ADORNO, Barnaba
Nato a Genova da Raffaele il Prode intorno al 1385, nel 1427, senza per altro mai trascurare la mercatura nella Maona di Scio, entrò nella politica con l'ambizione di liberare Genova dal dominio visconteo. Radunato un corpo di armati in Polcevera, si fortificò in Voltri; ma nel 1428 dovette rifugiarsi nel Monferrato, respinto da Isnardo Guarco. Aiutato da Giovanni Giacomo Paleologo, marchese del Monferrato, che gli fornì uomini ed armi, e da Venezia, ritentò la prova nel 1435, con l'appoggio di una flotta veneto-fiorentina, ma a Sestri fu sconfitto da Niccolò Piccinino (6 ott. 1435) e portato prigioniero a Milano. Liberato all'inizio del 1436, riprese la mercatura in Oriente, dove fu podestà di Scio (1438). Rientrato in patria col cugino Raffaele, prese parte ai tentativi contro il doge Tommaso Fregoso; fatto prigioniero, venne, però, liberato dallo stesso rivale. Ripresi poi gli attacchi contro Genova, B. si impadronì del Fregoso, consegnandolo al cugino Raffaele, che fu eletto doge, mentre egli era nominato luogotenente (1442) e capitano generale della Riviera di Ponente (1443). Nel 1444 ottenne da re Alfonso d'Aragona vari feudi in Calabria. Il 4 genn. 1447 persuase il cugino a deporre il dogato e si fece proclamare doge dai suoi partigiani, protetto da truppe catalane. Ma lo spirito genovese di gelosa indipendenza, abilmente sfruttato dai Fregoso, gli suscitò contro la reazione della città, che lo costrinse a fuggire il 30 gennaio. Riprese i traffici in Oriente, ma restò in contatto con i duchi di Milano, che poterono avere in lui un utile, anche se ambizioso, strumento delle loro mire politiche su Genova. Partecipò alle incursioni degli Aragonesi sulle coste liguri. Nel 1449 tentò di impadronirsi di Ovada. Nel 1457, conquistata Taggia e San Remo, le cedette al re di Francia. Ma l'improvvisa morte di Alfonso (1458) troncò le speranze degli Adorno. Morì nel 1459.
I numerosi figli, avuti da Brigida Giustiniani, rafforzarono con i loro parentadi la potenza e la ricchezza della famiglia: Prospero fu doge nel 1461, Carlo sposò Ilaria Del Carretto e fu accanto al fratello nell'attività politica e militare; due delle figlie si imparentarono con gli Spinola, altre due con i Malaspina e con i Fieschi, un'altra con il marchese Del Carretto.
Fonti e Bibl.: Cronaca di Giovanni Antonio di Faie a cura di I. Beccherai, in Atti d. Soc. ligure di storia patria,X (1876), p. 540; U. Folietae Historiae Genuensium libri XII,Genuae 1585,pp. 228, 229, 230; Iohannis Stellae Annales Genuenses,inL.A. Muratori, Rer. Italic. Script.,XVII, Mediolani 1730, coll. 1298. 1302-1303; P. Litta, Fam. cel. ital., Adorno,tav. VI; B. De Rossi, Istoria genealogica e cronologica delle due nobilissime case Adorna e Botta,Firenze 1719, pp. 62, 72, 76, 137, 142, 144, 207; E. Vincens, Histoire de la république de Gênes,II, Paris 1843, pp. 205, 208, 235-237, 262; A. Giustiniani, Castigatissimi Annali...,II, Genova 1851, p. 384; G. Martini, Taggia e i suoi dintorni,Oneglia 1872, p. 17; C. Desimoni, Tavole descritte della Zecca di Genova,in Atti d. Soc. ligure di storia patria,XXII (1890), p. 66; A. Ferretto, Annali storici di Sestri Ponente e delle sue famiglie,in Atti d. Soc. ligure di storia patria,XXX IV (1904), p. 292; L. Levati, Dogi perpetui di Genova (1339-1528),Genova (s.d. ma 1928), pp. 295, 302-314, 322 s.; F. Patetta, Venturino de Prioribus, umanista ligure,Città del Vaticano 1950, p. 252; F. Cognasso, Il ducato visconteo da Gian Galeazzo a Filippo Maria,in Storia di Milano,VI, Milano 1955, pp. 276, 278; V. Vitale, Breviario della storia di Genova,Genova 1955, I, pp. 159-161; II, pp. 74-77.