TORTOLINI, Barnaba
– Nacque a Roma il 19 novembre 1808 da Vincenzo e da Giuliana Bleggi.
Compì i primi studi di lettere e filosofia presso il Collegio romano, dove ebbe come maestro, tra gli altri, il matematico gesuita Andrea Caraffa, che influenzò i suoi studi successivi.
Caraffa fu autore di un notevole trattato di matematica, originariamente scritto in latino e successivamente tradotto in italiano da Paolo Volpicelli: Elementi di matematica. Parte prima, seconda e terza (Roma 1836-1843). L’opera fu recensita da Tortolini sul Giornale arcadico di scienze, lettere ed arti (1837, vol. 73, pp. 3-6).
Proseguiti gli studi matematici e filosofici all’Archiginnasio romano della Sapienza, Tortolini conseguì la laurea privilegiata ad honorem nel 1829. Presso la medesima Università completò il corso tecnico per ingegneri. Frequentò anche il pontificio seminario romano e nel 1832 fu ordinato sacerdote.
A partire dal 1832, Tortolini pubblicò i suoi primi lavori a stampa sul Giornale arcadico di scienze, lettere ed arti, che gli valsero una certa fama nell’ambiente scientifico romano e gli permisero di far progredire la propria carriera in ambito accademico. Nel 1835 ottenne la cattedra di fisica matematica al collegio urbano di Propaganda Fide. L’anno seguente iniziò l’esperienza didattica alla Sapienza, come supplente di Giuseppe Oddi alla cattedra di meccanica e idraulica. Nel medesimo Ateneo vinse il concorso alla cattedra di introduzione al calcolo sublime e nel novembre del 1837 fu nominato professore di calcolo differenziale e integrale, incarico che mantenne per oltre trent’anni. Per l’insegnamento universitario Tortolini predispose un manuale, di cui fu stampato un primo tomo, Elementi di calcolo infinitesimale (Roma 1844), in cui seguì l’impostazione rigorosa delle opere analitiche di Augustin-Louis Cauchy, esponendo la teoria delle funzioni derivate e le numerose applicazioni del calcolo differenziale alla geometria a due e tre dimensioni. Tra i suoi allievi più celebri alla Sapienza vi furono Baldassarre Boncompagni e Francesco Siacci.
In aggiunta all’insegnamento universitario, dal 1846 fu professore di fisica matematica al pontificio seminario romano e in seguito direttore della tipografia di Propaganda Fide (1856-65). I riconoscimenti in ambito ecclesiastico procedettero di pari passo con quelli accademici, come testimoniarono le associazioni di Tortolini a varie istituzioni scientifiche.
Fu socio dell’Accademia delle scienze dell’Istituto di Bologna (1846) e della Società dei XL (1847). Come attestato di gratitudine per le accordate aggregazioni, pubblicò articoli sui Novi Commentarii Academiae scientiarum Instituti bononiensis e sulle Memorie della Società italiana. Tre accademie napoletane lo accolsero come membro: fu socio corrispondente estero della Reale Accademia delle scienze (1846), socio dell’Accademia Pontaniana (1850) e socio corrispondente della Società Reale (1863). Fu inoltre socio corrispondente dell’Accademia delle scienze di Torino (1854), corrispondente letterario (1856) e successivamente socio ordinario estero (1871) della svedese Societas regia scientarum upsaliensis; fu membro della Royal Society for the encouragement of arts, manufactures and commerce di Londra (1858) e della Pontificia Accademia di belle arti di S. Luca (1867).
Negli anni Quaranta Tortolini pubblicò numerosi scritti riguardanti la teoria dell’integrazione, gli integrali ellittici, il calcolo dei residui, con applicazioni alle equazioni differenziali e la rettificazione di curve, sul Giornale arcadico e sulla Raccolta di lettere ed altri scritti intorno alla fisica ed alla matematica. Quest’ultimo periodico, fondato nel 1845 da Clemente Palomba e Ignazio Cugnoni, ebbe vita breve; al quinto e ultimo volume (1849) Tortolini collaborò in veste di editore.
I suoi lavori furono noti e apprezzati all’estero: nei Comptes rendus (1841-1842) dell’Accademia delle scienze di Parigi Cauchy ricordò alcuni contributi originali di Tortolini, dedicati al calcolo dei residui. La memoria sulle applicazioni del metodo inverso delle tangenti ispirò una delle Leçons de calcul différentiel et de calcul intégral (1840-1844) dell’abate François-Napoléon-Marie Moigno. Eugène Catalan menzionò la dimostrazione data da Tortolini di una formula per l’integrale triplo (1841). Le Nouvelles annales de mathématiques, oltre a ospitare un breve contributo originale di Tortolini sulla geometria analitica (1846, vol. 5, pp. 365-368), recensirono favorevolmente la seconda memoria sull’applicazione del calcolo dei residui all’integrazione delle equazioni lineari a derivate parziali, elogiando «le profonde ricerche del celebre professore italiano» (1845, vol. 4, pp. 460 s.). Ispirandosi alle ricerche compiute nel 1832 da Joseph Liouville, Tortolini studiò il calcolo integrale a indice frazionario. La sua memoria ricevette l’apprezzamento di Liouville che la definì «un intéressant travail» (Journal de mathématiques pures et appliquées, 1855, vol. 20, p. 118).
Come membro onorario della ristabilita Accademia dei Lincei, Tortolini pubblicò sugli Atti dell’Accademia pontificia dodici contributi, di cui otto tra il 1847 e il 1851 e quattro tra il 1868 e il 1871. Il lungo intervallo temporale nel quale sospese le pubblicazioni sugli Atti dell’Accademia – non vi furono articoli nel periodo tra le annate 1850-51 e 1868-69 – e la pressoché contemporanea conclusione dell’esperienza editoriale nella Raccolta di lettere (1849), segnarono un punto di svolta nella vita scientifica di Tortolini. Nel 1850 annunciava a Placido Tardy l’intenzione di dare vita a una nuova rivista, a carattere esclusivamente scientifico: gli Annali di scienze matematiche e fisiche. Fino a quel momento le sole riviste che ospitavano lavori scientifici a Roma, oltre agli atti delle accademie, furono il Giornale arcadico e la Raccolta, entrambe a contenuto ‘generalista’.
Sul piano scientifico-editoriale, il nome di Tortolini è legato alla fondazione degli Annali di scienze matematiche e fisiche (Annali di Tortolini). La rivista, nata per ospitare lavori di matematica e fisica di scienziati italiani e stranieri, ebbe un ruolo importante nell’avvio di un programma di rinnovamento della ricerca scientifica italiana. Essa rappresentò un luogo di scambio e confronto tra i membri della nascente comunità scientifica italiana e offrì l’opportunità di far conoscere i principali temi della ricerca matematica e fisica italiana fuori dai confini. Alla rivista, uscita a Roma con cadenza annuale dal 1850 al 1857, contribuirono autori italiani attivi nelle principali università della penisola, ma anche stranieri, tra i quali il francese Cauchy, i tedeschi Carl Jacobi, Joseph Dienger e Christoph Gudermann, gli inglesi Arthur Cayley e James Sylvester, l’irlandese Michael Roberts. Gli Annali furono inizialmente dedicati a tutti i rami delle scienze. La presenza di articoli non matematici testimoniò che non erano ancora maturi i tempi per una rivista interamente riservata alla matematica. Tortolini pubblicò diciassette scritti, dedicati in prevalenza ad applicazioni del calcolo integrale alla geometria.
Dal 1858 entrarono nel comitato di redazione Enrico Betti, Francesco Brioschi e Angelo Genocchi, provenienti rispettivamente dalle Università di Pisa, Pavia e Torino. La rivista cambiò denominazione in Annali di matematica pura ed applicata, evidenziando già nel titolo la peculiarità della nuova edizione, dedicata esclusivamente alla matematica. L’iniziativa editoriale di rilancio degli Annali ebbe un carattere scientifico e politico, essendo finalizzata alla formazione di una cultura matematica nazionale, che fosse riconosciuta anche all’estero e che potesse porre il nascente Stato italiano nel rango delle altre nazioni europee. Scopo della rivista fu quello di far conoscere fuori d’Italia il progresso degli studi matematici italiani e di tenere al corrente gli italiani del movimento scientifico degli altri Paesi, diffondendo «con prestezza e regolarità i nuovi trovati dei [...] dotti» (Avviso dei compilatori, in Annali di matematica pura ed applicata, 1858, vol. 1, pp. V s.) di tutte le nazioni che vogliono cooperare al progresso delle scienze matematiche.
La prima serie (1858-1865, 7 voll.) fu diretta da Tortolini con la collaborazione di Betti, Brioschi e Genocchi. L’idea di una redazione collettiva fu suggerita da quanto avvenne in Germania con il ‘Giornale di Crelle’, al quale collaborarono matematici non tutti originari di Berlino. Il nuovo giornale prevedeva una parte di lavori originali e una sezione (Rivista bibliografica) contenente estratti, recensioni e traduzioni di memorie pubblicate nei giornali matematici stranieri e negli atti delle accademie. L’apporto di Tortolini alla rivista fu rilevante: trentatré scritti, tra memorie e notizie bibliografiche.
Nonostante l’avvio promettente, i nuovi Annali subirono presto una fase di declino, dovuta allo scarso apporto di contributi da parte della comunità matematica e al concomitante crescente impegno politico di parte del comitato di redazione (Betti, Brioschi e Genocchi) all’interno del nascente Stato italiano. Nel 1867, con la decisione di trasferire la direzione degli Annali a Milano, cessò di fatto la partecipazione di Tortolini. A partire da quell’anno prese avvio la seconda serie, sotto la guida di Brioschi e Cremona.
Il rifiuto di prestare giuramento al Regno d’Italia costò a Tortolini la perdita della cattedra di calcolo differenziale e integrale all’Università di Roma. Colpito poco dopo da paralisi, si ritirò ad Ariccia dove morì il 24 agosto 1874.
Un busto di marmo lo ricorda nei Giardini del Pincio a Roma.
Fonti e Bibl.: Genova, Biblioteca universitaria, Carteggio di Placido Tardy, 61 lettere a Placido Tardy (1850-1866); Pisa, Scuola normale superiore, Fondo Betti, 48 lettere a Enrico Betti; Roma, Accademia nazionale dei Lincei, Archivio Paolo Volpicelli, 23 lettere a Paolo Volpicelli (1823-1861)
V. Diorio, Intorno alla vita ed ai lavori di monsignore d. B. T., in Atti della Accademia pontificia dei nuovi Lincei, XXVIII (1874), pp. 93-106 (dell’articolo esiste anche una traduzione francese); F. Brioschi - L. Cremona, Necrologio di B. T., in Annali di matematica pura ed applicata, s. 2, 1875-1876, vol. 7, pp. 63 s.; Bibliografia romana. Notizie della vita e delle opere degli scrittori romani dal secolo XI ai nostri giorni, I, Roma 1880, pp. 227-234; U. Bottazzini, Francesco Brioschi e la cultura scientifica nell’Italia post-unitaria, in La matematica nella società e nella cultura, 1998, n. 1, pp. 59-78; L. Martini, The politics of unification: B. T. and the publications of research mathematics in Italy, 1850-1865, in Il sogno di Galois scritti di storia della matematica, Siena 2003, pp. 171-198; L. Pepe, Sulla via del rigore. I manuali di analisi matematica nell’Ottocento in Italia, in Dalla pecia all’e-book, a cura di G.P. Brizzi - M.G. Tavoni, Bologna 2009, pp. 393-413; Europa matematica e Risorgimento italiano, a cura di L. Pepe, Bologna 2012, pp. 139-144.