella misura di circa 1000 quintali annui; vengono poi i semi oleosi, la dura, il bultuc, il bestiame, le pelli e altri prodotti dell'agricoltura e della pastorizia.

Il commissariato del Gasc′ e Setit di cui Barentù era capoluogo, è ora riunito a quello del Barca, con capoluogo ad Agordat.

Vedi anche
Cunama Popolazione non cuscitica del bassopiano occidentale eritreo, ai confini con il Sudan. Agricoltori sedentari, sono organizzati democraticamente in gruppi governati dagli anziani. La religione tradizionale sta gradualmente cedendo il passo all’Islam e al cristianesimo. Sono probabilmente paleosudanesi, ... agricoltura L’arte e la pratica di coltivare il suolo allo scopo di ottenerne prodotti utili all’alimentazione dell’uomo e degli animali e materie prime indispensabili per numerose industrie (cotone, lino, semi oleosi ecc.). In senso lato include anche l’allevamento del bestiame e la silvicoltura. Nello studio dell’a. ...
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