BARITONO (dal gr. βαρύς "grav" e τόνος "tono")
Voce maschile, intermedia tra quella del tenore e quella del basso. L'etimologia della parola dimostra che tale voce fu considerata in rapporto a quella, più acuta, del tenore. Ebbe una chiave speciale, cioè quella di fa applicato alla 3ª linea (v. chiavi), oggi del tutto caduta in disuso.
L'estensione normale è la seguente:
Vi sono peraltro voci di baritono dette tenoreggianti, che possono salire più in alto; e altre che si estendono invece nei suoni gravi, avvicinandosi a quella del basso-cantante. Mentre la voce di tenore è piuttosto rara a trovarsi (almeno di ottima qualità), la voce di baritono è abbastanza comune, appunto perché voce media: ma è una delle più belle tra le voci umane, perché congiunge la limpidezza con la potenza del suono ed è pastosa, pieghevole, elastica. Una buona voce di baritono può associare lo splendore di quella tenorile alla nobile gravità di quella del basso. A differenza di questa, la troviamo raramente usata nell'antica musica polifonica, mentre fu ed è tuttora largamente adoperata nell'opera teatrale, tanto seria quanto buffa. I compositori teatrali affidarono al baritono parti importanti e talora anche principali: e posero molto spesso la figura del personaggio incarnato dal baritono in opposizione e in contrasto con quella del personaggio incarnato dal tenore. Protagonista in molte opere del Verdi (Nabucco, Ernani, Rigoletto, Simon Boccanegra, Falstaff), nel Barbiere di Siviglia, nel Guglielmo Tell del Rossini, nell'Amleto del Thomas, nel Don Giovanni del Mozart, nel Boris Godunov del Musorgskij, nel Gianni Schicchi del Puccini e in altre ancora, il baritono ha parti importanti in moltissime altre opere teatrali.
La schiera dei baritoni celebri è numerosissima. Basti qui citare i più famosi tra i passati: Delle Sedie, Badiali, Cosselli, Giorgio e Sebastiano Ronconi, Mazzanti, Steller, Faure, Graziani, Colini, Coletti, Corsi, Varesi, Cotogni, Moriami, Aldighieri, Pandolfini, Pantaleoni, Maurel, Kaschmann, Blanchard, Battistini.