BARGYLIA (Βαργύλια, Bargylia)
Antica città della Caria, posta in una insenatura (il sinus Bargylieticus?) del Golfo di Mandalya. Scarne fonti antiche ricordano che, alla fine del V sec. a.C., B. pagava alla Confederazione Delia una quota sei volte minore che non la vicina Kindya, culla degli Ecatommidi e sede del veneratissimo Santuario di Artemide Kindyàs; nel III sec. a.C., al contrario, probabilmente in seguito all'aumentata importanza dei traffici marittimi in età ellenistica, la situazione si era ribaltata: Kindya era praticamente scomparsa, ridotta al solo santuario, e Artemide Kindyàs era diventata la principale divinità di B., che controllava le entrate presumibilmente cospicue del santuario. Occupata dai Romani nel 197 a.C., nel 196 fu dichiarata città libera da P. Lentulo in cambio di alloggio per le sue truppe. Nel 133 a.C., nella guerra per la successione al trono di Pergamo, B. scampò alla conquista di Aristonico grazie a una miracolosa apparizione di Artemide Kindyàs.
Verso la seconda metà del II sec. la città beneficiò, a giudicare dall'edilizia monumentale, della munificenza imperiale che Adriano e Antonino Pio profusero in Asia Minore. Ugualmente vitale dovette essere in epoca bizantina, mentre sembrano del tutto assenti tracce della dominazione araba.
I ruderi della città occupano una collina che in origine aveva più spiccate caratteristiche di penisola; non sono ancora state identificate tracce di installazioni portuali. Tra l'antica linea di costa e le mura (che non sembra chiudessero l'intero circuito della collina) si stendeva la necropoli; in prossimità della rada, a S della penisola, si nota un importante complesso cultuale bizantino, costituito da due grandi chiese a sinistra e a destra di una scalinata, coronata a sua volta da una terza chiesa. La prima di esse era dedicata dal presbyteros Auxibios a San Pietro e a tutti i Santi. All'interno delle mura, in seguito a sterri del secolo scorso, è possibile riconoscere (almeno nella città alta) un impianto regolare che, in base agli edifici più antichi, può esser fatto risalire a età ellenistica: un asse orientato NO-SE collegava le due sommità della collina, e costituiva il percorso principale della città alta, distribuendo lungo le sue perpendicolari i terrazzamenti occupati dai principali edifici. Un edificio a peristilio, con facciata tetrastila e frontone «siriano», forse un ninfeo che chiudeva scenograficamente un piazzale, occupava la sommità NO della collina: le fortissime analogie con il Tempio del Divo Adriano a Efeso suggeriscono, almeno per la facciata, una datazione simile.
A una quota più bassa, procedendo verso SE lungo l'asse principale, un terrazzamento volto a NE era occupato da un tempio, da considerare strettamente correlato alla cavea del sottostante teatro, con la cui mezzeria era allineato; entrambi i monumenti, inoltre, sembrano di impianto ellenistico, anche se il teatro mostra un esteso rifacimento della scaenae frons, attribuibile a età antonina. Il terrazzamento a SO dell'asse stradale fungeva forse da accesso alla summa cavea del bouleutèrion che, nonostante il salto di quota disponibile, risulta interamente sostruita da una crypta. Ulteriori accessi dell'edificio al livello dell'orchestra erano costituiti dalle pàrodoi:; mancavano invece collegamenti tra le due quote, esclusi quelli offerti dalla cavea (che non sembra presentasse kerkìdes). Al bouleutèrion vanno ricollegati materiali architettonici di età antonina, tra cui i frammenti di una ricca scaenae frons, e quattro colossali colonne composite, forse relative a un pròpylon.
La sella tra le due sommità della collina di B. era occupata dall'agorà, cinta forse da porticati di colonne rudentate di ordine ionico: la sua area è stata almeno parzialmente occupata da una fortezza bizantina. A quest'ultima potrebbe essere ricollegato il tratto di mura, in materiale di spoglio proveniente dalla città di età classica, che dall'agorà scende a ricongiungersi alle mura ellenistiche in prossimità della rada e del complesso cultuale bizantino, ricalcando in parte tracciati più antichi. I resti di murature affioranti a quote più basse, sulle falde della collina, ma all'interno della linea delle fortificazioni, sono illeggibili a causa del forte interro. Materiali statuari ed elementi di decorazioni architettoniche da B. si trovano al museo di Bodrum, nel deposito archeologico di Milas, e al British Museum di Londra, dove è stata ricomposta una Scilla, probabile coronamento acroteriale della cuspide di un monumento funerario del II sec. a.C.
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